Dove sedersi
Per cominciare, è bene trovare una bella base stabile. A volte dico che ci vuole un fondo piatto, ma in sostanza quello che serve non è altro che una base stabile. C’è chi si siede direttamente sul pavimento, chi usa il gomden, mentre altri usano lo zafu, e altri ancora la sedia. Sta a ciascuno di noi trovare il modo migliore per stare in una posizione in cui potersi sentire ben equilibrati.
Le mani
Le mani, in generale, stanno nel mudra della mente che riposa, il che significa semplicemente poggiate sulle cosce, con i palmi rivolti verso il basso. Si tratta di trovare il punto più confortevole, che fa sentire ben allineati, con il busto comodamente eretto, senza piegarsi in avanti o indietro. In caso di sonnolenza, una postura alternativa per le mani può essere il mudra zen, che consiste nel mettere un palmo sopra l’altro e fare un ovale con le due mani. I pollici si sfiorano senza toccarsi, e le mani non poggiano sul grembo. Rimangono un po’ sollevate.
Il busto
Riguardo al busto, si tratta di focalizzarsi il più possibile sul rilassamento. Stare eretti, ma rilassati. Se si ha la sensazione che la linea si curvi in avanti o di lato, oppure fa una piega, questo ci ricorda di tornare a raddrizzarci. Bisogna fare attenzione a non sollevare anche le spalle. La posizione del busto è espressione di uno stato vigile e attento. Quindi la parte anteriore del corpo dovrebbe rimanere aperta, con il forte sostegno della schiena. Il corpo nella sua interezza è il più possibile rilassato. Se apriamo la parte anteriore del corpo, spesso proviamo la sensazione di sollevarci. Questo permette alle correnti degli stati d’animo e delle emozioni di fluire attraverso il corpo con molta più facilità.
Gli occhi
Il consiglio di Pema Chodron è di meditare con gli occhi aperti, è un gesto legato all’idea di veglia. Ci si esercita a raggiungere una sorta di equilibrio assoluto o di equanimità, che non si basa su una quiete legata alle circostanze esterne, ma sulla capacità della mente di essere flessibile e aperta. Coltiviamo la capacità di rimanere presenti a qualsiasi cosa emerga, fuori o dentro, che si tratti di emozioni sconvolgenti o di circostanze esterne difficili da gestire. Tenere gli occhi aperti porta a riconoscere che ogni momento, ogni luogo, è il mondo sacro ed è un’opportunità per risvegliarsi alla vita. Con gli occhi aperti, si rimane delicatamente attenti a tutto ciò che accade, piuttosto che ritirarsi, cosa che invece succede quando si chiudono gli occhi. Il suggerimento è di tenere lo sguardo rivolto verso il basso su un punto situato a un metro o un metro e mezzo davanti a se.
Il volto
Il consiglio è di tenere la bocca leggermente aperta, appena socchiusa, in modo che l’aria passi in uguale misura attraverso il naso e la bocca. Non spalancata. È un accorgimento molto utile, perché rilassa la mascella. Tenere la bocca leggermente aperta rilassa anche il viso e il collo, e così anche le spalle.
Le gambe
Le gambe devono rimanere comodamente incrociate davanti a te. C’è chi ha bisogno di alzare un po’ la seduta perché le gambe non stanno giù ed è necessario uno spessore più alto. Ma c’è anche chi riesce a sedersi su una base completamente piatta. È bene che le ginocchia non stiano più in alto della vita, perché può essere una posizione molto dolorosa. Se la posizione a gambe incrociate non fa altro che procurarti dolori – o se rischia di aggravare eventuali lesioni – il suggerimento è di usare una sedia. Occorre trovare una postura che faccia sentire a proprio agio. È davvero importante evitare ogni tipo di lotta, e cercare piuttosto di essere il più possibile rilassati e a proprio agio.
Letture utili
Quando una situazione ci preoccupa, una persona ci irrita o un dolore fisico ci angoscia, in genere, siamo portati a intervenire sulle cause esterne, dimenticando che spesso la prima ragione di quel malessere è dentro di noi. La meditazione ci invita a “fare amicizia” con la nostra mente, a fare pace con noi stessi per riconoscere le vere cause delle nostre sofferenze e, allo stesso tempo, a individuare quello che davvero ci fa star bene. Per meditare, spiega l’autrice, non serve praticare strani rituali, non è neanche necessario ritirarsi sull’Himalaya o diventare monaci buddhisti, si tratta semplicemente di prendere del tempo per stare con noi stessi e questo si può fare ovunque e in qualunque momento.
Con un linguaggio di facile comprensione, non privo di autoironia, l’autrice conduce per mano il lettore alla scoperta della meditazione, una pratica millenaria i cui molteplici benefici sono oggi riconosciuti anche dalle neuroscienze.
Gli oltre quarant’anni di esperienza dell’autrice come insegnante di meditazione fanno di queste pagine una guida preziosa alla meditazione, un valido aiuto per chi vuole iniziare a sperimentarne i benefici, ma anche una lettura di grande stimolo e ispirazione per chi medita da lungo tempo.