Rallentare significa imparare a dosare il proprio ritmo.
Larousse, 2015: “Lentezza, n. f.: mancanza di rapidità nei movimenti, di vivacità nel pensiero”.
Insomma, all’alba del XXI secolo la velocità sarebbe appannaggio degli svelti, dei dinamici, di quelli che fanno un sacco di cose… E la lentezza, invece, apparterrebbe ai rammolliti, ai sempliciotti, agli imbranati… No!
Rallentare non significa andare al rallentatore. Non è una ragione d’essere dei fannulloni, e nemmeno una requisitoria senza distinzioni contro la velocità e il progresso.
Rallentare vuol dire saper correre quando è necessario, essere rapidi nell’urgenza, dinamici e audaci in ogni momento e padroneggiare l’arte della sottigliezza, quella di coltivare il proprio spirito critico. Significa abbandonare l’attitudine dell’ariete che, una volta lanciato, non sa più fermarsi, e imparare a dosare il proprio ritmo.
Rallentare è una scelta di vita forte, potente, che passa per un delicato connubio tra velocità e lentezza, e che si imparerà ad adattare a ogni situazione.
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Quante volte ci diciamo che «non abbiamo tempo» per seguire un hobby, visitare un amico o semplicemente per fare nulla? Viviamo immersi in una società che ci spinge a essere
frenetici,
iperattivi, a voler possedere sempre qualcosa, a
consumare noi stessi e le risorse del Pianeta.
Nelly Pons, sopravvissuta a un burn-out, un vero e proprio collasso fisico e psichico, parte dalla propria esperienza per suggerirci come riprendere in mano le nostre esistenze e costruire un nuovo rapporto con il mondo in cui viviamo. Rallentare è uno stile di vita, un modo per vivere più consapevolmente, per ridurre l’impatto ambientale dei nostri consumi e per aumentare il tempo e lo spazio dedicato alle relazioni con gli altri, con noi stessi e la natura. Rallentare non significa andare al rallentatore ma saper dosare il proprio ritmo ed elaborare un nuovo equilibrio tra velocità e lentezza.
E poiché il mondo continua ad accelerare, l’unica leva su cui abbiamo il potere di agire siamo noi stessi. In conclusione del libro, Paolo Ermani, una delle figure più attive del movimento ecologista in Italia, ci racconta la storia esemplare di un individuo che ha scelto di rallentare e ha raggiunto il proprio obiettivo.
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