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Mal di schiena: conosciamo il metodo Monari

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Secondo i principi della fisioterapista francese Mézières, i disturbi della schiena dipendono dal benessere dei muscoli, sui quali è possibile lavorare per eliminare asimmetrie e blocchi. A Bologna, il centro specialistico Monari tratta con successo i disturbi della colonna vertebrale, senza forzature.
Scoliosi, mal di schiena, contratture, dolori articolari, artriti: sono tra le «epidemie» del momento e vengono trattate con busti, fisioterapie, ginnastiche correttive e posturali. E se per risolvere veramente il problema occorresse, invece, cambiare radicalmente prospettiva?
Ne è convinta Maddalena Monari, che nel suo centro specialistico di Bologna applica da trentacinque anni il metodo che porta il suo nome e che si ispira ai principi della «rivoluzionaria» fisioterapista francese Françoise Mézières, scomparsa venticinque anni fa. «È bene sfatare la leggenda secondo cui è il movimento che modifica la forma del corpo» spiega la dottoressa Monari. «È invece vero il contrario: è la forma del corpo che modifica ogni tipo di movimento.
Quindi, occorre ritrovare il giusto equilibrio e l’elasticità della muscolatura per arrivare ad avere un corpo armonico, senza più asimmetrie o dolori. Da qui, il nostro lavoro, che punta a sciogliere i blocchi e le rigidità, perché sono questi che procurano i disturbi alla colonna vertebrale e alle articolazioni.  Quando i muscoli sono accorciati e contratti, le ossa si avvicinano e ciò impedisce il movimento libero e sciolto.
Il corpo non è libero di vivere sensazioni ed emozioni. Spalle rigide, mandibole serrate e bacino bloccato costituiscono una prigionia che si esprime attraverso i dolori. Il seno floscio è la risposta a un torace che non respira, costretto a incurvarsi da una zona cervicale rigida.
Il ventre gonfio è l’effetto di una contrattura dei muscoli della zona lombare che inarca la colonna e spinge la pancia in avanti. Insomma, sciogliere i blocchi muscolari significa rimettere in asse la struttura ossea, ridare giovinezza al corpo, ma soprattutto significa sottrarre il nostro corpo e la nostra mente a quella che si potrebbe definire come una “gabbia di rigidità, freddo e isolamento” in cui finiamo per chiuderci quando non abbiamo equilibrio interno». 
La scoliosi nei bambini
Quando nei bambini si manifesta la cosiddetta scoliosi, secondo la dottoressa Monari, «è inutile dire loro di stare dritti o sottoporre il corpo a stress per assumere una buona posizione. Il problema è più profondo, è nei muscoli. Scoliosi, dorso curvo e piede piatto sono il sintomo di un accorciamento della catena posteriore.
Ciò significa che riportare i muscoli alla loro lunghezza fisiologica migliora notevolmente il sintomo e spesso lo elimina; anche alcune delle scoliosi definite idiopatiche possono interrompere il loro processo evolutivo lavorando sulla muscolatura posteriore con trattamenti individuali o esercizi di gruppo.
Quindi, costringere un bambino a stare dritto se i suoi muscoli non glielo permettono potrebbe voler dire costringerlo a ruotare un’anca o altre parti del corpo, per poi tornare nella posizione di partenza ». Soprattutto, sottolinea Maddalena Monari, «dal nostro punto di vista occorre dire no ai busti correttivi, che non fanno altro che peggiorare il problema». «Ingabbiano il corpo e irrigidiscono ancora di più la muscolatura. I bambini e i ragazzi ne usciranno in condizioni peggiori di quando hanno iniziato il trattamento. Anche la cosiddetta ginnastica posturale, che è poi la vecchia ginnastica correttiva rivisitata, non consente, dal nostro punto di vista, di ottenere risultati efficaci.
È fondamentale essere consapevoli che sono i nostri muscoli a mantenerci in asse; teniamolo a mente quando ci prescrivono esercizi posturali, stretching, potenziamento muscolare o altro, per non incorrere in nuovi squilibri.
Sì, invece, a esercizi secondo i principi del metodo Mézières, per riequilibrare la muscolatura, fatti sempre a terra, in posizione supina, con palle di gommapiuma posizionate in corrispondenza di alcuni punti del corpo, in modo da allungare e riportare in asse tutta la muscolatura». Prospettiva e approccio differenti, dunque, ma che seguono una loro solida logica che rispetta appieno la fisiologia del nostro corpo.

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