Cosa può fare il cittadino consapevole per disporre di cibo nutriente e sostenere gli agricoltori? La riflessione di Carlo Triarico, presidente dell’Associazione per l’agricoltura biodinamica.
Per disporre di cibo nutriente e sostenere gli agricoltori, il cittadino deve innanzitutto tenersi informato, partecipare attivamente alle politiche sociali e fare le giuste scelte negli stili di vita. Mangiare contadino, biologico e biodinamico è un atto di grande impegno sociale.
Nel 2019, il Consiglio per la ricerca in agricoltura ha comunicato che in tre anni l’Italia ha perso 320 mila aziende agricole. Ma, attenzione: durante questa emorragia non è diminuito il suolo agricolo totale, segno di una progressiva concentrazione nelle mani di pochi dei terreni che appartenevano alle aziende contadine che hanno chiuso. Aumentano le speculazioni sulla terra, anche con l’acquisto da parte della finanza, che mira ai contributi provenienti dalla politica agricola Ue.
Le realtà agricole non ce la faranno, se preferiremo mangiare cibo spazzatura o pagarlo all’agricoltore come tale. Il reddito degli agricoltori italiani diminuisce. Secondo l’Istat, nel 2019 è calato ancora del 2,6%. Eppure l’Italia ha un patrimonio di tipicità e il record di agricoltori biologici e biodinamici. Il problema è che ancora pochi italiani acquistano alimenti bio. Il reddito agricolo aumenta nei paesi dove i cittadini sono disponibili a sostenere i contadini, scegliendo un buon cibo e pagando il giusto prezzo, come sta accadendo in Germania.
Gli occupati nelle aziende agricole biodinamiche europee aumentano e la media è arrivata a 19 addetti per azienda. A salvarle sono spesso i consumatori del Centro Europa, che ne comprano i prodotti. La media italiana degli occupati in aziende agroalimentari è invece di soli 2 addetti. Secondo i dati Istat 2019, delle centinaia di migliaia di imprese agricole forestali e della pesca, ufficialmente il 61%, non ha addetti, solo 5878 hanno più di 9 addetti e di queste solo 381 superano i 49. Sono numeri preoccupanti e indicano che stiamo perdendo il tessuto sociale agricolo e rischiamo di non avere più un legame diretto col cibo, ma solo un’alimentazione fatta di materie prime industriali. Se mancheranno gli agricoltori, mancherà anche la cura dei suoli e i territori si svuoteranno. Tutto dipende dalle scelte alimentari che faremo.
Possiamo aiutarci e aiutare i contadini, pagargli il giusto prezzo e possiamo concedere a noi stessi un cibo che nutre la nostra parte migliore. Serve sostenere una triarticolazione che assicuri le relazioni solidali tra produzione, commercio e consumo, che riconosca gli equilibri tra la sfera economica, quella giuridica e quella culturale, senza permettere il prevalere di una sull’altra.
Carlo Triarico, storico della scienza, presiede l’Associazione per l’agricoltura biodinamica. È vicepresidente di Federbio e direttore dell’Istituto APAB.
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Articolo tratto dalla rubrica Il punto biodinamico
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