Vai al contenuto della pagina

Officinali o aromatiche? Facciamo chiarezza

homepage h2

Nonostante la sempre maggior diffusione di queste piante, rimane una certa confusione sui termini da utilizzare. Aromatiche, officinali o medicinali? Cerchiamo di fare un po’ di chiarezza.
Officinali o aromatiche? Facciamo chiarezza
Le piante aromatiche contengono sostanze in grado di donare aroma, sapore e fragranza a cibi e bevande. Spesso presentano anche principi attivi dalle virtù medicinali e componenti utilizzati in cosmesi o oli essenziali impiegati nella produzione di profumi.
Si tratta di un variegato e numeroso gruppo di piante molto utilizzate in passato quando rappresentavano la fonte principale da cui ottenere medicamenti e aromi per gli alimenti. Nel Medioevo, ogni monastero era dotato di un Giardino dei semplici dove venivano coltivate erbe officinali e aromatiche sotto la guida di un erborista esperto. Lo stesso Regimen Sanitatis Salernitanum (Regola sanitaria salernitana), trattato a carattere didattico-didascalico della Scuola Medica Salernitana del XII-XIII secolo, affidava un ruolo di primo piano alle erbe aromatiche, il cui impiego si perde nella notte dei tempi ed è comune a tutte le civiltà.
Negli ultimi anni, anche nel nostro mondo civilizzato e ipertecnologico si sta assistendo a un rinnovato interesse per le aromatiche grazie all’accresciuta attenzione nei confronti dell’alimentazione naturale e alla riscoperta della fitoterapia.
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), ancora oggi le erbe curative, intese nel senso più ampio del termine, continuano a rappresentare la principale risorsa terapeutica per due terzi della popolazione mondiale.
L’interesse per queste piante non si manifesta solo attraverso il loro impiego per preparare manicaretti o per la cura di alcuni disturbi, ma anche con una maggiore diffusione della loro coltivazione. Una coltivazione alla portata di tutti, perché le aromatiche necessitano di poche cure e poco spazio dato che si consumano in quantità limitata rispetto agli ortaggi, ai cereali e alle altre colture. Così basta un piccolo giardino o qualche vaso collocato sul balcone o sui davanzali delle finestre per poter disporre di una quantità sufficiente di aromi. Come se non bastasse, si tratta spesso di piante rustiche, di facile coltivazione, in grado di dare soddisfazione anche a chi non è dotato di pollice verde. E non bisogna dimenticare che alcune aromatiche sono molto decorative, così che possono essere utilizzate anche come piante ornamentali.
Coltivando le aromatiche si può disporre delle piante fresche per godere appieno delle loro virtù alimentari e curative e si può ampliare la gamma degli aromi disponibili per la cucina, grazie alla coltivazione di piante ormai inusuali che permettono di riscoprire i gusti perduti come quello della balsamita, del dragoncello o del levistico.

UNA REGOLAMENTAZIONE LACUNOSA

Nonostante la loro notorietà e diffusione, c’è sempre un po’ di confusione nei termini da utilizzare: si tratta di piante aromatiche, officinali o medicinali?
Il termine officinale deriva dalla tradizione culturale e storica italiana e si riferisce alle piante utilizzate nelle officine, intese nel significato che il termine assumeva nel latino medievale per indicare i laboratori farmaceutici, dove le piante venivano sottoposte a processi di essiccazione, triturazione, macerazione e distillazione per l’estrazione dei loro principi attivi poi utilizzati nei vari impieghi.
La prima definizione, in tempi relativamente recenti, del termine “piante officinali” si ritrova nella Legge del 6 gennaio 1931 n. 99 “Disciplina della coltivazione, raccolta e commercio delle piante officinali”, dove per piante officinali sono indicate le piante medicinali, aromatiche e da profumo riportate in un apposito elenco.

