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Kenzia in sofferenza. Che fare?

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Le foglie della Kenzia rinsecchiscono appena nate. I consigli di Francesco Beldì per salvare la pianta.
Kenzia in sofferenza. Che fare?
La Kenzia è una pianta da appartamento di grandi dimensioni, appartenente alla famiglia delle palme, molto presente nelle nostre case e, per la sua maestosità, nei grandi atri degli edifici pubblici e nei centri commerciali.
I problemi più comuni a cui può andare incontro sono la necrosi dell’apice fogliare, l’infestazione da cocciniglie e il marciume radicale.
Se le sue foglie iniziano a seccarsi appena nascono, potrebbe aver sviluppato una fisiopatia a causa di diversi fattori:
1. Temperature: in inverno la Kenzia preferisce ambienti poco riscaldati e una temperatura prossima ai 10°C, che è decisamente inferiore rispetto alle temperature che si riscontrano abitualmente in casa.
2. Acqua: la kenzia vuole molta acqua di irrigazione. In inverno circa mezzo litro a settimana, nelle altre stagioni mezzo litro ogni due giorni. In questo caso intervenire sulle foglie non giova a nulla; l’acqua deve essere data nel vaso.
3. Luce: l’esposizione della pianta in una zona troppo luminosa non è favorevole, la kenzia preferisce l’ombra o la mezz’ombra.
4. Terriccio: la pianta non ha particolari esigenze in termini di terriccio, ma un rinvaso migliora la disponibilità di elementi nutritivi e fornisce un substrato più morbido in cui sviluppare le radici, quindi potrebbe essere d’aiuto.
5. Se il rinsecchimento delle foglie è preceduto da un loro ingiallimento, potrebbe trattarsi di ragnetto giallo (di solito non si presenta nella stagione invernale, tuttavia è meglio verificare). I ragnetti non sono visibili a occhio nudo, è necessario usare una lente per provare a identificarli. In questo caso si potrebbe intervenire distribuendo degli organismi utili (i fitoseidi) che si nutrono di ragnetti e che si reperiscono facilmente online, su siti specializzati.
 
Francesco Beldì è nato a Genova e vive a Oleggio (No). Laureato in scienze agrarie nel 1990 a Milano, ha iniziato a interessarsi di agricoltura biologica nel 1991. Nel corso della sua carriera nel biologico si è occupato di ispezioni e controlli, assistenza tecnica alle produzioni, promozione e sviluppo di nuovi mercati. Attualmente cura i laboratori di orticoltura e frutticoltura biologica presso l’ENAIP di Busto Arsizio. Molto attivo nelle attività di formazione e divulgazione, spesso insieme a Enrico Accorsi, è anche autore di numerosi articoli in riviste specializzate. Collabora regolarmente con il mensile Terra Nuova.
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