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Senza pannolino: si risparmia e si rispettano ambiente e salute

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Si sta diffondendo anche in Italia la pratica di abituare i bambini fin dai primissimi mesi di vita ad abbandonare il pannolino, preferendo il vasino. Ovviamente, l’adulto ha il compito di aiutare e sostenere il piccolo, ma i benefici sono senz’altro notevoli.
Senza pannolino: si risparmia e si rispettano ambiente e salute
Vi immaginate quale beneficio rappresenti per la pelle dei neonati abbandonare il pannolino e imparare a usare il vasino precocemente, in modo da acquisire anche il controllo delle funzioni escretorie? Per non parlare dell’impatto positivo sull’ambiente e, di conseguenza, sulla salute di tutti noi, soprattutto se si smette di usare gli «usa e getta».
Non è affatto impossibile insegnare ai nostri bambini a fare a meno del pannolini già dai primi mesi di vita e ci sono anche studi ed esperti che sostengono questa pratica. Occorre tempo, diligenza, e pazienza. E se non credete che un neonato possa essere consapevole dei propri bisogni, toglietegli il pannolino e osservatelo mentre fa pipì o popò. Dall’espressione facciale, dal linguaggio del corpo e dalle vocalizzazioni vedrete che è consapevole di quello che sta succedendo. Vi accorgerete che è in contatto con i muscoli e le sensazioni coinvolti. Possiamo dunque aiutarlo a sviluppare questa consapevolezza.
Come ogni altro muscolo, più un neonato sperimenta consciamente e inizia a esercitare gli sfinteri, maggiore sarà il controllo che potrà conseguire. Inizialmente sarà solo una sensazione, ma con il tempo imparerà a contrarre e rilassare i muscoli. Quanto prima riconoscerete queste sue capacità e le incoraggerete, tanto prima conseguirà un buon livello di controllo sui suoi processi fisiologici.

Gli step fondamentali

Le due fasi principali su cui si basa l’educazione al vasino per neonati sono quella in braccio, che inizia dalla nascita e comprende tutto il periodo in cui il neonato necessita di un considerevole supporto fisico per usare il vasino; e la fase del vasino o del sedile del water, che inizia quando il piccolo è in grado di sedere comodamente e in modo autonomo su un vasino o water.
La fase in braccio è la parte più importante: non essendo in grado di stare seduto autonomamente, il neonato deve essere tenuto in braccio, in modo sicuro e confortevole, su un recipiente o altro posto dove fare i bisogni. Il periodo migliore per dare inizio a questa fase è tra la nascita e i 3 o 4 mesi. La fase del vasino, all’inizio con l’aiuto di un adulto poi, più tardi, per il piccolo da solo, continua fino al completamento dell’educazione all’uso del water.
Per fare in modo che il bambino controlli gli sfinteri di notte ci vuole di solito più tempo; il grado di difficoltà dipende dalla frequenza dei bisogni, dalle abitudini del neonato e dal grado di diligenza e abilità del genitore nell’essere in sintonia con il piccolo. Di notte, alle problematicità solite legate all’educazione precoce al vasino, vanno aggiunte la tensione e la difficoltà legate al doversi svegliare, per cui è bene valutare e considerare con attenzione i vari aspetti e le conseguenze di questa necessità.
Sebbene l’apprendimento all’uso del vasino durante la primissima infanzia sia poco conosciuto nel nostro paese, vi sono medici e pediatri che ne sostengono l’importanza. La maggior parte di loro ha viaggiato all’estero e ha osservato questa pratica in prima persona, ha avuto contatti personali con genitori esperti in questo campo, mentre altri sono coniugi di emigrati, o essi stessi emigrati, che sono cresciuti in ambienti dove questo metodo è praticato.

Quanto tempo occorre?

