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La correlazione tra nitriti, nitrati e mal di testa

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Nitriti e nitrati sono usati come conservanti soprattutto nelle carni insaccate. In persone particolarmente sensibili possono causare una dilatazione dei vasi sanguigni cerebrali e mal di testa.
La correlazione tra nitriti, nitrati e mal di testa
Ufficialmente impiegati come conservanti, ma in realtà usati soprattutto per evitare nelle carni insaccate e/o conservate un imbrunimento eccessivo, i nitrati e i nitriti di sodio sono additivi impiegati dunque con funzione smaccatamente “cosmetica”.
In pratica viene sfruttata la loro proprietà di legarsi stabilmente all’emoglobina presente nelle carni, formando un composto rosso vivo, non più disponibile a ossidarsi, cioè a legarsi con l’ossigeno acquisendo una sgradevole pigmentazione bruna.
Nelle persone particolarmente sensibili, i nitriti e i nitrati di sodio provocano una dilatazione dei vasi sanguigni cerebrali, accompagnata dall’inevitabile mal di testa. Nell’organismo, i nitrati di sodio si possono facilmente trasformare in nitriti. Questi ultimi si legano alle ammine, sostanze presenti praticamente ovunque nel cibo, formando nitrosammine, nuovi composti dannosi per il fegato degli animali e probabilmente tossici anche per l’uomo. È importante ricordare che la vitamina C impedisce la trasformazione dei nitrati in nitriti. Tuttavia, la legge non prevede l’obbligatorietà dell’aggiunta di questa vitamina ai prodotti conservati. D’altra parte, non tutti compensano la presenza dei nitriti e dei nitrati di sodio negli alimenti conservati consumando abbondanti insalate di verdure crude, ricche di vitamina C. Come sarebbe invece fortemente raccomandabile.
Le informazioni sono tratte dal libro “Mal di testa. Prevenire e curare con l’alimentazione e le terapie naturali” del dottor Paolo Pigozzi.

Studi recenti affermano che in Italia il mal di testa affligge, seppur occasionalmente, oltre 26 milioni di persone, per il 75% di sesso femminile. Ma il mal di testa non è uguale per tutti e saperlo identificare è il primo passo per trovare il rimedio migliore.

Stitichezza, ipertensione, sedentarietà, stress, insonnia, fumo di sigaretta, alcol, freddo, eccesso di farmaci ecc. possono essere all’origine di cefalee ed emicranie. Ma è l’alimentazione a giocare un ruolo centrale, sia come causa del malessere che come strumento di prevenzione.
Nel libro sono analizzati i comportamenti scorretti a tavola (eccesso di cibo, scarsezza di fibre, intolleranze) e suggeriti percorsi più virtuosi, dalla dieta depurativa agli alimenti consigliati e non.
Paolo Pigozzi presenta poi i rimedi che i suoi pazienti hanno trovato più efficaci, dalla fitoterapia alla riflessologia, dall’idroterapia all’omeopatia passando per lo yoga. Non esiste quindi una soluzione sola adatta per tutti ma cure diverse che, dopo aver letto il libro, ognuno potrà fare proprie.

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