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La casa al posto giusto: l’edilizia bioecologica

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Scopriamo come sfruttare al meglio le energie della terra per favorire il benessere abitativo e preservare la salute, lavorando in sinergia con l’ambiente naturale in cui viviamo.
La casa al posto giusto: l’edilizia bioecologica
La progettazione edilizia bioecologica trova le sue origini nella baubiologie tedesca, una disciplina che studia gli esseri viventi in relazione alle costruzioni. In tal senso, questo genere di progettazione edilizia è particolarmente attento anche alla salubrità dei materiali e degli impianti.
Ma come si fa a capire che tipo di energie caratterizzano un preciso luogo?
Per scoprirlo, gli esperti ricorrono a tre strumenti essenziali: l’analisi geobiofisica, l’indagine geobiologica e la misurazione strumentale dei campi elettromagnetici tecnologici.

Gli strumenti dell’esperto

Introdotta dall’istituto Gea (Geobiophysical environmental analysis) negli anni ’90 del secolo scorso, l’analisi geobiofisica si avvale sia di dati di cartografia geologica, sia della percezione dell’esperto che, attraverso l’interpretazione dei sintomi e dei segnali inviati dal suo corpo, dà una valutazione sullo scambio energetico che avviene tra il substrato geologico del sito di interesse e l’individuo, quindi sull’interazione ambiente-persone.
L’indagine geobiologica è invece un’analisi particolare e localizzata che si avvale della percezione dell’esperto, che deve essere in grado di riconoscere e interpretare correttamente i segnali che la
sua ipersensibilità gli fa percepire. In questo modo, tenendo anche conto della geologia del luogo e della disposizione spaziale dei «reticoli energetici» studiati da Hartmann e da Manfred Curry, può creare una mappa delle zone di disturbo naturali. L’esperto può avvalersi anche della misurazione strumentale dei campi elettromagnetici tecnici, per valutarne l’intensità e la possibile nocività. Questa deve essere effettuata con strumentazione professionale, seguendo le buone norme di misurazione riconosciute a livello internazionale.
Integrando queste valutazioni, il progettista è in grado di fare le scelte più opportune per garantire il benessere dei futuri abitanti del nuovo edificio.

Quando la terra scambia energia

Dall’analisi geobiofisica si può capire se il terreno è in assorbanza, in emittanza o se è bilanciato. Nel primo caso prevale l’assorbimento di energia, perciò gli esseri viventi in superficie sono deprivati di una parte
della loro energia, che viene ceduta al substrato. Nel secondo caso si ha una situazione inversa nella quale prevale l’emissione di energia da parte del terreno (questo capita ad esempio in zone di faglia o vulcanismo); questa energia va a sommarsi a quella degli esseri viventi in superficie. Nel terzo caso, assorbimento e emissione mancano o si bilanciano rendendo il luogo «neutro».
Gli effetti sul benessere e sulla salute di coloro che abitano in un determinato luogo non sono uguali per tutti, ma dipendono molto dalle caratteristiche energetiche e dalle tipologie caratteriali delle persone: un
individuo iperteso e agitato troverà beneficio nell’abitare in una zona in assorbanza, mentre un individuo ipoteso e fiacco trarrà vantaggio dall’abitare in una zona di emittanza.
Questa informazione sullo scambio energetico può permetterci di capire come un luogo possa acuire i problemi in alcune persone e far star meglio altre, esattamente come avviene con l’assunzione di specifici alimenti.

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