L’importanza di una postura corretta per il benessere
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Il corpo è sottoposto a continue micro-oscillazioni per mantenere allineato il baricentro. Comprendere che il nostro sistema posturale richiede continui assestamenti per il suo corretto funzionamento, può spingere a effettuare durante la giornata minime correzioni integrabili con le diverse attività. Ciò può servire a riprogrammare, in maniera dolce, uno schema posturale rigido o patologico, dando maggior flessibilità e trofismo all’apparato osteoarticolare e muscolare.
Se immaginiamo il nostro corpo come un filo teso tra due estremità, possiamo comprendere bene come il capo e i piedi condizionino l’allineamento lungo tutto l’asse.
Qualsiasi alterazione nell’appoggio dei piedi si ripercuote sui segmenti soprastanti, sino all’articolazione cervico-occipitale
Per motivi sia statici che dinamici, la colonna vertebrale alterna sempre una curva in lordosi
Un aspetto fondamentale per l’equilibrio statico e dinamico del corpo è il baricentro, che rappresenta il punto di applicazione di tutte le forze-peso su un corpo.
Nell’individuo eretto il baricentro è identificabile tre centimetri davanti alla terza vertebra lombare (all’altezza dell’ombelico). Questo è il punto che può essere considerato il vero centro del corpo.
Per mantenere un buon equilibrio, il nostro organismo effettua continui assestamenti in rapporto al baricentro. La postura standard in stazione eretta è data dal prolungamento della linea verticale o di gravità all’interno della base d’appoggio. In questa situazione, i muscoli lavorano in modo efficace e gli organi toracici e addominali si trovano in formazione ottimale, con una distribuzione uniforme del peso del corpo e una posizione stabile di ogni articolazione.
Per valutare lo spostamento del baricentro reale da quello ideale si ricorre all’esame posturometrico e stabilometrico
Per mantenere il baricentro nella posizione più vicina a quella ideale è indispensabile, insieme all’allineamento del tratto lombare, rafforzare i muscoli addominali.
Tutti i tessuti del nostro corpo hanno bisogno dell’ossigeno che proviene dalla respirazione.
Il nostro modo di respirare è tuttavia molto spesso superficiale e interessa prevalentemente la parte superiore del torace, causando tensioni che contraggono i muscoli del collo e delle spalle. Per effettuare invece una respirazione più corretta, dobbiamo imparare a stimolare anche le parti inferiori della gabbia toracica. Queste, se coinvolte nell’espansione, determinano un aumento dell’ossigenazione con un minor dispendio muscolare. In questo caso si parla di respirazione diaframmatica, proprio perché il muscolo principalmente utilizzato è il diaframma.
L’attivazione della parte inferiore del torace determina inoltre una riduzione di tensione a livello del cingolo scapolare
Una corretta respirazione diaframmatica porta quindi a un rilassamento delle tensioni muscolari e a una diminuzione dei blocchi articolari.
Essa determina inoltre una modificazione nell’assetto delle vertebre: nell’inspirazione le curve fisiologiche aumentano, mentre nell’espirazione diminuiscono. Questo crea un micro-movimento intervertebrale che stimola il rilassamento muscolare.
Il corpo, quindi, va concepito come un insieme di strutture che si influenzano reciprocamente. Un danno a una singola struttura causa una riduzione della funzionalità del corpo nella sua interezza, così come un miglioramento di un segmento può migliorarne l’insieme.
Compresa l’utilità di una corretta respirazione diaframmatica, si consiglia di controllare di tanto in tanto la propria respirazione, integrando quest’abitudine nella vita quotidiana.
È anche importante imparare a spezzare la monotonia delle posizioni in cui siamo obbligati, per motivi di lavoro o per altre necessità, prendendo l’abitudine di alzarci in piedi per qualche minuto ed eseguendo dei profondi respiri diaframmatici.
Ognuno di noi usa prevalentemente una parte del corpo, la destra o la sinistra, per effettuare la maggior parte dei gesti quotidiani.
Questa scelta presenta numerosi vantaggi (come rapidità e precisione), ma può creare lievi squilibri nel tono muscolare, che talvolta si evidenziano come vere e proprie asimmetrie. Gli ambidestri e i mancini in genere sono più tutelati poiché imparano a usare entrambi i lati.
Avere coscienza di questo, in ogni caso, ci permette di rafforzare anche l’emilato che usiamo meno e di attenuare quindi i disturbi da monolateralismo.
Note
2. Giuntura tra l’osso occipitale (C0) e la prima vertebra cervicale (C1).
3. Caratterizzata da un infossamento della colonna vertebrale nella regione lombare e cervicale.
4. Curvatura dorsale della colonna vertebrale, con convessità posteriore.
5. Esame che valuta la postura e l’equilibrio del paziente attraverso l’utilizzo di una pedana computerizzata.
6. Sistema articolare del braccio che gli consente di ruotare ampiamente in molte direzioni, pur essendo fissato alla gabbia toracica.
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