Sono sempre di più le persone intolleranti o allergiche a questo metallo. Molti alimenti ne contengono in grande quantità, ma una dieta specifica può aiutare ad affrontare il problema.
L’allergia e l’intolleranza al nichel rappresentano un fenomeno che è andato crescendo negli ultimi decenni e che arriva ormai a colpire un numero considerevole di persone, anche in Italia. Si parla di percentuali che vanno dal 14 al 32%, con una netta prevalenza tra le donne.
Questa forma di ipersensibilizzazione è collegata anche agli alimenti che ingeriamo, non solo agli agenti esterni con cui veniamo in contatto. Non appare facile quantificare con precisione l’incidenza reale del fenomeno, anche per la sua insita complessità, e i risultati degli studi scientifici non si mostrano sempre concordi.
Per esempio, secondo uno studio pubblicato nel febbraio scorso sul British Journal of Dermatology1 che ha esaminato i risultati di test allergici in cinque paesi, Italia, Portogallo, Svezia, Olanda e Germania, il 14,5% della popolazione è risultata allergica al nichel. Secondo invece dati pubblicati nel 20042 da Esscal (sistema europeo di vigilanza sulle allergie da contatto), in base a quanto emerso da una valutazione statistica policentrica, la prevalenza della positività al patch test (test allergico cutaneo) nella popolazione generale in Europa arrivava al 20%; in particolare l’Italia, sempre secondo i dati del 2004, risultava il primo paese in Europa per prevalenza di allergici al nichel, con un 32,1%. Di fatto, comunque, il problema conta su numeri che non possono essere ignorati.
Come si manifesta
All’allergia al nichel sono attribuite varie modalità di presentazione: cutanee, localizzate o sistemiche ed extracutanee. Si possono infatti distinguere la dermatite allergica da contatto e la sindrome da allergia sistemica al nichel, con manifestazioni cutanee, gastrointestinali, respiratorie, neurologiche o di altro tipo.
Oltre a porre grande attenzione a ciò che si indossa, soprattutto sotto forma di accessori o bigiotteria, occorre anche stare attenti all’eventuale e possibile esposizione professionale, all’assunzione di acqua del rubinetto, che può contenere nichel in tracce, all’esposizione al fumo di sigaretta e all’ alimentazione chesi sceglie di seguire, compreso l’utilizzo di determinati materiali per i contenitori destinati alla cottura e alla trasformazione dei cibi.
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