Usate per catturare lumache e insetti, le trappole per parassiti hanno due possibili finalità: il monitoraggio della popolazione, per stabilire il momento più opportuno per eseguire un trattamento, oppure la cattura di massa, per impedire o almeno contenere i danni. Quelle alimentari richiamano gli insetti usando delle esche facili da realizzare in casa.
Si tratta di trappole sono innescate con sostanze che esercitano un richiamo di tipo alimentare sui parassiti. L’attrattivo può essere di natura zuccherina oppure proteica. Si utilizzano anche sali ammoniacali; fra questi, in agricoltura biologica è ammesso solo il fosfato biammonico, che peraltro ha dimostrato di essere il più efficace per la cattura della mosca dell’olivo e della mosca della frutta.
Il sistema più economico è quello di impiegare bottiglie di plastica di almeno un litro di capacità. Queste trappole si possono realizzare in vari modi:
1. tagliare la parte superiore di una bottiglia a circa 2/3 dell’altezza e incastrare il pezzo tagliato al contrario nella bottiglia stessa;
2. praticare numerosi fori delle dimensioni dell’insetto da catturare lungo le pareti della bottiglia chiusa con il suo tappo;
3. inserire nella bottiglia un apposito tappo-trappola per la cattura di insetti, in vendita nei negozi specializzati. Se ne trovano di modelli diversi in commercio. Si tratta di dispositivi vari, muniti di accorgimenti particolari che ne agevolano l’utilizzo e migliorano la capacità di cattura. Il colore di questi tappi cambia in funzione del parassita che si intende debellare, al fine di combinare l’attrazione alimentare con quella visiva.
Per gli insetti che si muovono sul terreno e per le limacce possono essere adoperati vasi in vetro o bicchieri di plastica da interrare fino al bordo, dotando eventualmente anche questi dispositivi di un tappo di cattura. È possibile anche porre l’attrattivo su un asse di legno o in un vaso di terracotta coperto da una tegola. In questo caso, però, i parassiti non rimangono bloccati dalla trappola e bisogna passare quotidianamente a raccoglierli ed eliminarli.
Le trappole alimentari sono dotate di una migliore selettività rispetto a quelle cromotropiche, grazie alle differenti abitudini alimentari dei parassiti. Per questo motivo trovano impiego nell’agricoltura professionale anche per la cattura di massa e non solo per il monitoraggio, in particolare per il controllo delle mosche fitofaghe.
La loro efficacia dipende molto dal tipo di esca usata. Su questo elemento si sono concentrate le attività sperimentali condotte sulla cattura di massa e sul monitoraggio della mosca dell’olivo, della mosca della frutta, degli elateridi e di un parassita di recente introduzione in Italia: la Drosophila suzukii.
Per gli altri parassiti ci si deve basare soprattutto sulle esperienze di chi utilizza già da tempo questo metodo di difesa. La tabella riporta le ricette degli attrattivi che si sono dimostrati finora più efficaci. Le quantità indicate sono sempre riferite (dove non è indicato diversamente) a una bottiglia di plastica della capacità di 1,5 litri, da riempire parzialmente.
Particolari trappole, composte da crusca e zucchero, sono state utilizzate per la cattura massiva della nottua del cotone (Spodoptera littoralis), che danneggia le orticole e i fiori in Campania, Sicilia e Basilicata, mentre in commercio si possono trovare anche trappole per gli scarafaggi (blatte).
Tutte le trappole alimentari vanno controllate periodicamente, eliminando i parassiti catturati, cambiando le esche quando hanno perso la loro attrattività e sostituendole quando hanno esaurito la loro capacità di cattura, cioè quando sono “piene”.
Rivolto a hobbisti e professionisti, questo agile manuale vuole aiutare i coltivatori a riconoscere le principali patologie degli ortaggi e a combatterle con metodi naturali. Per facilitare la consultazione, nel
primo capitolo sono presentati i parassiti più frequenti in ordine di importanza e suddivisi per ortaggio attaccato mentre nel
secondo sono raggruppate le avversità comuni a più piante.
Per ciascun patogeno è indicato come riconoscerli e quali sono i metodi di lotta consigliati. Oltre alle pratiche agronomiche di prevenzione, nella scheda relativa al parassita sono specificati: i rimedi naturali di semplice impiego, le trappole, i sistemi di protezione passiva, gli organismi utili e infine i trattamenti con i prodotti fitosanitari ammessi in agricoltura biologica.
I
capitoli finali sono dedicati ai mezzi di difesa: come agiscono, come devono essere impiegati, quali controindicazioni presentano e dove è possibile procurarseli.
Con questo lavoro l’autore spera di aver offerto a chi coltiva per hobby o per professione degli strumenti utili per evitare che il frutto del loro sudato lavoro sia rovinato o irrimediabilmente distrutto dai parassiti, quando questi ultimi trovano condizioni particolarmente favorevoli al loro sviluppo.