Il magnesio è, dopo il calcio, l’elemento più presente nelle ossa. Per questo motivo, ha un ruolo tanto importante quanto poco conosciuto nella cura e nella prevenzione dell’osteoporosi.
Dopo il calcio, il magnesio è l’elemento più presente nelle ossa. Nel metabolismo osseo interagisce strettamente con il calcio e con la vitamina D e possiede un significativo, quanto misconosciuto, ruolo nella prevenzione e nella cura dell’osteoporosi.
Il magnesio partecipa a diverse centinaia di reazioni biochimiche e norma l’equilibrio bio-elettrico delle membrane cellulari. È coinvolto anche nella regolazione del ritmo cardiaco e nella produzione di insulina.
Esiste un’associazione positiva dimostrata tra l’assunzione di magnesio e l’aumento della densità ossea nelle donne in pre-menopausa.
Un famoso studio ha comparato differenti gruppi di donne; alcune con osteoporosi, altre in post-menopausa ma senza osteoporosi e altre ancora in trattamento ormonale sostitutivo. È stato scoperto che mentre nessuna donna aveva carenza di calcio, quelle con osteoporosi soffrivano d’insufficienza di magnesio e zinco (Sojka et al. 1992).
La scarsità di magnesio può causare un rallentamento nella riparazione ossea, una diminuzione dell’attività osteoblastica e un aumento di quella osteoclastica, oltre a contribuire a una maggiore fragilità delle ossa. Nelle donne in post-menopausa l’assunzione di supplementi di magnesio per oltre due anni aiuta a prevenire le fratture del 71%, incrementando significativamente la densità ossea (Stendine-Lindberg
et al. 1993). Questi dati, ancora una volta, smentiscono il senso comune, anche medico, secondo cui l’osteoporosi sarebbe una patologia legata, in primo luogo, alla deficienza di calcio.
Quantità adeguate di magnesio nell’organismo determinano una maggiore resistenza alla demineralizzazione garantendo, tra le altre cose, la fissazione del calcio nei denti e nelle ossa. Nelle varie specie biologiche, man mano che la masticazione acquista importanza, aumenta proporzionalmente la percentuale di magnesio che i denti contengono.
L’alterazione del rapporto magnesio-calcio è tipica dell’invecchiamento. Gli studi di Driessens hanno sottolineato la possibilità di ridurre gravi e progressive demineralizzazioni mandibolari attraverso l’uso di supplementi di magnesio (Driessens 1993). La carenza di magnesio precede l’infiammazione cronica, specialmente a livello dei legamenti e delle strutture osteoarticolari.
Oggi, nei paesi occidentali, l’insufficienza di magnesio è molto frequente e si stima che oltre la metà della popolazione ne sia affetta. Le tecniche industriali agro-alimentari, la raffinazione dei cibi, l’assunzione di tè, caffè, alcol, farmaci ecc. consumano le riserve di magnesio o ne ostacolano l’assorbimento. Ad esempio l’impiego estensivo del potassio e di altri elementi in agricoltura tende a causare deficit di magnesio nel terreno e nelle piante coltivate.
Le fonti naturali di magnesio sono i cereali integrali, i semi oleosi, le verdure a foglia verde, le mele, i fichi, i limoni, le fave, i ceci e alcune acque minerali.
Un’ottima fonte di magnesio sono le alghe poiché per milioni di anni gli oceani hanno loro fornito numerosi minerali colloidali. Le più ricche sono le alghe hiziki, seguite dalle dulse, dalle wakame e dalle arame.
Contengono buone quantità di magnesio anche i germogli dei cereali integrali in chicchi.
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