Vai al contenuto della pagina

Lavorare dopo il Coronavirus

homepage h2

Le misure per il coronavirus hanno assestato un duro colpo al mondo del lavoro. Emergono nuove necessità e si profilano nuove professioni all’orizzonte. Dall’agricoltura all’informatica, passando per molti altri ambiti.
Lavorare dopo il Coronavirus
È un momento difficile per parlare di lavoro. Ma è in questo genere di situazioni che possono prendere piede i cambi di rotta che tanto auspichiamo.
Non c’è alcun dubbio che il Covid-19 stia avendo un forte impatto sul mercato del lavoro. Come possiamo facilmente immaginare, sono in continuo aumento le richieste per le professioni in ambito sanitario. Ma crescono anche altri settori, come ad esempio quelli legati ai beni di prima necessità, alle vendite online, alle consegne, alla logistica, dai magazzinieri agli addetti al trasporto, magari con mezzi ecologici.
La brusca frenata delle attività economiche ha avuto pesanti conseguenze anche sui lavori più tradizionali.
Secondo il World economic forum, in soli cinque anni il 35% delle competenze ritenute essenziali oggi cambierà. Si sta sviluppando una nuova idea di occupazione che pone al centro l’intelligenza umana e la conoscenza tecnologica, e richiede la capacità di creare network, dando immenso valore alle relazioni digitali, alla tecnologia e alla dinamicità della rete. Anche nelle professioni cosiddette «green» la tecnologia rivestirà un luogo sempre più fondamentale, ma serve formazione e capacità di investimento da parte delle istituzioni e delle aziende.
E noi comuni mortali? I giovani che si affacciano al mondo del lavoro e i meno giovani che devono reinventarsi? In quale direzione andare? Tra le professioni emergenti, si fa strada l’importanza di unire alle conoscenze tecniche un po’ della propria consapevolezza per un mondo migliore.

L’esperto di blockchain

Se prendiamo la parola alla lettera, la traduzione italiana è «catena di blocco», e non è una cosa del tutto rassicurante. Che cos’è esattamente? Un blockchain è un registro digitale aperto e distribuito in grado di memorizzare record di dati, denominati «transazioni», in modo sicuro, verificabile e permanente. Cosa c’entra tutto questo con i lavori verdi? A tutti gli effetti si tratta semplicemente di una conoscenza tecnica, che però a differenza di altre innovazioni introdotte negli ultimi anni, mette in campo concetti apparentemente molto diversi e lontani che normalmente non associamo alla tecnologia: la fiducia, la responsabilità, la comunità, la decentralizzazione.
Nel mondo del lavoro si cercano diverse professioni legate all’uso di questa nuova tecnologia diventata fondamentale per molte realtà lavorative, che sta lentamente trasformando il modo in cui operano non solo le banche, ma anche aziende e pubbliche amministrazioni. È molto simile al sistema internet in cui però lo scambio di dati, informazioni e valore avviene in modo blindato al fine di controllare qualsiasi transazione ed effettuare un sicuro tracciamento dei vari blocchi inseriti dai singoli attori che si immettono nella catena. I dati memorizzati su un blockchain non possono essere manipolati e il modello risulta resistente al furto e alla manomissione. Per usare altre parole, la blockchain è una struttura dati condivisa e immutabile. Un’alternativa in termini di sicurezza, affidabilità, trasparenza e costi alle banche dati e ai registri gestiti in maniera centralizzata da autorità riconosciute e regolamentate.
Quali sviluppi per l’economia green? Senza dubbio il mercato del biologico e delle produzioni di qualità dovrà implementare le sue blockchain a garanzia della sua immagine di qualità. Per tutelare e informare il consumatore circa l’origine, la qualità, la sostenibilità e la tracciabilità dei prodotti.

Sostegno alla persona e ai lavoratori

Nell’affrontare la crisi dovremo prenderci cura degli individui più colpiti, non solo a livello materiale. Le professioni di assistenza alla persona verranno affiancate da figure in grado di fornire supporto psicologico ed emotivo.
Nelle aziende e nei centri per l’impiego emerge la necessità di proporre azioni di coaching, un servizio di assistenza e training utile per superare le situazioni di stress e migliorare la propria efficienza nell’ambito lavorativo.
Per tutte le persone che hanno perso il lavoro o hanno bisogno di riqualificarsi sarà importante avviare un percorso per lavorare sulla fiducia in se stessi e potenziare qualità come il coraggio, l’apertura ai cambiamenti e la resilienza, parola chiave del mondo dell’ecologia, che nella crisi economica e ambientale trova il suo perfetto impiego.
Nel mondo del lavoro lo smart working consentirà di dare maggiore autonomia al lavoratore dipendente, come a chi riveste ruoli di responsabilità all’interno delle aziende; tutti però dovranno essere accompagnati da una maggiore capacità di organizzazione e gestione, con uno spiccato grado di flessibilità e capacità di adattamento ai cambiamenti.
Il coach lavora sulla vita privata e professionale della persona e ha la possibilità di integrare e sostenere competenze trasversali che comprendono qualità vicine a una sensibilità più olistica ed ecologica. Tra le varie declinazioni possibili troviamo quella dell’Health Coach, che si occupa più da vicino di consulenza nell’ambito sanitario e richiede capacità di ascolto, competenze comunicative e relazionali, che nel

mondo medico e assistenziale sono andate in gran parte perdute.

Tornare alla terra

Una delle conseguenze immediate della crisi è stata la grave carenza di manodopera in agricoltura. Il Ministero del lavoro ha lanciato l’iniziativa Jobincountry, una banca dati che dà visibilità alle aziende agricole che assumono con contratti regolari. Ad averla messa a punto è la Coldiretti per consentire lo svolgimento regolare delle prossime campagne di raccolta in agricoltura, rispondendo all’attuale mancanza di manodopera nei campi. Si tratta di una piattaforma di intermediazione che offre a imprese e lavoratori un luogo di incontro prima online e poi sul campo. L’obiettivo è mettere in contatto nei singoli territori le aziende in cerca di manodopera con i cittadini in un quadro di assoluta trasparenza e legalità. L’iniziativa è estesa a tutta la Penisola, dopo il successo della fase sperimentale realizzata in Veneto.
Solo nella prima settimana sono stati 1500 gli italiani di tutte le età pronti a rimboccarsi le maniche per lavorare nei campi, dagli studenti ai pensionati, fino ai cassaintegrati, passando da operai, blogger, responsabili marketing, laureati in storia dell’arte e tanti addetti del settore turistico in crisi. ll 60% ha tra i 20 e i 30 anni di età, il 30% tra i 40 e i 60 anni, e uno su dieci ha più di 60 anni.
PER INFORMAZIONI:
www.lavoro.coldiretti.it
_________________________________________________________________________________________

Articolo tratto dalla rubrica Lavoriverdi. Le professioni per un futuro ecosostenibile

Leggi la rubrica sul mensile Terra Nuova Giugno 2020
Visita www.terranuovalibri.it lo shop online di Terra Nuova
 

SFOGLIA UN’ANTEPRIMA DELLA RIVISTA

Leggi anche

Per eseguire una ricerca inserire almeno 3 caratteri

Il tuo account

Se sei abbonato/a alla rivista Terra Nuova, effettua il log-in con le credenziali del tuo account su www.terranuovalibri.it per accedere ai tuoi contenuti riservati.

Se vuoi creare un account gratuito o sottoscrivere un abbonamento, vai su www.terranuovalibri.it.
Subito per te offerte e vantaggi esclusivi per il tuo sostegno all'informazione indipendente!