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Una «carta d’identità» per l’osteopata

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Con il primo dei decreti attuativi conseguenti alla legge che riconosce la professione, si procede verso la completa regolamentazione di questa figura. Intanto, già 10 milioni di italiani ricorrono all’osteopatia per trattare svariati disturbi, dall’asma alla sindrome del colon irritabile.
Una «carta d’identità» per l’osteopata
La legge c’era, ma mancavano i decreti attuativi affinché il riconoscimento di professione sanitaria per l’osteopatia trovasse «corpo» e concretezza. L’estate appena trascorsa ha portato con sé, dopo tre anni di attesa, il primo di questi decreti che, come spiega Paola Sciomachen, presidentessa del Roi (Registro degli osteopati d’Italia), «ha definito il profilo professionale degli operatori e dà finalmente un’identità agli osteopati, oltre a rappresentare il primo passo formale verso la completa istituzione della professione». Da sottolineare come l’osteopatia si sia rivelata utile in un’ampia gamma di problemi, tra cui l’asma, la lombalgia, la cervicalgia, l’emicrania, la dismenorrea, la disfonia e la sindrome  da colon irritabile.

Dunque, dottoressa Sciomachen, un passo importante. Ora come procederete?

Abbiamo posto il primo mattoncino, il più importante, ma la strada da compiere per arrivare al compimento della legge è ancora lunga. Ora si procederà con il secondo step: la definizione del percorso formativo universitario. Ci auguriamo che i tempi siano più brevi e di terminare rapidamente questo percorso che porterà l’osteopatia a ricoprire pienamente il suo ruolo fra le professioni sanitarie mettendo a disposizione le competenze che le sono proprie al servizio dei cittadini.

Quali sono i numeri dell’osteopatia in Italia?

Si stima che gli osteopati in Italia siano circa 12 mila, di cui oltre 4 mila iscritti al Roi, la più rappresentativa associazione di categoria. Per il momento, non essendo concluso l’iter legislativo che istituirà la professione, non sono stati ancora stabiliti i criteri che consentiranno l’iscrizione all’albo professionale.
Quanto ai pazienti, nel 2017 il Roi ha pubblicato un’indagine demoscopica realizzata dall’Istituto di ricerca Eumetra Monterosa su un campione rappresentativo di popolazione italiana. Dalla ricerca è emerso che due cittadini su tre conoscono l’osteopatia e il 20% degli italiani, vale a dire 10 milioni, si è rivolto a un osteopata. Il 90% di chi ha usufruito delle cure osteopatiche si è dichiarato molto o abbastanza soddisfatto.

Venendo ai punti fondamentali di questa pratica, quali sono i benefici riconosciuti? Per quali disturbi o condizioni è maggiormente indicato l’intervento dell’osteopata?

L’osteopatia è una professione sanitaria basata su tecniche manuali e agisce principalmente sulle disfunzioni somatiche, ossia i disturbi associati alle malattie che causano alterazioni funzionali a organi e apparati. È una disciplina che si avvale di un approccio centrato sulla persona. Attraverso una valutazione del paziente nella sua soggettività, l’osteopata pianifica obiettivi clinici e frequenza dei trattamenti in autonomia o in collaborazione con altri professionisti. Le esigenze e le aspettative del paziente costituiscono un aspetto fondamentale del trattamento, insieme alle migliori evidenze scientifiche. La valutazione osteopatica e il trattamento osteopatico si avvalgono di un’ampia gamma di approcci e tecniche manuali non invasive e adeguate alle caratteristiche di ogni singolo paziente, dal neonato al paziente anziano.
Le evidenze scientifiche suggeriscono che il trattamento osteopatico può essere una valida risposta a diverse condizioni cliniche sia nei pazienti adulti, sia in quelli pediatrici. Il fine ultimo del ragionamento clinico osteopatico prevede di identificare le priorità di trattamento e prevenire l’insorgenza o il peggioramento di disturbi che compromettono quotidianamente la qualità di vita del paziente.
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Articolo tratto dal mensile Terra Nuova Ottobre 2021

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