Quella dello svezzamento è una fase molto delicata nella vita del bambino. Cerchiamo di affrontarla naturalmente…
Finché il bambino non dimostra interesse per il cibo solido significa che l’apparato digerente presenta ancora qualche difficoltà in questo.
È perciò inutile caricarlo del complesso lavoro di digestione di proteine diverse da quelle del latte materno.
Ma quando il bambino si dimostra pronto, possiamo iniziare a proporgli a pranzo una pappa arricchita e completata con una quota proteica, e a cena una pappa più leggera, a base di cereali e frutta o verdura.
Buona parte del fabbisogno proteico viene ancora soddisfatto dalle poppate di latte materno o artificiale. Poi, mano a mano che il latte diminuisce, potranno essere introdotte anche alla sera proteine, magari di origine vegetale, più leggere da elaborare.
Anche qui non c’è una regola generale assoluta. Le prime proteine da introdurre vanno scelte in base alla storia del bambino: se c’è rischio di coliche sarà bene non iniziare con i legumi, se presenta una storia di allergia famigliare o anche già personale, sarà bene non iniziare con la ricotta, soprattutto vaccina…
I tre alimenti proteici con cui di norma si può iniziare più tranquillamente, aggiungendoli alla pappa di verdure e cereali, sono:
• 1 cucchiaio di ricotta vaccina o caprina di solo siero di latte e sale;
• 1 cucchiaino da tè di lenticchie rosse decorticate cotte insieme alle verdure;
• 1 cucchiaino da tè di mandorle, private della pellicina bruna (basta gettarle per qualche minuto nell’acqua bollente) e successivamente polverizzate, oppure un cucchiaino di crema di mandorle 100% bianca, acquistabile nei negozi di prodotti naturali.
Ognuna di queste fonti proteiche, in questa quantità, va provata per tre giorni consecutivi. Se tutte e tre superano la prova iniziale si può proseguire alternando durante la settimana proteine animali e vegetali: un giorno ricotta e un giorno lenticchie, un giorno ricotta e un giorno mandorle. In quest’alternanza tra proteine animali e vegetali si potranno via via introdurre semi di girasole, piselli, fagiolini, formaggio fresco (meglio se di capra) ecc.
Le quantità diventeranno 40 g circa di ricotta, 1 cucchiaio di lenticchie o 1 cucchiaio di crema di mandorle.
a) Accorgimenti nella scelta dei prodotti
In commercio, sia tra gli
alimenti certificati biologici che tra quelli trattati, si possono trovare diverse tipologie di ricotta. Soprattutto nelle prime fasi dello svezzamento sarà meglio scegliere una ricotta “vera”, ovvero prodotta con solo siero di latte e sale, senza aggiunta di latte, panna o crema di latte. Deve inoltre provenire da allevamenti che garantiscano l’adeguata alimentazione degli animali, senza mangimi ma solo con granaglie, erba e fieno che non abbiano subito trattamenti chimici; allevamenti dove agli animali non vengano somministrati antibiotici o altri farmaci perché i residui di tutta la chimica data agli animali finiscono, come un cocktail, soprattutto nelle parti grasse dei latticini e delle carni. Queste sono, ad esempio, le caratteristiche degli alimenti venduti con certificazione di “biologico”.
Per quanto riguarda le mandorle non ne è invece consigliato l’utilizzo della polvere sgrassata, perché privata di una parte nutrizionalmente molto importante: i suoi grassi. Come spesso accade nel commercio, gli scarti delle lavorazioni vengono riutilizzati per la creazione di altri prodotti, come nel caso della crusca. Guardata in quest’ottica, la farina sgrassata di mandorle facilmente deriverà dagli scarti dell’estrazione dell’olio di mandorle; la sua vendita fa leva sul fatto che i grassi degli alimenti sono stati demonizzati e quindi… ”sgrassato è più sano”. Ma in quelli giusti risiedono le molecole più efficaci nell’equilibrare le nostre difese immunitarie.
b) Proteine più complesse
Crescendo, al bambino, si possono somministrare proteine da alimenti più complessi, come formaggi freschi, vaccini o ovini, nella quantità di circa 30 g, un cucchiaino di parmigiano reggiano stagionato per circa 36 mesi, tofu e seitan (se la famiglia ne fa uso), fagioli, ceci, lenticchie e il tuorlo d’uovo.
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Questo libro risponde agli interrogativi che ogni mamma e ogni papà si sono posti almeno una volta nella loro vita: qual è il modo migliore per
svezzare mio figlio? Come si prepara una pappa sana e nutriente?
Con il cibo, passiamo ai nostri piccoli anche le nostre scelte etiche, i nostri valori, le tradizioni locali e familiari. Possiamo decidere di abituare i nostri piccoli ai cibi industriali, come scatolette o preparati precotti, con il rischio di esporli al rischio di intolleranze e allergie, oppure scegliere di usare alimenti freschi e biologici, in grado di assicurare più benessere a lui e un impatto ridotto all’ambiente.
Questo libro insegna a orientare lo svezzamento senza cadere nei luoghi comuni e nei condizionamenti dell’industria alimentare e della pubblicità. Il suo punto di forza è l’esperienza personale dell’autrice come mamma e della sua attività ventennale come nutrizionista per l’infanzia. Una guida preziosa, ricca di ricette facili e appetitose per preparare gustose pappe e aiutare i genitori a coniugare salute, ambiente e… bilancio familiare, perché un’alimentazione sana non necessariamente è anche più costosa!