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«Mosche volanti» Un disturbo visivo sempre più comune

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Chi soffre di miodesopsie vede fluttuare nel proprio campo visivo macchie, punti e filamenti, a volte con un notevole peggioramento della visione. Sulle cause e sulle possibili cure si stanno intensificando le ricerche. Facciamo il punto con il dottor Jerry Sebag, uno dei massimi esperti al mondo in questo campo.
«Mosche volanti» Un disturbo visivo sempre più comune
Il termine scientifico è miodesopsie: è un disturbo le cui cause sono ancora sconosciute, che affligge molte più persone di quello che si pensa e che provoca la visione di macchie, punti e filamenti grigiastri che fluttuano nel campo visivo e che per questo vengono chiamate comunemente «mosche volanti», in inglese floaters.
Si tratta di un fenomeno degenerativo del corpo vitreo, contenuto nella camera vitrea all’interno dell’occhio. Il vitreo ha una consistenza gelatinosa, è costituito per la maggior parte da acqua e nel caso specifico della comparsa di miodesopsie perde la sua trasparenza a causa di una riduzione della sua componente acquosa; ciò avviene soprattutto con l’invecchiamento, anche se paiono essere sempre più frequenti casi in età più precoce. Di fatto, questi «corpi mobili» si possono manifestare a qualunque età e perdurare per tutta la vita. Possono risultare più visibili quando si fissa qualcosa di chiaro o luminoso e si spostano quando si muovono gli occhi.
Al momento non esistono cure efficaci a risoluzione del problema, ad eccezione della vitrectomia, un intervento chirurgico che però non è esente da rischi, a breve, medio e lungo termine.

Il VDM Project

Nel corso degli anni si sono creati diversi gruppi online di persone che soffrono di miodesopsie (oggi basta cercare il termine sui social), ma in questi contesti è difficile andare oltre la condivisione delle esperienze e la solidarietà reciproca. Nel 2002 è stata fondata in Italia la onlus Cielo Azzurro ( www.miodesopsie.it), che oggi però non è più attiva. Nel 2019, poi, per iniziativa di un italiano trasferitosi negli Emirati Arabi, Fabio Gallerani, si è costituita una vera e propria alleanza a livello internazionale tra persone colpite da miodesopsie che si è data il nome di VDM Project1 ( www.vdmresearch.org) e che sostiene gli studi del medico americano Jerry Sebag, una vera e propria autorità nel campo dello studio del vitreo, da tempo impegnato nella ricerca su questo disturbo.
«Quando mi hanno diagnosticato le miodesopsie mi sono sentito in forte difficoltà, psicologicamente è stato un duro colpo, ho persino sofferto di depressione» spiega Fabio Gallerani, imprenditore digitale e formatore in digital marketing. «Ma poi ho capito che occorreva reagire e ho pensato di costituire un’organizzazione online senza scopo di lucro che potesse accelerare le ricerche di una cura meno invasiva. Lavoro moltissimo al computer, sono miope da tempo e nel 2018, dopo un’intensa giornata, guardando il cielo ho visto per la prima volta delle macchioline nere. L’oculista mi disse che era tutto a posto, ma io ho iniziato a indagare per capirne di più; volevo assolutamente rendermi conto di cosa mi stava accadendo. È così che ho scoperto cos’era questa malattia e, nella mia disperata ricerca di cure possibili, mi sono anche reso conto, studiando la letteratura esistente, come l’intervento di asportazione del vitreo, che a volte viene proposto, possa avere conseguenze anche pesanti in un numero di casi non trascurabile, compresa la cataratta e il distacco della retina. Mi sentivo senza via d’uscita. Proprio in quel momento, dopo aver conosciuto online numerose persone che come me avevano il problema, ho scoperto il lavoro di Jerry Sebag».
Da qui è nata l’idea di costituire il gruppo VDM Project, che si va allargando in varie nazioni con numerosi aderenti e sempre maggiore consapevolezza. «Poco dopo la mia diagnosi, ho incontrato personalmente il dottor Sebag, e da lì ho iniziato a coalizzare pazienti nel VDM Project, che raccoglie appunto persone che soffrono di questo disturbo nonché esperti. L’organizzazione invita a destinare fondi2 alla VMRR, l’organizzazione non-profit americana fondata proprio da Jerry Sebag, e i fondi arrivano direttamente all’ente americano. Possiamo anche contare su un mastermind team, cioè una squadra di persone attentamente selezionate per competenze e tutte volontarie, che all’interno del progetto tengono i contatti diretti con lo staff di Sebag e pianificano l’attività dell’organizzazione.
Una cura sicura ed efficace per le miodesopsie è il nostro obiettivo, e naturalmente auspichiamo ci si possa arrivare il più presto possibile».
«È comunque anche essenziale porre le basi per far conoscere e riconoscere questa malattia come un problema serio, la comunità medica deve rendersene conto» prosegue Gallerani. «Con il nostro progetto stiamo esplorando modalità per ricevere anche sovvenzioni governative, ma questo non sarà possibile se le miodesopsie non saranno tenute in considerazione come disturbo serio e importante. Possiamo completare il programma solo con un grande sforzo collettivo e abbiamo bisogno dell’aiuto di tutti. La cosa ulteriormente positiva è che si sta anche creando un board di medici all’interno del VDM Project che supportano chi soffre della malattia e portano avanti diversi progetti di ricerca in varie parti del mondo. Il board avrà una sua sezione sul sito web del progetto, i cui testi sono disponibili in sei lingue».

Cosa accade all’occhio

Ma vediamo nello specifico come questa malattia colpisce l’occhio. A spiegarcelo è lo stesso dottor Sebag, che abbiamo intervistato. «I cosiddetti floaters non sono strutture all’interno dell’occhio, ma fenomeni visivi indotti dall’opacità del corpo vitreo» spiega il medico americano. «E quando la persona muove l’occhio o la testa, si sposta anche il vitreo, che ha una consistenza vischiosa ed elastica, facendo percepire la “fluttuazione”, o oscillazione, di queste opacità. Si tratta di piccoli oscuramenti visivi grigi o scuri che presentano curve e nodularità. A volte vengono descritti come piccole ragnatele, che sono di fatto la proiezione di ombre costituite da aggregati di collagene dentro il corpo vitreo. Ci sono anche casi in cui i floaters sono traslucidi e trasparenti, probabilmente residui di vasi sanguigni presenti nel corpo vitreo durante il primo trimestre della embriogenesi. Questi fenomeni compaiono più comunemente con l’avanzare dell’età e con il distacco del vitreo posteriore3, ma possono anche fare la loro comparsa in età più precoce come conseguenza di modifiche strutturali del corpo vitreo correlate alla miopia4. […]

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