Cos’è il grassello di calce? Come viene realizzato? Quali sono le sue proprietà e i suoi utilizzi? Scopriamo qualcosa di più su questo tipo di calce.
Il grassello di calce è il prodotto della cottura di marne calcaree con proprietà aeree. È quindi una calce che matura in presenza di aria. Le pietre escono dalla fornace e vengono bagnate con molta acqua (processo di «spegnimento») per poi essere messe a stagionare per differenti periodi. Il grassello si trova in commercio in pasta, a differenza della calce idraulica naturale NHL che si acquista in polvere.
Ci sono due tipi di grasselli: calcarei, ovvero costituiti solo da ossido o idrossido di calcio, oppure magnesiaci o dolomitici, meno puri, che contengono anche ossido o idrossido di magnesio. Una prima differenza è data dal colore, poiché il grassello magnesiaco è più grigio di un grassello calcareo, splendidamente bianco. Sulle confezioni possiamo riconoscere le tipologie dalle sigle: «CL» significa grassello calcareo, «DL» dolomitico. Queste sigle sono seguite da numeri e codici. Il grassello CL presenta i numeri 70, 80 e 90, che indicano la percentuale di ossidi, oltre alla sigla «S» che indica un prodotto ottenuto da calce spenta completamente idrata. Più il numero è alto maggiore è il grado di purezza. Per le calci magnesiache avremo i numeri 80 e 85 e la sigla «S2» in analogia con la sigla S.
Possiamo poi avere grasselli di differente stagionatura: da tre mesi in su. I grasselli stagionati hanno riposato più a lungo nella grandi vasche di decantazione: questo significa che il cristallo della calce si appiattisce e si raffina, e si ha un prodotto finale di maggior qualità. Sulla stagionatura non c’è una normativa obbligatoria, ma possiamo dire che il grassello senza ulteriori indicazioni che si può trovare facilmente nei negozi edili è di bassa stagionatura, attorno ai tre mesi. Esistono in commercio grasselli di 12, 24 o 48 mesi, reperibili o dai produttori o nei negozi di restauro.
Per le finiture è preferibile un grassello di almeno dodici mesi e di tipo calcareo, poiché è più grasso, più lavorabile; inoltre il suo grado di bianco permette una colorazione migliore.
Le informazioni, qui riportate sinteticamente, sono tratte dagli articoli pubblicati sulla rivista Terra Nuova.
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