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Come costruire da soli la propria casa di paglia

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Quanti di voi hanno pensato di costruire una casa in terra e paglia? Sono belle, versatili, antisismiche e con un’elevata capacità d’isolamento acustico e termico. Ecco un semplice vademecum da seguire.
Al contrario di quanto si possa pensare, il rischio d’incendio non è maggiore rispetto a una casa di legno. È vero però, che per gestire l’umidità richiede più attenzioni, ma come si dice nei cantieri di paglia: «L’importante è un buon cappello e delle buone scarpe». Quindi, massima attenzione alle fondamenta e al tetto.
In Europa, la più antica casa di paglia si trova in Francia e risale al 1921. In Italia, le prime costruzioni sono del 2000 e la maggior concentrazione la troviamo in Sud-Tirolo. Per capirne di più, ne abbiamo parlato con Mariangela Pucci, presidente di Edilpaglia aps di Firenze, che da anni si occupa della promozione e del supporto tecnico per la costruzione di edifici in paglia.
Mariangela, sappiamo che una casa di paglia è considerata alla stregua di una costruzione convenzionale. Avete mai trovato resistenze da parte della pubblica amministrazione?
In realtà no, perché quando spieghi chiaramente il progetto e mostri dei precedenti ben documentati, dopo un primo stupore si crea collaborazione, perché per il Comune una struttura ecologica è una buona pubblicità. Paradossalmente, c’è più resistenza da parte del committente che, per paura di non avere i permessi, vorrebbe tenere nascosta la tipologia d’intervento!
Davvero una casa di paglia è economicamente vantaggiosa?
A parità di classe energetica A, una casa di paglia è più economica di una struttura convenzionale. Se il prezzo di una casa convenzionale di 100 m2 «chiavi in mano» costa circa 1600-1800 euro/m2, in paglia si aggira intorno ai 1200-1400 euro/m2. Il vero risparmio c’è con l’autocostruzione, che richiede circa 550-650 euro/m2. L’impresa edile interviene per lavori specifici, il resto è a cura del committente e dei volontari.

Dall’esperienza di Edilpaglia è nata A.R.I.A. Familiare (Associazione rete italiana autocostruttori), che consente di praticare legalmente l’autocostruzione…
Siamo partiti dal presupposto che la casa è un diritto inalienabile e che nessuno può impedire la costruzione di un edificio che rispetta tutte le normative. La regolamentazione italiana prevede che un privato possa svolgere i lavori in «economia diretta», coinvolgendo al massimo i parenti di primo grado ma non amici e conoscenti. In Francia è possibile autocostruire la propria casa fino a 169 m2. Perché in Italia no? Dovevamo risolvere un problema: distinguere il volontario dal lavoratore a nero. La soluzione è stata trovata nella legge quadro sul volontariato n° 266/1991, che definisce la figura del volontario incompatibile con qualsiasi forma di rapporto lavorativo o patrimoniale con l’organizzazione di cui fa parte. Inoltre i nostri cantieri, dal punto di vista della sicurezza, rispettano quanto richiesto del Testo Unico per la Sicurezza sui luoghi di Lavoro e anzi abbiamo cercato di aumentare i livelli minimi di sicurezza richiesti dal TU proprio perché vogliamo che i cantieri in autocostruzione siano più sicuri dei cantieri convenzionali.

Ma sono cantieri sicuri?
Sì, per due motivi: il primo è legato a un fattore etico. L’associazione ha il compito di formare sulla sicurezza in cantiere e di controllare che non vi siano lavoratori a nero. Aria chiede al committente autocostruttore di svolgere il corso sulla sicurezza dei cantieri e di assumere il ruolo di responsabile di cantiere. Il secondo motivo si trova nella natura stessa del cantierescuola: i ritmi di lavoro sono lenti, non esistono stress o scadenze; tutti sono attenti perché non hanno dimestichezza e vige un controllo reciproco tra i volontari, tra cui si crea un rapporto di amicizia. Comunque tutto il cantiere è coperto da un’assicurazione.
Quanto tempo si impiega con l’autocostruzione?
Il tempo è un fattore difficilmente calcolabile. Qualcosa nel progetto va investito: o tempo o denaro. Il fatto che un cantiere duri a lungo non va visto solo come un limite, ma come un’occasione per stringere rapporti e condividere il proprio sogno con gli altri.
Esempi di case di paglia in Italia:
• Ecovillaggio Corricelli (Po) – www.associazionebasilico.org
• EVA, ecovillaggio autocostruito (Aq) – www.eva.pescomaggiore.org
• Edificio pubblico Vaiano (Po) – terrasemplice.wordpress.com
• Agriturismo Il filo di paglia (Sp), presente su Facebook con la medesima denominazione.
In cantiere:
• Ecovillaggio Tertulia (Fi) – www.casetertulia.it
• Ecovillaggio Corte del Vento (Vi) – www.sanroccocommunity.org
Per saperne di più:
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PER APPROFONDIRE

La balla di paglia, come materiale di costruzione, garantisce una notevole riduzione dei costi e dei consumi energetici, grazie alle eccellenti caratteristiche di isolamento termico. I primi edifici risalgono alla fine dell’Ottocento e si devono ai coloni inglesi delle pianure del Nebraska, i quali in mancanza di pietre e di legname utilizzarono con successo balle di paglia per costruire le loro case. Tale tecnica prosperò fino agli anni quaranta quando la diffusione del cemento ne causò il graduale declino.

Attualmente, in tutto il mondo, vengono costruiti circa 1000 nuovi edifici in paglia all’anno. In Italia, uno dei primi fabbricati in balle di paglia è stato realizzato nel comune di Pramaggiore (Ve): si tratta di un’abitazione su due piani, ognuno dei quali ha un’estensione di circa 140 metri quadri. L’edificio, munito di regolare permesso a costruire, è stato realizzato da Stefano Soldati, allievo di Barbara Jones. Egli stesso ha partecipato alla costruzione di una decina di edifici in balle di paglia in diversi paesi europei.

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