Uno studio mette in luce un collegamento tra regali delle aziende farmaceutiche ai medici e aumento delle prescrizioni.
Una recente conferma del meccanismo «più regali uguale più prescrizioni» arriva dalla Francia1, precisamente da uno studio retrospettivo su 41.257 medici di base, il 90% dei quali aveva ricevuto almeno un regalo dalle aziende farmaceutiche tra il 2013 e il 2016.
Il restante 10%, che non aveva ricevuto alcun regalo, aveva prescritto meno farmaci e con maggiore appropriatezza, valutata secondo 11 indicatori Rosp (Rémunération sur objectifs de santé publique).
Attraverso i dati ottenuti da Trasparence Santé, gli autori hanno suddiviso i medici in sei categorie: chi non aveva ricevuto alcun regalo contro chi aveva ricevuto benefici quantificabili fra 10 e >1000 €. Per la legge francese, 10 € è la soglia che obbliga l’azienda farmaceutica alla segnalazione.
Questi dati sono stati incrociati con le prescrizioni dei medici per ciascuno dei sei gruppi, dimostrando un incremento lineare della quantità dei farmaci prescritti, in particolare per benzodiazepine, vasodilatatori e antibiotici. Per quanto riguarda gli antipertensivi, chi aveva ricevuto di più prescriveva di preferenza sartani, più costosi, rispetto agli ACE inibitori, meno costosi. Chi aveva ricevuto di più prescriveva meno generici, che in Francia costano il 60% in meno di quelli coperti da brevetto.
Come già rilevato da studi analoghi, la corrispondenza fra regali e aumento di prescrizioni si è verificato anche per la categoria più modesta, 10-69 €. La metodica adottata non permette, a detta degli stessi autori, di stabilire in maniera incontrovertibile un nesso di causa/effetto fra beneficio ricevuto e tipo di prescrizione, ma i dubbi sono ben pochi. Gli autori sottolineano come il meccanismo degli omaggi ai medici comporti tre effetti negativi:
1) un maggior costo a carico del sistema sanitario (mediamente 5 € in più a ricetta);
2) maggiori effetti avversi a carico dei pazienti, soprattutto per la categoria benzodiazepine e vasodilatatori;
3) uso scorretto di antibiotici.
Anche il quotidiano Le Monde ha parlato dello studio2.
Note1. Goupil B. et al, «Association between gifts from pharmaceutical companies to french general practitioners and their drug prescribing patterns in 2016: retrospective study using the French Transparency in Healthcare and National Health Data System databases», BMJ, 367:i6015, (2019).
2. shorturl.at/fghw4
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Articolo tratto dalla rubrica
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