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Le proprietà del ribes nero

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Il ribes nero (ribes nigrum) è uno dei rimedi naturali più apprezzati per le sue proprietà antiinfiammatorie. La pianta fa parte della famiglia delle Saxifragaceae e se ne usano tutte le parti, gemme, foglie, frutti, semi, con finalità diverse. Scopriamo di più su questo potente rimedio naturale.
Le proprietà del ribes nero

Indicazioni

Tintura Madre, Estratto Secco
• sindromi reumatiche, artrite, artrosi
• allergie
• patologie infettive
• iperuricemia
• ipertensione
Macerato Glicerinato, Macerato Glicerinato Spagyrico
• iposurrenalismo
• sindromi allergiche
• rinite, sinusite, bronchite
• asma bronchiale
• astenia con freddolosità
• artrosi, artrite
• orticaria, dermatite
• adenoma prostatico
Olio
• psoriasi, orticaria, acne
• eritemi, prurito, desquamazioni
• dermatite atopica
• sindrome premestruale
• ipercolesterolemia

Controindicazioni e avvertenze

Non sono note controindicazioni. Bisogna fare attenzione in caso di ipertensione nell’utilizzo della tintura e del gemmoderivato, mentre per chi assume anticoagulanti si consiglia cautela nell’uso dell’olio.

Posologia

Tintura Madre: da 90 a 150 gtt al dì suddivise in 3 somministrazioni.
Macerato Glicerinato: da 70 a 150 gtt in una o più somministrazioni, possibilmente la mattina nell’arco di tempo in cui le surrenali dismettono cortisolo, tra le 8 e le 13. Nella fase acutissima della manifestazione, si possono prendere 150-200 gtt per un breve periodo di 2-3 giorni al massimo. Lavorando, invece, sulla tipologia di base di una persona, si può assumere un dosaggio di 50 gtt anche per lungo tempo.
Macerato Glicerinato Spagyrico: 10-20 gtt per 3 volte al dì in acqua a digiuno.
Estratto Secco: titolato al 3,8 % in derivati flavonici come rutina, 30 mg al dì degli stessi derivati.
Olio: titolato al 17% in acido α-linolenico, da 200 a 250 mg al giorno di GLA.

Uso domestico

Per via interna
Infuso di foglie: 50 g per 1 litro di acqua bollente da lasciare in infusione per 15 minuti, 2-3 bicchieri al dì per i dolori articolari e come diuretico.
Infuso di M. Leclerc: si miscelano 100 g di foglie di Ribes con 50 g di foglie di frassino e 50 g di spirea olmaria. Se ne prende 1 cucchiaio colmo per una tazza di acqua bollente, si lascia in infusione per 15 minuti e si beve 3-4 volte al dì. È una buona tisana diuretica e contro i dolori reumatici.
Succo delle bacche: 30 ml per 3 volte al dì, per regolare l’intestino e drenare.
Vino di Ribes: si raccolgono 5 g di foglie e si mettono a macerare in 100 ml di vino rosso per 10 giorni; si filtra strizzando bene e si mantiene al fresco e al riparo dalla luce. Si assume un bicchierino prima dei pasti come diuretico e depurativo.
Per via esterna
Frutti freschi: pestati e fatti diventare poltiglia si possono mettere sulle ustioni.
Succo delle bacche: per sciacqui e gargarismi si utilizza nelle infiammazioni della bocca e la gola.
Foglie fresche: si pestano e si mettono a bollire con poca acqua per fare una zuppetta densa. Si usano come cataplasma da mettere all’altezza dei reni e sul pube in caso di litiasi delle vie urinarie, oppure sui foruncoli e gli ascessi. Si possono anche strofinare sulle punture di insetti per lenire l’infiammazione.

Principi attivi

Foglie: flavonoidi (mircetina, kaempferolo, quercitina); olio essenziale; tannini; diterpeni; triterpeni.
Semi: acidi grassi essenziali e polinsaturi (acido linoleico, gamma e alfa-linoleico, acido oleico e stearidonico).
Frutti: vitamina C; acidi organici; antociani; flavonoidi.
Gemme: eterossidi; derivati fenolici; amminoacidi; vitamina C.

