Vai al contenuto della pagina

Li-fi vs 5G: una battaglia ad armi pari?

homepage h2

Il LI-fi è un protocollo di trasmissione che usa la luce al posto delle onde radio, ma può essere considerato una vera alternativa al 5G?
Li-fi vs 5G: una battaglia ad armi pari?
Si è parlato ampiamente del 5G, una tecnologia di distribuzione del segnale internet via radio che appare essere piuttosto invasiva. In opposizione a questo florilegio di antenne, potenze e frequenze radio, si sta facendo strada una tecnologia molto promettente: il Li-Fi (Light Fidelity). Si tratta di un protocollo di trasmissione che utilizza la luce al posto delle onde radio. Niente inquinamento elettromagnetico: le antenne comunicano tra loro inviandosi segnali luminosi, un po’ come gli Indiani d’America coi segnali di fumo.

Quando e dove nasce

Il Li-fi è stato inventato in tempi molto recenti, meno di dieci anni fa, e quindi non si porta dietro tutti i difetti di gioventù del Wi-Fi radio. Il suo vantaggio principale è la semplicità. Si presenta già ora con bassi costi ed elevata velocità di trasmissione (nell’ordine dei Gigabit/s). Il tutto, con una sicurezza in più: in assenza di connessione visiva, con gli apparati Li-Fi è impossibile per hacker e spioni intrufolarsi nelle comunicazioni, quindi i muri delle case sono una protezione formidabile.
Ci sono però alcuni svantaggi: basse distanze massime e soprattutto una fragilità strutturale per gli apparati posti all’esterno, sottoposti alle intemperie. C’è infatti un’elevata probabilità di fuori-servizio in occasione di condizioni atmosferiche sfavorevoli quali pioggia, nebbia, neve, grandine. I dispositivi ottici devono «vedersi», e la linea ottica deve essere priva di disturbi di qualunque genere. È un po’ dura, quindi, considerare il Li-Fi come un sostituto del 5G.

Una soluzione per coprire l’ultimo miglio

Ma non dobbiamo farci intimorire: i punti di debolezza possono essere superati integrando questi strumenti con altri sistemi esistenti, come il Wi-Fi o la fibra ottica. Cosa che fanno anche le aziende che installano il 5G. Così, a ben guardare, scopriamo che il Li-Fi si potrebbe utilizzare come cosiddetto «ultimo miglio», ossia per far arrivare il segnale fin dentro le case, gli asili, le scuole e gli ospedali, senza bombardare le persone di radiazioni non testate. Vi sarebbero risparmi notevoli in sostituzione della cablatura e zero rischi di esposizione a onde elettromagnetiche. Inoltre, l’infrastruttura portante, che oggi è costituita dalle cosiddette «dorsali», potrebbe viaggiare via satellite, sopra la nostra atmosfera, al riparo da disturbi ottici. Insomma, potrebbe essere un sistema potenzialmente ottimo per le macro e le micro trasmissioni. In mezzo, come detto, potremmo metterci ciò che vogliamo, magari la già citata fibra ottica. Forse non ci sarebbe tutta questa necessità di 5G.
Una nazione civile dovrebbe investire in processi puliti e sicuri come il Li-Fi. Perché nessuno lo fa? È difficile capirci qualcosa nel guazzabuglio costituito da interessi enormi (si parla di migliaia di miliardi di euro), questioni geopolitiche e militari. Di sicuro, sappiamo che una tecnologia complicata (e il 5G lo è) porta maggiore potere in chi la maneggia. E anche il potere è una bestia strana.
 
Michele Bottari è esperto di tecnologia ed economia. Scrive su Terra Nuova e sui blog veramente.org e riusa.eu. È autore del libro Come sopravvivere all’era digitale (Terra Nuova Edizioni).
________________________________________________________________________

Articolo tratto dalla rubrica #Ecologia informatica

Leggi la rubrica sul mensile Terra Nuova Ottobre 2020
Visita www.terranuovalibri.it lo shop online di Terra Nuova
 

POTREBBERO INTERESSARTI

Pubblicità personalizzate online, interventi per condizionare le scelte politiche e di consumo, mappatura degli spostamenti… I nostri dati e quelli dei nostri amici, che disseminiamo ogni volta che usiamo lo smartphone o navighiamo su Internet, sono la merce più preziosa per Apple, Google, Facebook, Amazon & Co.
I colossi del web 2.0 si arricchiscono rivendendo i nostri profili ad aziende, partiti politici, gruppi di pressione, venditori di scarpe e materassi, ma anche di scommesse online e contenuti porno. Ma siamo sicuri di voler essere noi la merce che consente a Mark Zuckerberg (Facebook), Larry Page e Sergej Brin (Google), Jeffrey Bezos (Amazon) di figurare in testa alla classifica delle persone più ricche del pianeta?

Il libro – manuale pratico che non disdegna riflessioni e interrogativi sui cambiamenti indotti dalle tecnologie – suggerisce come sottrarsi al controllo di Google, Facebook e compagnia. Tutti, anche coloro che hanno poca dimestichezza con la tecnologia, impareranno a usare programmi, motori di ricerca, app che impediscono di raccogliere i nostri dati e preferenze.
L’autore ci aiuta a essere più consapevoli delle implicazioni di gesti apparentemente innocui (i like, le chat che frequentiamo) e dei costi umani (lavori sempre più precari) e ambientali (rifiuti high-tech che non sappiamo come smaltire) che stiamo pagando. Terminata la lettura, sapremo quali strategie attuare per non essere solo merce passiva dell’era digitale.
 

L’elettrosmog è un pericolo per la salute? «Non ci sono sufficienti evidenze scientifiche per dimostrarlo». Il libro confuta quest’assioma stereotipato, fondato su ricerche superate di dubbia indipendenza, e offre una panoramica dei rischi prodotti dai campi elettromagnetici dei più moderni strumenti tecnologici.

L’autore indica i confini e le linee guida dell’elettrosensibilità, una nuova forma di malattia ambientale altamente invalidante e tipica dell’Era Elettromagnetica, patita da un numero sempre più grande di cittadini invisibili, costretti alla fuga da città e modernità. Nel libro sono raccolte le testimonianze dei malati, le storie di suicidi e dell’insorgenza di patologie tumorali, e le sentenze shock che stabiliscono il nesso telefonino=cancro; vengono raccontati i lati oscuri dell’elettrosmog e svelate le incongruenze, le distorsioni metodologiche e i conflitti d’interesse alla base del cosiddetto fronte negazionista. Capitoli molto importanti sono inoltre dedicati alle più efficaci terapie elettrodesensibilizzanti, che vengono in aiuto per cercare di ridurre l’impatto dei campi elettromagnetici sugli esseri umani.
Un libro inchiesta fondamentale per una corretta informazione e per chiedere ai cittadini e alle istituzione una presa di coscienza dei rischi dell’elettrosmog in nome del Principio di Precauzione.

Leggi anche

Per eseguire una ricerca inserire almeno 3 caratteri

Il tuo account

Se sei abbonato/a alla rivista Terra Nuova, effettua il log-in con le credenziali del tuo account su www.terranuovalibri.it per accedere ai tuoi contenuti riservati.

Se vuoi creare un account gratuito o sottoscrivere un abbonamento, vai su www.terranuovalibri.it.
Subito per te offerte e vantaggi esclusivi per il tuo sostegno all'informazione indipendente!