Il cibo svolge un’attività terapeutica “naturale”, spingendo l’organismo verso l’equilibrio. Il dottor Paolo Giordo illustra le funzioni dell’alimentazione per la salute.
Il cibo esplica la sua attività terapeutica non sopprimendo sintomi o funzioni, come il farmaco chimico, ma solamente spingendo il nostro organismo verso la ricerca dell’equilibrio.
Pensiamo soltanto che l’uomo medio, e ancora di più il vegetariano, assuma quotidianamente circa un grammo e mezzo di pesticidi naturali, sostanze presenti nei vegetali e utilizzate contro i predatori (Ames et al. 1983 e 1987). Questi pesticidi, classificati come carcinogeni, si aggiungono a quelli più artificiali come il benzopirene, l’isotiocianato di allile, le idrazine, le aflatossine ecc., contenuti nei cereali essiccati, nei pesci e nelle carni alla griglia, nei funghi, nei cibi affumicati e così via.
Dobbiamo considerare che anche una dieta ritenuta “sana” è ricca di carcinogeni reali o potenziali, e una dieta vegetariana lo è ancora di più. Ma allora dove sta l’equivoco apparentemente paradossale?
Per evitare l’ingestione di pesticidi, non dobbiamo certamente rinunciare ad alimentarci. Il rovescio di questa medaglia è dato dal fatto che una dieta varia, integrale e biologica è, al contempo, ricca di innumerevoli sostanze anticancro che compensano e sopravanzano i potenziali cancerogeni contenuti negli alimenti, compresi quelli “naturali”. Questo ci spiega come il nostro organismo utilizza tutte le vaste potenzialità del cibo, comprese quelle che, isolate, apparirebbero come nocive ma, integrate nel biocomplesso dell’alimento, svolgono un ruolo armonico, protettivo e infine curativo.
Il dato che oltre un terzo delle patologie tumorali deriva sicuramente e direttamente dall’alimentazione, e che quest’ultima ricopre un ruolo fondamentale anche nella rimanente percentuale dei casi, deve farci riflettere e stimolare ad approfondire la conoscenza degli alimenti e del nostro corpo, cosa che la medicina moderna non insegna in quanto troppo occupata a produrre e usare farmaci soppressivi dei sintomi e non curativi delle cause. E i grandi gestori della medicina, le industrie farmaceutiche, non hanno il minimo interesse a investire denaro in ricerche serie sul potere curativo dell’alimentazione: i cibi non si possono brevettare trasformandoli così in fonti di guadagno.
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Il
cancro rappresenta uno dei problemi più gravi per le società contemporanee in quanto coinvolge non solo l’ambito sanitario, ma ha profonde
ripercussioni psicologiche, emotive e sociali. Alla luce della complessità del fenomeno, questo volume non vuole fornire risposte certe quanto piuttosto porre domande che aiutino ad affrontare le
malattie tumorali da punti di vista oggi trascurati dalla
medicina tradizionale.
Dopo aver brevemente spiegato che cosa sono i tumori e in che cosa consistono le terapie convenzionali, l’autore offre una rassegna dei principali approcci elaborati in seno alle medicine naturali: metodo Kousmine, formula Caisse, Hamer, Di Bella, Breuss, Costacurta e molti altri. Sono proposte ai lettori, voci fuori dal coro che bisogna conoscere per poterle poi giudicare.
Di indiscussa rilevanza gli ultimi cinque capitoli del libro, dove viene descritto il ruolo centrale dell’alimentazione: Giordo presenta sia i cibi che hanno un impatto negativo sulla salute, sia quelli che possono svolgere un’azione preventiva; inoltre viene illustrata la migliore dieta anticancro e quali alimenti è meglio impiegare a scopo curativo.
Si tratta di un volume unico nel suo genere per chiarezza, completezza, capacità di sintesi e per la delicatezza con cui viene affrontato un tema in grado di generare sofferenza e disperazione.