Vai al contenuto della pagina

Il manuale anti-negatività di Pino De Sario

homepage h2

In ognuno di noi albergano positività e negatività anche se si tende a non riconoscerlo. Eppure è proprio imparando a trasformare conflitti e malessere che possiamo trarre risorse positive per migliorare le relazioni personali e sul lavoro. Lo spiega Pino De Sario nel suo ” Manuale anti-negatività“.
Il manuale anti-negatività di Pino De Sario
In ognuno di noi albergano positività e negatività anche se si tende a non riconoscerlo. Eppure è proprio imparando a trasformare conflitti e malessere che possiamo trarre risorse positive per migliorare le relazioni personali e sul lavoro. Lo spiega Pino De Sario nel suo ” Manuale anti-negatività“.
«Ogni persona è di una complessità davvero enorme. Semplificando un po’ potremmo dire che ognuno di noi è composto sia da elementi di forza che di debolezza, positività e negatività che stanno insieme. È difficile individuare il confine che separa il negativo dal positivo e tutti ci comportiamo in modo positivo e in modo negativo – spiega De Sario nella prima parte del libro – Nella nostra identità individuale incameriamo le diversità della società, il piano della cultura. Ma siamo anche il frutto dei semi dell’eredità genetica, quella dell’umanità che viene trasmessa nelle epoche, che è quella che ci imprime tra le altre cose la nostra animalità, il piano della natura. Non c’è solo un individuo che vive all’interno di una società, ma anche la stessa società è all’interno dell’individuo: a partire dalla nascita la società ci ha inculcato le regole, la cultura, le proibizioni e le norme. Come esseri umani abbiamo una triplice natura: biologica, psicologica e sociale. Questi tre piani diversi sono essi stessi le fonti del positivo e del negativo, un intreccio di forze contrapposte ma anche complementari, che vivono dentro ognuno di noi ed emergono nelle situazioni contingenti. La dialettica positivo-negativo è un campo aggrovigliato provocato da soggettività, relazioni, ruoli, mire da raggiungere, immagine da mantenere, norme da seguire, gerarchie, guadagni sperati. La negatività non è quindi niente di eccezionale, ma è piuttosto normale e banale. In ognuno di noi tuttavia esiste un mancato riconoscimento della compresenza del positivo e del negativo».
Eppure «niente di complesso può funzionare correttamente senza un’adeguata proporzione tra positivo e negativo – prosegue De Sario – Per creare energia servono due poli: uno positivo e uno negativo. Stare bene insieme in altre parole è anche questione di rapporto tra elementi positivi e negativi, quando le situazioni tendono a polarizzarsi, troppo positive o troppe negative, cadiamo nuovamente in forme di blocco. La negatività sviluppa i cosiddetti “stati del no”, tipici di negazione e divisione (detti di “attacco-fuga”) e di ritiro e ruminazione (detti di “calo passivo”). La positività sviluppa invece gli “stati del sì”, in cui impegno, coinvolgimento e apertura sono le sue caratteristiche principali. Sto sostenendo qui che esiste un continuum tra positività e negatività. Noi tutti siamo un miscuglio di parti “buone” fatte di pensieri ed emozioni “buone” e di parti negligenti, fatte di pensieri ed emozioni “cattive” e sgradevoli. Ad ogni virtù se ci facciamo caso corrisponde all’opposto un corrispettivo vizio. Molti filosofi lo sostengono, non c’è contraddizione tra bene e male (antinomia), bensì costante contiguità».
«Tenere conto di sé sia nel negativo che nel positivo è decisamente migliorativo, infatti come persone e situazioni finché non focalizziamo cosa non va, non riusciamo nemmeno a prodigarci a cercare i corrispettivi rimedi» scrive ancora De Sario che nel suo libro fornisce anche suggerimenti pratici di cui ecco qui di seguito un esempio.
METTIAMO IN PRATICA
Il perfezionismo, così profondamente radicato in tutti noi e nell’immagine ideale che abbiamo di noi stessi e degli altri, ci impedisce di accettare la realtà. Possiamo invece divenire soggetti che accettano la loro parte di spinta all’aggressività, alla passività, al diniego, alla voracità, all’egocentrismo, che provano a interrogarsi sulla loro conflittualità inevitabile. Possiamo così cercare di non dividerci tra il nostro “lato buono” e quello “cattivo”. Possiamo fare amicizia con tutte le nostre parti. Possiamo cercare di mettere nel conto il nostro negativo, di non averne vergogna, di non sentirci imbarazzati per le nostre parti limitate e critiche. Possiamo lavorare con quello che abbiamo così come siamo. Possiamo quindi far rifiorire in senso costruttivo la sofferenza, l’oscurità, la negatività.
____

Guida pratica alla facilitazione per migliorare relazioni personali e lavorative.

Viviamo in un’epoca che incessantemente celebra l’ottimismo e il pensiero positivo, e rimuove totalmente la presenza della negatività, che invece ha bisogno di essere vissuta e ascoltata in modo profondo per non trasformarsi in energia distruttiva.
Questo testo, frutto di una lunga esperienza nel campo della facilitazione, ci aiuta a riconsiderare la negatività non solo come dolore e sofferenza, ma anche come risorsa e opportunità, sia in ambito personale, sia in ambito lavorativo o di gruppo.
Pino De Sario ci insegna che la buona gestione di emozioni, pensieri, atteggiamenti e sentimenti negativi consente di costruire ponti verso soluzioni costruttive.
Siamo assillati dalla cultura della disgiunzione, della separazione e della divisione. Possiamo invece far crescere una cultura che rivaluti la collaborazione, l’unità e la solidarietà.

Leggi anche

Per eseguire una ricerca inserire almeno 3 caratteri

Il tuo account

Se sei abbonato/a alla rivista Terra Nuova, effettua il log-in con le credenziali del tuo account su www.terranuovalibri.it per accedere ai tuoi contenuti riservati.

Se vuoi creare un account gratuito o sottoscrivere un abbonamento, vai su www.terranuovalibri.it.
Subito per te offerte e vantaggi esclusivi per il tuo sostegno all'informazione indipendente!