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Tu che terreno hai? Per fare buona agricoltura è bene partire da qui

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Per dedicarsi con profitto a pratiche agricole rispettose dell’ambiente e della salute è necessario per prima cosa conoscere il terreno che si ha a disposizione. Ecco come classificare i suoli.
Tu che terreno hai? Per fare buona agricoltura è bene partire da qui
Che tipo di terreno hai a disposizione per coltivare? Sebbene esistano anche terreni misti che presentano caratteristiche diverse o bilanciate in modo ottimale, ecco una classificazione dei suoli per capire pregi e difetti di ogni tipologia.
ARGILLOSO Si riconosce perché quando è bagnato rimane appiccicoso, se è duro invece forma croste, fessure ed è difficile da fendere. Un terreno pesante, difficile da lavorare, soprattutto in primavera, perché ha problemi di drenaggio ed è lento ad asciugarsi. Benché più ricchi di elementi nutritivi, sono terreni che si compattano facilmente e che a volte non sono ben aerati.
Consigli: per favorire il drenaggio e lo scolo dell’acqua piovana si possono progettare bancali rialzati. Lavorate le aiuole in autunno in previsione delle prime semine primaverili, ma fate attenzione a non lasciare il terreno scoperto durante l’inverno. È possibile migliorare la struttura di un terreno argilloso incorporando continuamente una quantità molto elevata di materia organica e minerale. La torba 2 e la sabbia grossolana sono ottimi ammendanti, oltre al compost. I risultati si potranno vedere dopo qualche anno e richiederanno un certo investimento, ma se si è alle prese con un terreno molto pesante, ne varrà sicuramente la pena.
SABBIOSO Un terreno friabile che si fa scavare facilmente e contiene molti sassi o molta ghiaia. Questi terreni sono in genere ben aerati, permeabili e non presentano alcun problema di drenaggio. Difficili da compattare, sono ideali per la sarchiatura meccanica, a condizione di non essere troppo sassosi. Tuttavia, sono suoli asciutti che lisciviano facilmente e che sono generalmente poco fertili.
Consigli: dovrete allestire rapidamente un impianto di irrigazione per l’intero terreno, perché anche solo pochi giorni senza pioggia possono comportare la morte delle giovani piante. Per evitare la lisciviazione, prevedete un programma di concimazioni come integrazione agli ammendanti.
Elaborate un programma di sovesci puntando a incorporare, oltre al compost, i residui di coltivazione in modo da aumentare il contenuto di materia organica nel suolo.
FRANCO È un suolo farinoso formato da parti quasi uguali di sabbia, limo e argilla. Presenta di solito tutte le qualità del terreno ideale, ossia una buona capacità di trattenere acqua ed elementi nutritivi, insieme a un buon drenaggio e a una buona areazione.
Consigli: un terreno franco sabbioso è noto per essere il più adatto alla coltivazione degli ortaggi. Dovrete fare attenzione a mantenere la fertilità del suolo attraverso un piano di concimazione adeguato e conservarne la struttura con lavorazioni minime.

PER SAPERNE DI PIÙ

Dopo il successo in Canada, Germania, Francia e Regno Unito, questo libro è diventato il manifesto della nuova agricoltura per le piccole aziende biologiche, in grado di stimolare un circuito economico virtuoso a livello locale, assicurare un reddito decoroso all’agricoltore, creare posti di lavoro per i giovani e un rapporto diretto tra produttore e consumatore.
Nel libro, l’autore condivide le strategie agronomiche ed economiche che hanno decretato il successo della sua azienda nonostante un budget iniziale molto contenuto: la vendita a chilometro zero, l’organizzazione degli spazi secondo i principi della permacultura, l’impiego di attrezzi e macchine innovativi, la riduzione delle lavorazioni del terreno, il metodo di col- tivazione bio-intensivo, senza dimenticare le schede pratiche per coltivare oltre 25 ortaggi. Una vera e propria guida pratica per le piccole aziende agricole, ma anche per i giovani neo-agricoltori che vedono nell’agricoltura biologica uno spazio per il loro futuro e un contributo concreto per la salvaguardia del Pianeta.
L’edizione italiana è stata curata da Myrtha Zierock, orticoltrice trentina che ha lavorato presso l’azienda dell’autore e che ha adattato le indicazioni tecniche al nostro clima e contesto.

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