Se avete in progetto la costruzione di una casa di paglia, ecco qualche consiglio utile per applicare l’intonaco a calce.
Le facciate interne ed esterne dei muri di paglia hanno bisogno di un buon taglio di capelli: rasateli per ottenere una superficie liscia. Tutti i fili di paglia lunghi e sporgenti devono essere eliminati.
Ecco i motivi:
• Per ridurre l’avanzata delle fiamme sulla superficie della balle in caso di incendio prima dell’intonacatura.
• Per ridurre la quantità di intonaco richiesta diminuendo la superficie esposta.
• Per correggere grosse irregolarità nella superficie del muro.
Miscele pronte per gli intonaci sono disponibili presso un numero crescente di fornitori, altrimenti è possibile preparare le miscele in cantiere usando grassello di calce e sabbia o calce viva e sabbia, a seconda della disponibilità locale.
Il grassello di calce può essere ordinato da un fornitore, pronto per l’uso in sacchi impermeabili. La sabbia della qualità richiesta si trova da grossisti di materiali per l’edilizia, ma bisogna tenerla pulita. Se vi preparate da soli l’intonaco potete conservarlo in una fossa o buca per un minimo di tre mesi, coperto con sacchi e paglia. La miscela di calce va applicata direttamente sulla paglia rasata.
Non c’è bisogno di coprire la paglia con rete zincata o miscele cementizie, come è stato fatto in molti edifici intonacati con cemento negli USA. Ciò è totalmente superfluo e costituisce una perdita di tempo! Sia la calce che l’argilla aderiscono perfettamente alla paglia, soprattutto se applicate a mano o con uno spruzzatore.
La miscela per l’intonaco deve essere battuta e lavorata fino a ottenere una consistenza compatta e così appiccicosa da aderire a una cazzuola tenuta capovolta. Non dovrebbe essere necessario aggiungere acqua in quanto ciò aumenterebbe il rischio di crepe in fase di asciugatura. Con la battitura aumenta in genere la plasticità.
Tradizionalmente il lavoro di battitore di intonaco a calce era un mestiere a parte. Oggi l’intonaco può essere battuto in un molino a ruote (o molaccia, utilizzato dai vasai) per risparmiarsi il lavoro a mano. Normalmente una betoniera NON è adatta per questo lavoro in quanto crea un agglomerato che fa rovesciare la macchina; di conseguenza si tende ad aggiungere acqua per ammorbidire la miscela e questo produrrà crepe a causa del restringimento eccessivo!
Se la malta è stata maturata dal fornitore e consegnata successivamente, le vibrazioni durante il trasporto potrebbero essere sufficienti per ammorbidire la miscela. In questo caso può essere possibile utilizzare una betoniera per completare il processo!
La prima mano applicata sulla paglia in genere è ricca di calce per renderla più appiccicosa, spesso si tratta di una miscela 2:1. Le mani successive contengono peli di mucca o capra, o fibre come steli di paglia tritati finemente e ben distribuiti nella miscela per renderla più forte; allo stesso modo si usa la paglia negli intonaci di argilla, per aumentare la forza di tensione.
È consigliabile applicare la prima mano di intonaco sulla paglia con le mani (usando i guanti!), non solo perché è più divertente ma anche perché l’intonaco tende a staccarsi dalla paglia se usate attrezzi come un frattazzo. La prima mano va fatta penetrare bene per ottenere una buona tenuta tra la paglia e la calce. È importante riuscire a fare essiccare la calce dall’interno all’esterno per evitare che lo strato più esterno carbonati (cioè assorba CO2) troppo velocemente: il modo migliore per ottenerlo è di mantenere l’intonaco UMIDO (non bagnato). La superficie non deve seccarsi; passano normalmente da due a sette giorni prima che l’intonaco s’indurisca. La prima mano deve essere il più sottile possibile in modo tale da lasciar spuntare i fili pungenti di paglia; probabilmente il giorno dopo sarà pronta per la seconda mano, a meno che ci siano punti dove la miscela è più spessa.
Come regola generale la seconda mano va applicata quando la prima è così dura da non poterci imprimere il dito.
Bagnate i muri con un vaporizzatore, non con un tubo, prima di stendere la seconda mano. Una volta applicata lavoratela bene, con le mani oppure con un frattazzo di legno. Tenete l’intonaco umido con l’aiuto del vaporizzatore, fino a ottenere le condizioni ideali di una giornata con pioviggine! Continuate a passare sui muri il frattazzo di legno, facendo penetrare bene la miscela e tenendola umida. È probabile che l’intonaco sui muri di paglia carbonati più velocemente che sui muri di pietra in quanto la paglia stessa è traspirante e quindi l’aria arriva non solo dall’esterno del muro, ma anche dall’interno.
Durante i giorni successivi proteggete l’intonaco dalla luce diretta del sole, da piogge e venti forti e dalle gelate. Una possibilità è appendere teli di juta all’impalcatura e tenerli umidi per creare un’atmosfera umida vicino alla calce. L’intonaco si creperà comunque e dovrà essere rilavorato diverse volte durante i giorni successivi per schiacciare e comprimere i granelli di sabbia, prima che la superficie s’indurisca.
Le crepe sono dovute al restringimento a causa dell’evaporazione dell’acqua in eccesso nella miscela. L’obiettivo è di comprimere tutto l’intonaco fino a quando non rimane nessuna bolla d’aria. Il vaporizzatore non serve per aggiungere acqua ma per assicurare che l’anidride carbonica sia trasportata in profondità per mezzo dell’acqua stessa. È necessario proteggere l’intonaco dal gelo per circa tre mesi, quindi non fatelo troppo tardi nell’anno.
Non è una buona idea adoperare un frattazzo di acciaio su un intonaco di calce, in quanto lustra e sigilla la superficie, impedendo all’aria umida di penetrare all’interno dell’intonaco.
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La balla di paglia, come materiale di costruzione, garantisce una notevole riduzione dei costi e dei consumi energetici, grazie alle eccellenti caratteristiche di isolamento termico. I primi edifici risalgono alla fine dell’Ottocento e si devono ai coloni inglesi delle pianure del Nebraska, i quali in mancanza di pietre e di legname utilizzarono con successo balle di paglia per costruire le loro case. Tale tecnica prosperò fino agli anni quaranta quando la diffusione del cemento ne causò il graduale declino.
Attualmente, in tutto il mondo, vengono costruiti circa 1000 nuovi edifici in paglia all’anno. In Italia, uno dei primi fabbricati in balle di paglia è stato realizzato nel comune di Pramaggiore (Ve): si tratta di un’abitazione su due piani, ognuno dei quali ha un’estensione di circa 140 metri quadri.
L’edificio, munito di regolare permesso a costruire, è stato realizzato da Stefano Soldati, allievo di Barbara Jones. Egli stesso ha partecipato alla costruzione di una decina di edifici in balle di paglia in diversi paesi europei.
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