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La mindfulness a scuola

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La mindfulness è una pratica di meditazione nata negli anni ’70 per la cura dello stress. Questa pratica può essere anche introdotta nelle scuole per generare un cambio di paradigma nell’educazione.
La mindfulness a scuola
Quale contributo può dare la mindfulness alla realizzazione di una situazione educativa?
Una risposta possibile la fornisce Antonio Vigilante nel suo libro ” A scuola con la mindfulness“.
In primo luogo, la dimensione del qui e ora. Quando si medita non contano né il passato né il futuro, ma solo il presente. Meditare vuol dire entrare in contatto con se stessi, adesso; non perseguire un fine, ma semplicemente sedersi e ascoltare; non cercare di realizzare qualcosa.
La meditazione si pone al di là dello scarto tra essere e dover essere. Lo stesso respiro, quando si fa meditazione, non è altro da quello che è: non va regolato, non deve diventare più profondo o sottile, deve solo essere. Nemmeno la mente va controllata, né i pensieri costretti in qualche modo.
Quando ci si accorge di essersi distratti, se ne prende atto e nulla di più. Questo essere presenti qui e ora, senza giudicare, semplicemente osservandosi, conoscendosi, accettandosi, è un atto nuovo, una pratica che introduce nell’educazione una logica profondamente rivoluzionaria.
Sedere insieme ad ascoltare se stessi, sedere in cerchio per dialogare, costruire insieme qualcosa.
Grazie alla meditazione possono entrare nella scuola parole nuove, trasformatrici: adesso, prendere contatto, ascoltare, accettare, non giudicare.
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Le informazioni sono tratte dal libro A scuola con la mindfulness

Cinque secoli prima di Cristo Siddhartha Gautama, il Buddha storico, ha elaborato un sistema di meditazione (vipassana) basato sull’analisi di se stessi, del proprio corpo e dei contenuti mentali. Negli anni Settanta il medico statunitense Jon Kabat-Zinn ne ha tratto un protocollo scientifico per la cura dello stress. È nata così la mindfulness, una pratica che ha rivoluzionato il mondo della psicoterapia.
Questo libro suggerisce che l’introduzione della mindfulness nelle scuole, associata alla pratica occidentale del dialogo filosofico, rappresenta l’occasione per un cambiamento di paradigma in campo educativo.
La mindfulness può essere uno strumento efficace per affrontare problemi sempre più diffusi nelle nostre scuole, come violenza e bullismo, disattenzione, difficoltà di concentrazione, burnout dei docenti. Per Vigilante, tuttavia, essa attua tutte le sue potenzialità solo se inserita in un progetto educativo più complesso. L’Educazione Basata sulla Consapevolezza (EBAC) Umanistica proposta dall’autore è un programma di formazione che, attraverso la ricerca interiore e il dialogo con gli altri, intende approfondire la consapevolezza come sapere di sé (dimensione esistenziale), sapere dell’altro (dimensione etica), coscienza dei problemi comuni (dimensione politica).
Il libro è completato da una guida pratica, con esercizi pensati appositamente per studenti e insegnanti.

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