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L’importanza di una postura corretta per il benessere

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Mal di schiena? Dolori articolari? La postura che assumiamo abitualmente ha un’influenza piuttosto significativa sul nostro benessere. Ecco alcuni consigli utili per mantenere una postura corretta.
L’importanza di una postura corretta per il benessere
La postura è l’atteggiamento fisico che assumiamo durante la giornata e, pur trattandosi di un equilibrio dinamico, mantiene nel tempo caratteristiche costanti: ogni persona ha un proprio schema posturale che ripete continuamente.
Il fine della postura è il mantenimento dell’equilibrio del corpo nello spazio, tanto in condizioni statiche quanto dinamiche. In quanto tale, essa risponde a sollecitazioni di vario tipo, sia fisiche (la forza di gravità), sia ambientali, e dipende da numerosi fattori che interagiscono tra loro: la conformazione dell’apparato osteoarticolare, l’integrità del sistema neuromuscolare, le abitudini motorie, il dolore, lo stato emotivo e lo stile di vita.
L’influenza della postura sul nostro benessere è abbastanza significativa.
Una postura corretta è comoda da mantenere, solida e rilassata allo stesso tempo, e non crea tensioni muscolari avvertibili come dolore, rigidità o stanchezza: uno schema posturale fisiologico1, in effetti, consente il massimo equilibrio con il minimo dispendio energetico e con minore stress sulle strutture anatomiche. Al contrario, uno schema scorretto è causa di dolore, modificazioni anatomiche e influisce sullo stato emotivo e fisiologico della persona.
Tramite una visita specialistica molto approfondita è possibile effettuare una valutazione della postura e ottenere un piano di esercizi per correggere eventuali squilibri.
Di seguito prenderemo in considerazione alcuni punti fondamentali di igiene posturale, affinché possano entrare a far parte delle nostre abitudini.
1) Non mantenere a lungo posizioni statiche
Il corpo è sottoposto a continue micro-oscillazioni per mantenere allineato il baricentro. Comprendere che il nostro sistema posturale richiede continui assestamenti per il suo corretto funzionamento, può spingere a effettuare durante la giornata minime correzioni integrabili con le diverse attività. Ciò può servire a riprogrammare, in maniera dolce, uno schema posturale rigido o patologico, dando maggior flessibilità e trofismo all’apparato osteoarticolare e muscolare.
2) Cercare l’allineamento posturale
Se immaginiamo il nostro corpo come un filo teso tra due estremità, possiamo comprendere bene come il capo e i piedi condizionino l’allineamento lungo tutto l’asse.
Qualsiasi alterazione nell’appoggio dei piedi si ripercuote sui segmenti soprastanti, sino all’articolazione cervico-occipitale2, con conseguenze su tutta la catena posturale. Lo stesso vale per la testa: uno scorretto allineamento cervicale altera la catena in senso discendente.
Per motivi sia statici che dinamici, la colonna vertebrale alterna sempre una curva in lordosi3 e una in cifosi4 per sopperire al carico in modo ergonomico e sviluppare molta più resistenza alle forze di compressione. Sul piano laterale, le alterazioni delle fisiologiche curvature del rachide creano squilibri su tutta la catena e sulle strutture articolari, in particolare nei tratti cervico-dorsale e lombo-sacrale. Sul piano frontale, le alterazioni non fisiologiche comportano invece un disallineamento a livello delle spalle e del bacino che spesso si associano a rotazioni.
3) Mantenere il baricentro
Un aspetto fondamentale per l’equilibrio statico e dinamico del corpo è il baricentro, che rappresenta il punto di applicazione di tutte le forze-peso su un corpo.
Nell’individuo eretto il baricentro è identificabile tre centimetri davanti alla terza vertebra lombare (all’altezza dell’ombelico). Questo è il punto che può essere considerato il vero centro del corpo.
