Con la sola eccezione della vitamina B12 e della vitamina D3, il cibo vegetale contiene tutto quanto abbiamo bisogno per mantenerci in salute. A parte i nutrienti calorici (proteine, grassi, carboidrati), il cibo vegetale ci offre migliaia di sostanze che hanno effetti sulla nostra fisiologia.
Le più note sono le vitamine, indispensabili per il nostro metabolismo, i carotenoidi, i fitosteroli, i composti organosolforati e i polifenoli. Fra i benefici più importanti annoveriamo quelli antiossidanti, antinfiammatori, anticoagulanti, antiipertensivi, antidiabetici, antiproliferativi, ipocolesterolizzanti, ma siamo ben lungi dal conoscerli tutti e dal conoscerne i meccanismi d’azione con precisione. Quel che sappiamo, empiricamente, è che è bene non farci mancare queste sostanze, perché maggiore è la varietà dei cibi vegetali che consumiamo, migliore è la nostra salute.
Difficile mangiarne troppe, perché sono presenti negli alimenti in piccole concentrazioni. Bisogna stare attenti però agli integratori, perché spesso forniscono quantità eccessive di singole sostanze che possono squilibrare la nostra fisiologia. La dose giusta, e la composizione giusta di sostanze, è quella che il padre eterno ha messo nei cibi e nelle erbe aromatiche.
Gli studi epidemiologici sul consumo di frutta e verdura hanno dimostrato che oltre alla quantità (le famose 5 porzioni al giorno) è importante la varietà per ridurre, ad esempio, il rischio di diabete e di cancro. Il problema è che oggi la varietà del cibo vegetale che consumiamo si è molto ridotta, perché l’agricoltura industriale produce solo quello che rende di più, e perché non mangiamo più erbe e frutti selvatici, più ricchi di polifenoli e altre sostanze che servono alle piante per difendersi dai predatori e dalle variazioni climatiche.
Opportune combinazioni, ad esempio salvia, rosmarino, melissa e menta, possono aiutare a contrastare la sindrome metabolica.
Uno dei più grandi problemi della nostra civiltà «occidentale», sempre più anziana, è l’elevata prevalenza di demenze senili e di altre malattie neurodegenerative. Si può ipotizzare che la combinazione di queste quattro piante possa contrastarne lo sviluppo. Usiamole, dunque, regolarmente e stiamo lontani, invece, dagli aromi artificiali e dai conservanti dei cibi industriali.
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Articolo tratto dalla rubrica
La guida nomade
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