Di regola, il cavolo è una pianta biennale che nel primo anno sviluppa la massa vegetale (quella che si consuma come ortaggio) e solo nel secondo anno forma i fiori e i semi. Per quel che ne concerne la riproduzione, tutte le varietà di cavolo sono «autoincompatibili» (posseggono cioè una barriera chimica che impedisce l’autoimpollinazione di uno stesso tipo di pianta) e a «impollinazione incrociata» (necessitano cioè di un agente esterno, il vento o più frequentemente insetti come le api, perché il polline sia trasportato da una pianta all’altra). Difficilmente una pianta singola di cavolo produce una quantità significativa di semi.
Il fatto che i cavoli accettino il polline da altri membri dello stesso gruppo, fa sì che ne esistano un’infinita varietà, tra cui quelle più note – frutto della scrupolosa selezione contadina nel corso dei secoli – e molti ibridi interessanti, ma dai quali non si possono ottenere semi affidabili poiché tendono, nella successiva generazione, a perdere le loro caratteristiche.
In realtà, si possono incrociare tra loro tutte le varietà di cavolo appartenenti alla specie Brassica oleracea (cavolfiore, cavolo nero, cappuccio, verza, broccolo, cavolini di Bruxelles), mentre non esiste il rischio di incrocio con le varietà della specie Brassica rapa o sinensis, il cavolo cinese.
Purtroppo, la facilità con cui i cavoli si incrociano e perdono le proprie qualità fa sì che reperire semi delle varietà antiche sia piuttosto difficile. Anche per questo è importante capire quali accorgimenti adottare per ottenere semi fedeli alla varietà che si desidera coltivare.
Per esempio, nel caso si coltivi nel nostro orto cavolo cappuccio e cavolfiore, qualora questi dovessero fiorire nel medesimo periodo, esiste il rischio elevato di impollinazione incrociata, il che equivale con ogni probabilità a ritrovarsi l’anno successivo con delle piante ibride dalle caratteristiche imprevedibili!
Per ottenere quindi il seme di una, e una sola varietà di cavolo, è bene tener presente i seguenti punti:
• Un piccolo orto è poco adatto a produrre semi per più di un tipo di cavolo.
• Essendo autoincompatibili, occorre più di una pianta fiorita dello stesso tipo per ottenere l’impollinazione. È opportuno quindi lasciare che almeno sei piante della stessa varietà possano montare a seme (possono sembrare tante, ma è il minimo per assicurare il mantenimento delle caratteristiche varietali).
Se si coltivano varietà diverse di cavolo, ottenere semi da una sola di queste non è un problema. È sufficiente lasciare a fiore le piante di quell’unico tipo e raccogliere o tagliati le altre prima della fioritura.
In genere è meglio tenere i semi delle piante sane, di crescita lenta, e cioè che non tendono ad andare a fiore con troppa facilità. Per favorire la fioritura e la produzione di semi conviene contrassegnare prima dell’inverno le piante migliori da lasciare montare a seme nel secondo anno. Per fiorire, i cavoli necessitano tutti di aver passato un inverno dalle temperature basse.
Nel caso del cappuccio e della verza può essere utile eseguire in primavera un’incisione profonda, a forma di croce, sul cesto del cavolo per tutta la sua larghezza. Dopo questo intervento, il capo si aprirà e si formerà lo stelo fiorale. Per favorire lo sviluppo dello stelo principale è bene eliminare eventuali germogli laterali evidenziatesi alla base della pianta.
Se si vuole tentare la sorte con due o più varietà, e non si è in grado di garantire una distanza tra le coltivazioni di almeno 400 m, è indispensabile impedirne l’impollinazione reciproca isolando le diverse varietà. Una tecnica relativamente semplice è quella dell’«ingabbiamento a giorni alterni».
Con l’ausilio di vecchie zanzariere, delle bacchette e del fil di ferro si preparano delle piccole gabbie, foggiate a cupola con le quali si ricoprono per un giorno intero, le piante della stessa varietà; mentre gli insetti possono liberamente frequentare e impollinare l’altra. Durante la notte si cambiano di posto le gabbie, per consentire agli impollinatori di occuparsi solo delle piante coperte il giorno precedente. Questa operazione si ripete fino a che sia impollinato un numero di fiori sufficiente per ottenere sementi di entrambe le varietà.
A questo punto, tutte le piante vanno «incappucciate» fino al termine della fioritura.
Come raccogliere i semi
I semi di cavolo sono contenuti all’interno di silique (piccoli baccelli) che si formano a partire dai suoi fiori gialli. Sono dei frutti simili a piccoli baccelli. Raccogliete i baccelli quando diventano bruni e i semi risuonano all’interno. Stendeteli su un telo a seccare. Attenzione: quando le silique sono secche c’è il rischio costante che queste si aprano «a scoppio» e i semi si disperdano.
Dopo almeno due settimane, in una giornata asciutta, i baccelli si posso battere e vagliare con un setaccio (scegliendo un calibro che lasci passare solo i piccoli semi rotondi prima, e in seguito uno più fine che li separi dalla polvere) e conservare al fresco e soprattutto in assenza di umidità. Un buon contenitore per i semi, se sono ben seccati, è un vasetto di vetro scuro con tappo a vite, che ne impedisce anche l’aggressione da parte di roditori e insetti. Se conservati in condizioni ottimali, dei buoni semi di cavolo si conservano vitali per quattro-cinque anni.
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Le indicazioni derivano, oltre che dalle ricerche di Lily Kolisko, Alex Podolinsky, Harmut Spiess e Maria Thun sulle correlazioni tra agricoltura e influenze astrali, dalle esperienze e osservazioni dell’autore e di numerosi agricoltori e viticoltori biodinamici europei, raccolte e rese pratiche nel calendario anche grazie all’accurata revisione di Antonio Zago, che ha adattato il testo alla realtà agricola italiana.
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