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Una app a protezione dei boschi

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Gli smartphone possono diventare uno strumento per contrastare il cambiamento climatico con la app che riconosce i rumori delle motoseghe, proteggendo così le foreste dal disboscamento.
Una app a protezione dei boschi
Le foreste pluviali tropicali sono una riserva di natura straordinaria. Rappresentano il bioma terrestre con la massima biodiversità, dato che ospitano da sole circa la metà delle specie viventi animali e vegetali terrestri. Sappiamo tutti che sono da tempo sotto la minaccia del disboscamento, letale per il paesaggio, per gli ecosistemi, ma anche perché favorisce il cambiamento climatico.
Quando si abbatte un albero, si elimina un formidabile strumento di cattura di CO2, che per arrivare a regime impiega decenni. Si possono piantare quanti alberi si vogliono: per arrivare alla produzione di ossigeno dell’albero abbattuto ci vorrà un numero enorme di anni. Se calcoliamo le emissioni non catturate nel futuro, la deforestazione è il problema che contribuisce maggiormente al cambiamento climatico, più di tutti i tir e i furgoni del mondo. Quello che non tutti sanno è che il disboscamento illegale rappresenta il 90% della deforestazione tropicale totale.
Le autorità locali raramente favoriscono l’abbattimento. Più spesso sono in difficoltà nel reprimere il taglio illegale, visto che devono tenere sotto controllo boschi di dimensioni sterminata. I taglialegna illegali sono un vero flagello: iniziano tagliando specie di alberi di alto valore, ricavando ampie strade sterrate nella foresta per far passare i loro camion. Queste strade espongono poi i boschi, altrimenti impenetrabili, a future devastazioni, come gli insediamenti umani, il bracconaggio e, infine, gli incendi, che vengono appiccati per ricavare superfici coltivabili.

L’ingegno al servizio del pianeta

Come in altri casi, un po’ di inventiva e uno spirito hacker possono dare un grande contributo alla protezione dell’ambiente. Un ingegnere di San Francisco, Topher White, ha ideato un’app per smartphone che riconosce i rumori delle motoseghe. La foresta pluviale è in gran parte coperta dal servizio di telefonia mobile, così si possono installare telefoni cellulari, alimentati da piccoli pannelli solari che ne ricaricano la batteria, all’interno delle riserve protette. Non appena i dispositivi rilevano il rumore delle motoseghe, mandano una notifica via email ai guardaboschi, che possono intervenire prontamente. Questo sistema geniale ed economico si sta rivelando più efficace di droni e satelliti, tecnologie molto sofisticate in possesso dei ranger, che però generalmente non consentono di rispondere in tempo reale.
Nasce così Rainforest Connection1, l’organizzazione no-profit presieduta da White, che raccoglie smartphone che altrimenti finirebbero in discarica, per essere installati all’interno dei boschi protetti. Un telefono può coprire oltre un chilometro quadrato di foresta. Pensiamo a quanti smartphone funzionanti vengono gettati o riposti in un cassetto ogni anno: si calcolano oltre un miliardo di unità. Con una piccolissima parte sarebbe possibile coprire e proteggere l’intero patrimonio mondiale di foreste pluviali.

Smartphone a raccolta!

White non è l’unico attivista che usa i telefonini per proteggere la natura. Per esempio, la no-profit Witness2 sta dotando gli indigeni dell’Amazzonia di telefoni cellulari per monitorare la deforestazione attraverso la fotocamera, la geolocalizzazione e il collegamento diretto con le autorità.
Oltre ai telefoni cellulari, Witness mette a disposizione delle comunità droni e satelliti, necessari agli indigeni per documentare la registrazione illegale. Gli smartphone non sono solo uno strumento dannoso per il pianeta. A volte possono essere il modo più economico e veloce per combattere il cambiamento climatico.
Michele Bottari è esperto di tecnologia ed economia. Scrive su Terra Nuova e sui blog veramente.org e riusa.eu. È autore del libro Come sopravvivere all’era digitale (Terra Nuova Edizioni).
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Articolo tratto dalla rubrica #Ecologia informatica

Leggi la rubrica sul mensile Terra Nuova Marzo 2021
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