Alcuni consigli utili per adottare una dieta e abitudini corrette durante i primi mille giorni, fondamentali per costruire la salute dell’adulto.
Alla luce delle conferme scientifiche sull’impatto dell’alimentazione nel periodo fetale e neonatale, diviene di primaria importanza adottare una dieta e abitudini corrette in quei mille giorni durante i quali l’embrione si trasforma in bambino, che poi viene alla luce e muove i suoi primi passi.
«Il primo consiglio è senz’altro indirizzato alla futura madre, affinché si prepari per tempo alla gravidanza, adottando una dieta fisiologica, sana e a base vegetale» spiegano Leonardo Pinelli e Maria Antonietta Zedda, pediatri, diabetologi ed esperti di nutrizione. «Dovrà essere ricca di verdura, legumi, frutta, cereali integrali, frutta secca a guscio, in modo da mantenere un adeguato peso corporeo e uno stile di vita sano. Ai genitori che vogliono poi far seguire al proprio figlio uno svezzamento fisiologico, non si può che suggerire un’alimentazione a base vegetale, ben pianificata. Non solo soddisferà le necessità nutrizionali del piccolo, ma permetterà adeguati ritmi di crescita, garantirà uno stato di buona salute nell’immediato e sarà in grado di prevenire le malattie cronico-degenerative della vita da adulto. È importante che i genitori siano seguiti da un professionista esperto, che li potrà incoraggiare, consigliare e sostenere».
Una delle critiche che però vengono mosse più spesso all’alimentazione vegetale in età pediatrica è legata alla probabile carenza di vitamina B12, sostanza che interviene nella replicazione cellulare, contribuisce alla formazione dei globuli rossi, al corretto funzionamento del sistema nervoso, al normale metabolismo energetico e quindi della crescita. La vitamina B12 non è presente negli alimenti di origine vegetale, che possono contenere invece analoghi inattivi, non utilizzabili dall’organismo. Si sono anche verificati alcuni casi di ricovero ospedaliero per bambini in stato di presunta malnutrizione, per i quali la responsabilità è stata imputata alla scelta di una dieta vegana.
Tali casi hanno sollevato forti polemiche e non sono mancate accuse anche pesanti nei confronti dei genitori.
«A questo proposito è indispensabile sottolineare che ad oggi non esistono linee guida validate che tutelino la salute della madre e del bambino nei primi mille giorni, il periodo che comprende la gravidanza, l’allattamento, lo svezzamento e primi 2 anni di vita» spiega Pinelli. «Non è prevista per le donne incinte o in allattamento l’integrazione di routine di vitamina B12 e vitamina D, altro elemento importante per la crescita. Non vengono quasi mai nemmeno eseguite le opportune analisi per determinare i dosaggi di tali vitamine nel sangue. Eppure, se la madre è carente di vitamine B12 e D, è ovvio che lo saranno anche il neonato e il lattante. È importante che ogni dieta sia ben pianificata, poiché non esiste un alimento che contenga tutti i nutrienti necessari al nostro organismo. Ciò vale per la madre in gravidanza e in allattamento e per il bambino che inizia ad avvicinarsi ai vari cibi, ma resta valido anche in tutte le altre fasi della vita».
«Purtroppo, mentre l’attenzione è altissima e le polemiche sono sempre pronte a ingombrare il campo quando si tratta di dieta vegana, altrettanto non accade quando si hanno di fronte mamme e bambini che basano la loro alimentazione quotidiana su cibi ad alta densità calorica, carboidrati raffinati, eccesso di proteine e zuccheri, grassi dannosi, eccetera. Su questo fronte, la classe medica raramente interviene dando consigli utili sull’importanza dello stile di vita; più di frequente attende che compaiano i primi segnali di alterazione delle funzioni dell’organismo, per trattarli poi tardivamente, in prevalenza con i farmaci.
Oggi è più che mai necessario passare a una medicina preventiva che metta al centro l’educazione alimentare a partire dal concepimento, basata su dati scientifici, senza interferenze dettate dal profitto».
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Brano tratto dall’articolo
La salute si costruisce da bambini