Dinamica dei costituenti

Sia le foglie che i frutti sono ricchi di flavonoidi, una classe di principi attivi molto importanti per l’azione antinfiammatoria dovuta all’inibizione della formazione dei radicali liberi e della sintesi di importanti mediatori chimici dell’infiammazione; hanno inoltre proprietà antiallergiche e sono capaci di aumentare la resistenza dei capillari. Le foglie contengono poi i tannini e un particolare olio essenziale che libera nel nostro organismo delle sostanze stimolanti l’epitelio renale, tanto da provocare un’abbondante diuresi. Questa azione provocherà una vasodilatazione e di conseguenza una riduzione dell’ipertensione.
Nei frutti troviamo una particolare vitamina C, molto resistente sia al calore che alla cottura, e gli antociani utilissimi contro i radicali liberi e protettivi del microcircolo.
I semi, invece, sono ricchi di acidi grassi essenziali, i famosi omega 3 e 6, che dobbiamo necessariamente introdurre con la dieta in quanto il nostro corpo non li sintetizza. Questi acidi sono fondamentali per la formazione di sostanze vitali e nel mondo vegetale pochissime piante li contengono.
I semi di Ribes contengono soprattutto l’acido gamma-linolenico o GLA (15- 19%), poi altri acidi come l’alfa-linoleico e l’acido stearidonico. Queste sostanze sono importanti per l’azione antitrombotica, antinfiammatoria e per l’influenza sulla pressione arteriosa.
Rimangono infine le gemme che meritano un discorso a parte. Infatti possiamo dire che oggi il rimedio più usato in assoluto nelle allergie e nell’asma è il gemmoderivato, e desta perplessità l’ostruzionismo che viene fatto in certi ambienti professionali in relazione alla sua efficacia. È innegabile l’ampia letteratura sulla sperimentazione dei gemmoterapici e in particolare del Ribes nigrum ad opera dei dottori M. Tétau e C. Bergeret che hanno dato un contributo importantissimo a questo nuovo tipo di fitoterapia.
L’azione delle gemme è mirata particolarmente alle ghiandole surrenali, dove attraverso un determinato stimolo si ha l’aumento del tasso di cortisolo ematico. In pratica agisce da cortisonico naturale senza avere gli effetti collaterali del cortisone quali l’iperglicemia, la ritenzione idrica, l’ipertensione e l’ulcera gastrica.
La gemma possiede inoltre un’attività inibente sulle catene enzimatiche che altrimenti andrebbero a produrre sostanze stimolanti l’infiammazione.

Il rimedio fra storia e tradizione

Il Ribes è sicuramente un’altra pianta molto usata e molto discussa, soprattutto per quanto riguarda le varie preparazioni fitoterapiche. Originario del centro Europa, è facile trovarlo in zone montuose e nei fondovalle umidi e ombrosi.
Le prime informazioni che ci arrivano su questa pianta pare risalgano al I se145 colo d.C ad opera di Dioscoride e solo nel 1100, grazie al lavoro dei monaci amanuensi, lo troviamo citato in alcuni testi dove viene consigliato soprattutto come diuretico. Sembra che il nome derivi dall’arabo Ribas che era il nome di un tipo di rabarbaro del Libano; secondo i viaggiatori del tempo le bacche delle due piante avevano sapore e proprietà molto simili.
Fino al 1500 non troviamo niente in letteratura sul Ribes; nel XVI secolo solo poche citazioni, oltre al consumo alimentare come frutto viene utilizzato da alcuni studiosi come diuretico e nel morso delle vipere, ma senza ottenere molto successo. Nel 1712 finalmente acquisisce fama ufficiale grazie al trattato pubblicato dal monaco Bailly De Montaran, dove se ne esaltano le numerosissime proprietà curative. La sua popolarità declina nel 1800 per poi ritornare in auge all’inizio del XX secolo, periodo in cui iniziano tutta una serie di studi clinici e sperimentazioni. Nel 1908 se ne dimostra l’azione diuretica e antireumatica e pochi anni più tardi vengono confermati questi studi da altri ricercatori.
Nella medicina popolare veniva utilizzato per aumentare la diuresi, come antinfiammatorio e nella tosse convulsiva; per i calcoli delle vie urinarie si era soliti applicare all’altezza di reni e pube un cataplasma di foglie pestate.
Come spesso accade la ricerca conferma gli usi popolari e oggi possiamo trovare vari preparati a base di Ribes nigrum. Spesso accade che di una stessa pianta si possano utilizzare diverse parti estraendo principi attivi che hanno poi un’azione differente; nel caso del Ribes troviamo preparazioni a base sia di foglie, semi, frutti e gemme e diventa interessante osservare le situazioni in cui uno stesso soggetto presenta vari disturbi che corrispondono all’azione terapeutica esplicata dalle suddette preparazioni.
È come se le diverse proprietà della pianta combaciassero con le problematiche della persona, tanto da poter parlare di questa come di “una donna o di un uomo Ribes”.

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