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I probiotici riducono le infezioni in ospedale

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Uno studio condotto dal gruppo di ricerca Cias ha indagato la capacità dei probiotici di rimuovere i microbi patogeni.
I probiotici riducono le infezioni in ospedale
Batteri buoni, batteri utili, batteri vitali, che ci proteggono e permettono la vita, dentro e fuori di noi. È il paradigma verso il quale si sta (molto faticosamente) andando, malgrado le strenue resistenze dei sostenitori della chimica che «fa piazza pulita».
E uno studio condotto in sei ospedali italiani ha dimostrato che i probiotici, cioè quegli specifici microrganismi che la stessa Oms ha definito benefici per uomo e ambiente, sono in grado di ridurre persino le infezioni nei reparti dei nosocomi.
«Lo studio1 che il nostro gruppo di ricerca Cias ha svolto in ospedale si prefiggeva di capire se alcuni probiotici del genere Bacillus fossero in grado di rimuovere e rimpiazzare i microbi patogeni sulle superfici ospedaliere, e se questo potesse servire a rendere l’ambiente ospedaliero più igienico, abbassando il numero di infezioni» spiega Elisabetta Caselli, professore associato di microbiologia clinica alla facoltà di chimica e scienze farmaceutiche dell’Università di Ferrara. «I ceppi di Bacillus usati nello studio sono stati appositamente selezionati e studiati (il sistema è commercializzato e distribuito dall’azienda Copma srl, Ferrara). I risultati, raccolti in sei ospedali in Italia con la collaborazione di cinque università, hanno mostrato una netta riduzione delle infezioni e dell’uso di antibiotici impiegando questo sistema di sanificazione al posto di quello chimico. Tutti gli studi sono stati pubblicati su riviste scientifiche internazionali, sottoponendoli quindi all’esame della comunità scientifica. Questi specifici tipi di batteri (Bacillus) sono anche stati usati e studiati da altri gruppi di ricerca in altri campi, come per esempio per l’eradicazione di Staphylococcus aureus dall’intestino di pazienti colonizzati, e si stanno cominciando ad avere evidenze che possano influenzare positivamente anche l’asse intestino-cervello».
«Al momento si conoscono decine di microrganismi a cui sono attribuiti effetti benefici, ma pochi sono quelli effettivamente studiati da un punto di vista scientifico» prosegue la professoressa Caselli. «Tra questi, vi sono per esempio i Lattobacilli (quelli che troviamo nello yogurt e nel latte fermentato) e i Bacilli (quelli negli integratori intestinali che si assumono dopo una terapia antibiotica). Le azioni sono molto diversificate: alcune sono basate sulla capacità di competizione dei probiotici nei confronti dei patogeni, altre sulle loro capacità enzimatiche (per esempio la digestione di specifici composti), oppure ancora sulla produzione di sostanze antimicrobiche. Per questo sarebbe molto importante studiarne le caratteristiche e il meccanismo d’azione in modo approfondito, in modo da sapere quali microrganismi applicare e perché».
«Sulla base dei risultati scientifici finora disponibili, compresi quelli ottenuti dal nostro gruppo, questi sistemi appaiono sicuramente promettenti» prosegue Caselli. «Da un lato si riduce l’impatto ambientale legato all’uso di sostanze chimiche e dall’altro si ottiene una stabilizzazione positiva della comunità microbica, riducendo i microbi potenzialmente pericolosi per la salute dell’uomo e per l’ambiente. Nel nostro caso, la riduzione ha interessato anche le resistenze ad antibiotico presenti nei patogeni, e questo è un dato molto importante considerando l’emergenza legata proprio all’aumento e alla diffusione di microrganismi antibiotico-resistenti. È importante sottolineare ancora una volta che questi risultati riguardano soltanto i probiotici studiati e non sono al momento generalizzabili a qualsiasi microrganismo cosiddetto efficace. Personalmente auspico un maggiore sviluppo di ricerche in tutti i settori, per classificare e distinguere con precisione i diversi tipi di microrganismi potenzialmente utilizzabili, capirne il meccanismo d’azione e poterli quindi applicare in sicurezza».
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Brano tratto dall’articolo Microrganismi efficaci: facciamo pace con i microbi

Leggi l’articolo completo su Terra Nuova Aprile 2020

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