Abituare il bambino a fare a meno del pannolino è un percorso graduale e un processo di comunicazione che continua nel tempo, così come avviene nell’apprendere a camminare o a parlare. Come altre importanti abilità, richiede mesi di pratica.
I genitori che iniziano questo percorso prima che il loro piccolo abbia 5 mesi di età si devono aspettare di terminare attorno ai 2 anni. In molti casi l’obiettivo si raggiunge intorno ai 18 mesi, ma per poter svolgere il lavoro con un atteggiamento mentale rilassato e paziente, i genitori debbono essere preparati anche a tempi più lunghi. Se si finisce prima, tanto meglio.
L’età minima di completamento di solito è intorno ai 10 mesi, ma si tratta di un ottimo risultato, difficile da ottenere. Ed è per questo consigliabile non farne il proprio obiettivo.
In termini di tempo richiesto, intimità e legame, questo metodo può essere considerato simile all’allattamento.
Chi si prende cura del neonato deve prestare impegno e amore. Non è certo un metodo adatto a genitori frettolosi. Aspettarsi troppo, in troppo poco tempo, può portare all’abbandono dell’impresa.
Per sapere quando il neonato è in procinto di fare i suoi bisogni e quindi per organizzarsi al meglio in merito, si possono utilizzare diversi metodi e imparare a riconoscere i segnali specifici:
• cadenza temporale (scandita dall’orologio);
• segnali e suggerimenti (compreso il linguaggio del corpo e i suoni);
• schemi nei tempi di evacuazione;
• intuito e istinto.

Un approccio sicuro

Se tutto il processo viene vissuto correttamente, il neonato non corre alcun rischio di tipo psicologico o fisico. Punizione, rabbia e controllo non fanno parte di questo metodo. Ai genitori è invece richiesta pazienza, dolcezza, capacità di osservare e rispondere tempestivamente ai segnali del neonato, ogni volta che sia ragionevolmente possibile, nonché un’attenzione intelligente, vigile e amorevole.
Si può iniziare anche a 6 mesi o più, sebbene la prima e più efficace fase di apprendimento finisca in genere verso i 4-5 mesi di età. In ogni caso, altre opportunità si aprono in tempi differenti durante la crescita. Per esempio, molti bambini sono pronti di nuovo per l’apprendimento delle funzioni attorno all’età di 8-12 mesi, 18 mesi e/o 24 mesi. Ogni soggetto è unico e, a seconda dell’età, potrebbe essere necessario modificare leggermente l’approccio.

I principali benefici

I tre grandi vincitori premiati da questo metodo sono i neonati, i genitori e l’ambiente. Ecco, in sintesi, i numerosi vantaggi del sistema:
• rinforza i legami attraverso la maggiore intimità, il miglioramento della comunicazione e la pazienza amorevole;
• dà una risposta alla necessità dei neonati di comunicare i loro bisogni e facilita in qualche modo una loro regolarizzazione temporale;
• si inserisce nella prima fase di apprendimento (periodo sensibile) utile per imparare il controllo dei bisogni;
• stimola nei neonati il contatto con il corpo;
• aiuta l’ambiente salvando alberi, acqua, petrolio e terra;
• riduce l’uso dei pannolini;
• permette ai neonati di conseguire un buon controllo entro 12-15 mesi;
• consente ai neonati di completare l’educazione al vasino a un’età relativamente precoce (24 mesi circa);
• libera i neonati dai pannolini e da tutti i fattori negativi associati (massa voluminosa tra le gambe, assorbimento di sostanze chimiche, arrossamenti e così via);
• riduce il rischio di infezioni del tratto urinario;
• elimina l’enuresi (letto bagnato);
• impedisce il verificarsi di eruzioni cutanee da pannolino;
• rispetta l’igiene evitando che i neonati rimangano per lungo tempo a contatto con feci e urine;
• elimina incidenti imbarazzanti per i piccoli ai primi passi;
• consente un notevole risparmio sull’acquisto di pannolini usa e getta e sui costi di lavanderia.
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Articolo tratto dal mensile Terra Nuova Settembre 2021

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Oltre a ridurre l’impatto ambientale degli usa e getta (occorrono circa 500 anni per la loro decomposizione) e le irritazioni della pelle, l’educazione al vasino recupera una posizione più fisiologica, assicura al neonato una maggiore igiene e soprattutto fornisce una risposta più appropriata ai bisogni elementari, potenziando la relazione madre-bambino.

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