Da allora, con l’eccezione di numerosi interventi legislativi a livello regionale, il settore ha sofferto della mancanza di una vera e propria normativa nazionale. Lacuna solo in parte colmata dal decreto legislativo n. 75 del 21 maggio 2018, dove si legge che: “… per piante officinali si intendono le piante cosiddette medicinali, aromatiche e da profumo, nonché le alghe, i funghi macroscopici e i licheni destinati ai medesimi usi. Le piante officinali comprendono anche alcune specie vegetali che in considerazione delle loro proprietà e delle loro caratteristiche funzionali possono essere impiegate, anche in seguito a trasformazione, nelle categorie di prodotti per le quali ciò è consentito dalla normativa di settore, previa verifica del rispetto dei requisiti di conformità richiesti”.1

Una lista con l’indicazione delle specie da considerare tali viene però rimandata alla pubblicazione di un elenco che non è ancora avvenuta. Tuttavia il nuovo decreto ha il pregio di stabilire chiaramente che coltivazione, raccolta e prima trasformazione delle piante officinali sono da considerarsi a tutti gli effetti attività agricole, permettendo in modo inequivocabile agli agricoltori di eseguire tutti gli interventi necessari a stabilizzare e conservare il prodotto destinato alle fasi successive della filiera. Un riconoscimento importantissimo per chi produce professionalmente piante officinali, perché garantisce il riconoscimento formale della loro attività.
Restano le limitazioni alla vendita dei preparati erboristici per la cura delle persone, riservata a farmacisti ed erboristi per la potenziale pericolosità di alcuni dei principi attivi contenuti in queste piante. Rimane, invece, la possibilità di cedere liberamente al consumatore finale piante fresche e preparati ad uso alimentare. Il discrimine, quindi, dipende dalla destinazione d’uso della pianta coltivata che in alcuni casi può essere duplice cioè sia alimentare che erboristico. Ad esempio il timo ha un utilizzo alimentare quando viene adoperato per insaporire gli alimenti, mentre ha un impiego erboristico quando da esso viene estratto il timolo. Così l’agricoltore può vendere direttamente il timo fresco ed essiccato come condimento per il cibo, ma non l’olio essenziale di timo come antimicotico per la cura delle micosi dell’unghia.
Chi coltiva questo tipo di piante in modo professionale deve, quindi, mantenersi costantemente informato sulla normativa di settore e prestare particolare attenzione alla coltivazione e alla vendita delle piante considerate per legge officinali. Fino a quando non sarà pubblicato l’elenco previsto dal decreto legislativo n. 75 del 21 maggio 2018 si può fare riferimento agli elenchi contenuti nel Regio Decreto n. 772 del 26 maggio 1932 e nella Circolare del Ministero della Sanità n. 1 dell’8 gennaio 1981. Ma si tratta di elenchi molto eterogenei che riuniscono piante ortive come l’aglio e il carciofo; piante medicinali come lo psillio; piante impiegate nel settore liquoristico come il genepì; piante tessili come il lino; piante aromatiche come lo zafferano e la salvia; piante velenose come la datura ecc.
_________________________________________________________________________________________________________________

Le aromatiche, o officinali, rappresentano un gruppo di piante di particolare interesse sia per i loro molteplici impieghi culinari ed erboristici, sia per la relativa facilità di coltivazione.

In queste pagine, Francesco Beldì, agronomo e autore di successo di manuali di coltivazione biologica, guida il lettore in un affascinante viaggio nel mondo delle piante aromatiche, attraverso oltre 50 schede che illustrano in dettaglio: dalla A di acetosa fino alla Z di zafferano, le proprietà, l’impiego e il metodo di coltivazione delle principali specie in grado di prosperare nel nostro clima. Per ogni pianta sono inoltre riportati preziosi consigli e suggerimenti per il controllo dei parassiti, la raccolta e la conservazione, indispensabili per preservare al meglio le preziose proprietà delle aromatiche.

Leggi anche

Per eseguire una ricerca inserire almeno 3 caratteri

Il tuo account

Se sei abbonato/a alla rivista Terra Nuova, effettua il log-in con le credenziali del tuo account su www.terranuovalibri.it per accedere ai tuoi contenuti riservati.

Se vuoi creare un account gratuito o sottoscrivere un abbonamento, vai su www.terranuovalibri.it.
Subito per te offerte e vantaggi esclusivi per il tuo sostegno all'informazione indipendente!