Alcune piante aromatiche sono così rustiche da non essere danneggiate di solito dai parassiti o, comunque, da riuscire a sopportare bene le loro aggressioni. Altre sono facilmente oggetto di attacchi da parte di funghi o insetti, soprattutto in presenza di particolari condizioni climatiche.
Questi attacchi possono portare in alcuni casi anche alla totale perdita del raccolto.
Chi sceglie l’agricoltura biologica desidera evitare il più possibile l’esecuzione di trattamenti, anche con l’utilizzo di principi attivi non tossici, ma questo non significa che la perdita del raccolto sia accettabile.
È importante allora, mettere in campo delle strategie preventive ed essere pronti a proteggere le piante utilizzando, quando è necessario, prodotti per la difesa ammessi in agricoltura biologica.
Il primo passo per evitare danni da parassiti è la conoscenza. Infatti solo sapere quali sono le situazioni di rischio per le piante coltivate e sapere riconoscere le avversità consente di intervenire in modo efficace. Importante è anche non tralasciare mai di eseguire controlli periodici sullo stato sanitario delle piante in modo da accorgersi tempestivamente di eventuali problemi e prepararsi ad affrontarli.
Sembrano parole scontate, ma nella pratica accade di frequente che si commettano errori dovuti a difetti di conoscenza.
Un esempio? Tutti conoscono e riconoscono gli adulti delle coccinelle, voraci predatori di afidi. Ma quanti sono in grado di riconoscere le larve di questo insetto, ancora più attive degli adulti contro gli afidi stessi?
La strategia di protezione delle piante prosegue con l’attenzione da dedicare alle pratiche agronomiche e cioè di coltivazione.
Un elenco, seppure parziale, delle azioni che possono essere messe in atto è il seguente:
• evitare una concimazione azotata eccessiva, anche con i fertilizzanti organici, per ridurre il rischio di danni da parassiti fungini e da insetti con apparato boccale pungente succhiante (afidi, cicaline, ecc.);
• aumentare il sesto di impianto, cioè lo spazio fra una pianta e l’altra per favorire l’arieggiamento e una rapida asciugatura delle foglie con l’obiettivo di ridurre il tempo a disposizione delle crittogame fungine per penetrare nei tessuti vegetali;
• evitare l’irrigazione a pioggia, per non bagnare le foglie;
• scegliere una successione colturale corretta per diminuire il rischio di danni provocati dai parassiti dell’apparato radicale e del colletto;
• favorire la presenza in prossimità della zona coltivata di rifugi adatti a mammiferi, uccelli insettivori e insetti utili per ridurre la pressione degli insetti fitofagi sulle piante;
• scegliere alcune consociazioni in grado di diminuire il rischio di attacchi di fitofagi sfruttando l’azione repellente svolta da alcune piante (e si tratta spesso di aromatiche);
• coltivare nelle vicinanze delle aromatiche specie come la calendula, il coreopsis, la facelia, il fiordaliso, il nasturzio, il pisello odoroso, la potentilla, il tagete e/o la veronica i cui fiori attirano insetti utili per contribuire a ridurre i problemi causati da afidi, aleurodidi e altri parassiti;
• anticipare alcuni raccolti per impedire lo sviluppo dei patogeni, accettando una parziale perdita di produzione;
• provvedere a irrorare le piante con infusi, decotti o macerati di erbe atti a stimolare le capacità di autodifesa delle piante e/o per sfruttare la loro funzione repellente.
Talvolta, però, queste strategie non sono sufficienti a contenere il danno. In questi casi si deve prima identificare con certezza il patogeno e poi decidere come intervenire verificando in prima istanza la possibilità di utilizzare sistemi di difesa meccanici (trappole, reti anti-insetto) o di intervenire lanciando nell’ambiente insetti utili acquistati presso le biofabbriche, oggi facilmente reperibili via internet.
Se fosse impossibile percorrere queste strade si dovrà scegliere di eseguire un trattamento. Anche in questo caso si potrà procedere progressivamente dando la preferenza ai formulati fitoterapici, a prodotti naturali come la propoli, il sapone di Marsiglia o il bicarbonato di sodio e ai preparati microbiologici (il più diffuso è il Bacillus thuringiensis attivo contro molte larve di lepidotteri).
Come ultima opzione restano gli altri prodotti ammessi in agricoltura biologica, come il rame, lo zolfo e il piretro.
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Le aromatiche, o officinali, rappresentano un gruppo di piante di particolare interesse sia per i loro molteplici impieghi culinari ed erboristici, sia per la relativa
facilità di coltivazione.
In queste pagine, Francesco Beldì, agronomo, esperto di agricoltura biologica e autore di successo di manuali di coltivazione biologica, guida il lettore in un affascinante viaggio nel mondo delle piante aromatiche, attraverso oltre 50 schede che illustrano in dettaglio: dalla A di acetosa fino alla Z di zafferano, le proprietà, l’impiego e il metodo di coltivazione delle principali specie in grado di prosperare nel nostro clima.
Per ogni pianta sono inoltre riportati preziosi consigli e suggerimenti per il controllo dei parassiti, la raccolta e la conservazione, indispensabili per preservare al meglio le preziose proprietà delle aromatiche.
Buona lettura, quindi, e buon lavoro per il benessere delle vostre piante aromatiche!