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L’importanza dei nomi e della parola, una “lettura” psicosofica

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«Ogni cultura e cosmogonia considera la Parola un atto magico e sottolinea la solennità e l’importanza di nominare e dare un nome»: è così che la dottoressa Eleonora Arduino ci introduce al tema del suo intervento inserito nel libro “Psicosofia. Un ponte tra psicologia e spiritualità”.
L’importanza dei nomi e della parola, una “lettura” psicosofica
«Ogni cultura e cosmogonia considera la Parola un atto magico e sottolinea la solennità e l’importanza di nominare e dare un nome»: è così che la dottoressa Eleonora Arduino ci introduce al tema del suo intervento inserito nel libro  “Psicosofia. Un ponte tra psicologia e spiritualità”.

«Ogni persona ha un suo nome. È interessante seguire i percorsi che lo determinano: in base al suono; per il richiamo a qualche persona significativa e così via – spiega la dottoressa Arduino, che nel libro “Psicosofia. Un ponte tra psicologia e spiritualità” ha scritto il contributo dal titolo “Nominarsi e darsi un nome” – Il nome è anche un suono, una vibrazione, e la vibrazione influenza la materia. Noi siamo fatti per più del cinquanta percento di acqua: il suono è un’impressione che certamente ci informa di sé. Lo psicosofo quindi può ricordare quanto nel processo di identificazione e di comprensione di sé, il nome abbia un posto cruciale. Riflettere sul proprio nome, sul nome che diamo alle cose, sulle immagini che i nomi evocano, sui loro significati e  implicazioni, è un lavoro che avvicina all’Anima: nostra, e delle cose».

«L’azione psicosofica è olistica, ogni elemento interno ed esterno è importante e degno di nota – prosegue Arduino – Ma i nomi, come nell’arcobaleno, si intersecano e frammischiano: corpo fisico, emozione, pensiero, intuizione, psiche, anima, spirito non hanno confini netti. Eppure proprio come nell’arcobaleno, ogni colore ha una sua identità e un suo bisogno di esprimersi e di brillare, di per sé e per il tutto. Spirito, Anima, Psiche sono i nomi a cui dare un significato più preciso. Anche il termine “cura” deve riprendere il suo significato di “rispetto, ausilio, accompagnamento”: il “prendersi cura” quale atto ben distinto dall’intento di “aggiustare qualcosa di rotto” o, peggio, “normalizzare” e adattare alle condizioni dominanti, ai valori correnti, alle prescrizioni di qualsivoglia autorità, come spesso viene inteso in ambito sanitario. Psicosofo quindi come psicopompo, nel viaggio della Vita che è amica e sorella della Morte. Con umiltà, poiché prima di tutto si è psicosofi di se stessi».

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