Per mantenere un buon equilibrio, il nostro organismo effettua continui assestamenti in rapporto al baricentro. La postura standard in stazione eretta è data dal prolungamento della linea verticale o di gravità all’interno della base d’appoggio. In questa situazione, i muscoli lavorano in modo efficace e gli organi toracici e addominali si trovano in formazione ottimale, con una distribuzione uniforme del peso del corpo e una posizione stabile di ogni articolazione.
Per valutare lo spostamento del baricentro reale da quello ideale si ricorre all’esame posturometrico e stabilometrico5, che viene effettuato su un’apposita pedana che consente di osservare anche l’appoggio plantare e gli eventuali disordini della distribuzione del carico. I dati ottenuti vengono poi registrati per poter essere confrontati, dopo un trattamento mirato al riequilibrio posturale, con un esame successivo.
4) Tonificare i muscoli addominali
Per mantenere il baricentro nella posizione più vicina a quella ideale è indispensabile, insieme all’allineamento del tratto lombare, rafforzare i muscoli addominali.
5) Respirare correttamente
Tutti i tessuti del nostro corpo hanno bisogno dell’ossigeno che proviene dalla respirazione.
Il nostro modo di respirare è tuttavia molto spesso superficiale e interessa prevalentemente la parte superiore del torace, causando tensioni che contraggono i muscoli del collo e delle spalle. Per effettuare invece una respirazione più corretta, dobbiamo imparare a stimolare anche le parti inferiori della gabbia toracica. Queste, se coinvolte nell’espansione, determinano un aumento dell’ossigenazione con un minor dispendio muscolare. In questo caso si parla di respirazione diaframmatica, proprio perché il muscolo principalmente utilizzato è il diaframma.
L’attivazione della parte inferiore del torace determina inoltre una riduzione di tensione a livello del cingolo scapolare6 e un migliore allineamento pelvico.
Una corretta respirazione diaframmatica porta quindi a un rilassamento delle tensioni muscolari e a una diminuzione dei blocchi articolari.
Essa determina inoltre una modificazione nell’assetto delle vertebre: nell’inspirazione le curve fisiologiche aumentano, mentre nell’espirazione diminuiscono. Questo crea un micro-movimento intervertebrale che stimola il rilassamento muscolare.
Il corpo, quindi, va concepito come un insieme di strutture che si influenzano reciprocamente. Un danno a una singola struttura causa una riduzione della funzionalità del corpo nella sua interezza, così come un miglioramento di un segmento può migliorarne l’insieme.
Compresa l’utilità di una corretta respirazione diaframmatica, si consiglia di controllare di tanto in tanto la propria respirazione, integrando quest’abitudine nella vita quotidiana.
È anche importante imparare a spezzare la monotonia delle posizioni in cui siamo obbligati, per motivi di lavoro o per altre necessità, prendendo l’abitudine di alzarci in piedi per qualche minuto ed eseguendo dei profondi respiri diaframmatici.
6) Prendere coscienza del monolateralismo
Ognuno di noi usa prevalentemente una parte del corpo, la destra o la sinistra, per effettuare la maggior parte dei gesti quotidiani.
Questa scelta presenta numerosi vantaggi (come rapidità e precisione), ma può creare lievi squilibri nel tono muscolare, che talvolta si evidenziano come vere e proprie asimmetrie. Gli ambidestri e i mancini in genere sono più tutelati poiché imparano a usare entrambi i lati.
Avere coscienza di questo, in ogni caso, ci permette di rafforzare anche l’emilato che usiamo meno e di attenuare quindi i disturbi da monolateralismo.

Note

1. Naturale, non patologico.
2. Giuntura tra l’osso occipitale (C0) e la prima vertebra cervicale (C1).
3. Caratterizzata da un infossamento della colonna vertebrale nella regione lombare e cervicale.
4. Curvatura dorsale della colonna vertebrale, con convessità posteriore.
5. Esame che valuta la postura e l’equilibrio del paziente attraverso l’utilizzo di una pedana computerizzata.
6. Sistema articolare del braccio che gli consente di ruotare ampiamente in molte direzioni, pur essendo fissato alla gabbia toracica.
Le informazioni sono tratta dal libro Mai più dolori articolari

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