Non sono ancora molti gli studi scientifici sull’effetto dell’assunzione di alghe per il funzionamento della tiroide, ma esistono alcune interessanti ricerche.
In molti si chiedono quale effetto possa avere l’assunzione di alghe sul funzionamento della tiroide. Gli studi scientifici disponibili non sono molti, ma esiste comunque qualche ricerca interessante.
Nel 2017 è comparso sulla rivista scientifica Molecular Medicine Reports1 uno studio condotto da un team di ricercatori cinesi secondo cui il fucoidano, isolato dal Fucus vesiculosus, è in grado di inibire la crescita delle cellule nei tumori anaplastici della tiroide, di indure la loro apoptosi (morte programmata) e di sopprimere l’angiogenesi, cioè la formazione di vasi sanguigni intorno al tumore che ne favoriscono la crescita.
Nel 2016 sull’European Journal of Cancer Prevention2 è stato pubblicato l’esito di una ricerca giapponese in cui l’obiettivo era valutare la fondatezza dell’affermazione secondo cui un eccesso di iodio può rappresentare un fattore di rischio per il cancro alla tiroide. La conclusione è stata che non c’è correlazione tra consumo di alghe e incidenza di questa tipologia di tumore nelle donne prima e dopo la menopausa.
Qualche anno prima, nel 1999, un altro team di ricercatori giapponesi3 aveva concluso che l’alga wakame sopprime la proliferazione di un agente cancerogeno noto come DMBA.
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Brano tratto dall’articolo Tiroide pigra? Diamole una svegliata
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