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Tisana e maschera viso alla Bardana

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Per facilitare l’opera di smaltimento delle scorie invernali e riattivare i processi metabolici, la bardana può essere di grande aiuto. Una maschera e una tisana… leggi tutto…
Tisana e maschera viso alla Bardana
Per facilitare l’opera di smaltimento delle scorie invernali e riattivare i processi metabolici, è consigliata l’assunzione per tutto il mese di una tisana depurativa composta da: 20 g di cardo mariano e 20 g di radice di bardana per depurare fegato e reni, 20 g di equiseto per rimineralizzare le ossa e 20 g di santoreggia per rafforzare le difese immunitarie.
Si mette un cucchiaino del mix in una tazza di acqua bollente e lo si lascia riposare per 10 minuti; ottimo da assumere tutte le mattine appena svegli.
Per rinnovare i tessuti cutanei possiamo invece preparare una maschera alla bardana facendo bollire per 10 minuti due cucchiai di radice di bardana in mezzo litro di acqua, al quale si unisce un cucchiaio di argilla verde ventilata e qualche goccia di olio di jojoba; la maschera va applicata per un quarto d’ora circa.
È ideale per preparare di nuovo la pelle all’esposizione all’aria e alla luce.
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La bardana

La bardana è una pianta erbacea imponente, il suo fusto può raggiungere anche un metro e ottanta in altezza, le sue grandi foglie verdi in superficie e più chiare e vellutate nella pagina inferiore ci comunicano qualcosa di femminile, di accogliente.
Non a caso nella tradizione alchemica e dell’antica erboristeria la bardana cade sotto il matronato di Venere, dea non solo della bellezza ma soprattutto dell’equilibrio di cui la bellezza è figlia.
Se attratti dalla sua bellezza ci avviciniamo, quasi subito, per toccare i suoi fiori, ne siamo respinti. I fiori, infatti, sono protetti da una fitta schiera di piccoli aculei uncinati, tanti piccoli artigli che se ci avviciniamo ancora, si attaccano saldamente alle nostre vesti, o alla pelliccia degli animali. Così la bardana diffonde il suo seme.
Per le caratteristiche irsute ed un po’ artigliate dei suoi capolini i botanici hanno chiamato questa pianta «arctium lappa», un nome che deriva dal greco e che allude agli artigli dell’orso. È un nome che rende giustizia solo in parte all’aspetto di questa pianta… CONTINUA A LEGGERE QUI.
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