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La percezione della morte nella psicosofia sinergetica

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Vita e morte: è importante comprendere la percezione che si ha di entrambe e l’importanza di un adeguato accompagnamento alla morte. Qui l’analisi della dottoressa Rita Margherita Saetti, co-autrice del libro  “Psicosofia. Un ponte tra psicologia e spiritualità” (Terra Nuova Edizioni).
La percezione della morte nella psicosofia sinergetica
Vita e morte: è importante comprendere la percezione che si ha di entrambe e l’importanza di un adeguato accompagnamento alla morte. Qui l’analisi della dottoressa Rita Margherita Saetti, co-autrice del libro “Psicosofia. Un ponte tra psicologia e spiritualità” (Terra Nuova Edizioni). 
«Cos’è la vita? Come psicosofa sinergetica mi interrogo su quale sia la percezione che l’essere umano ha della vita e della morte. Mi chiedo quali sono le idee che sottendono questa percezione e le conseguenze che comportano» spiega la dottoressa Saetti.

«La vita è veramente quel segmento lineare che intercorre tra la nascita e la morte, come siamo abituati a credere nella nostra società occidentale materialista? E che conseguenze ha tale percezione? Questa concezione della vita ci porta spesso a identificarci solo con la nostra struttura psicofisica e a percepire la morte  come una nemica, una tragedia, la fine cruda di tutto ciò che è familiare e ci dà sicurezza.  Questo ha come ulteriore effetto quello di alimentare ancor più la nostra paura della morte, ci lascia impreparati ad affrontarla e a darle un senso» prosegue Saetti. 

«In altre culture, come quelle dei nativi americani, degli aborigeni e degli eschimesi, l’esperienza della morte è vissuta come un passaggio naturale a un altro piano d’esistenza, la vita è sacra e scorre in eterno seguendo i suoi cicli. In tali contesti socio-culturali la morte, come la nascita, è accolta e celebrata. La vita è considerata eterna e la nascita e la morte sono le due facce della vita stessa. In Oriente la saggezza antica dello yoga rappresenta la vita come una danza di forme che mutano continuamente, la danza di Shiva, che eternamente crea, conserva e distrugge. Anche la fisica moderna (per esempio Fritjof Capra nel suo libro Il tao della fisica) ci parla della vita come di un’incessante danza cosmica di energia – spiega ancora Saetti – Le sacre scritture di tutte le tradizioni spirituali, a differenza delle concezioni erronee e delle consuetudini sociali indotte dalle religioni, non hanno una visione tragica della morte e considerano la vita eterna: un flusso ininterrotto di Coscienza. In queste concezioni la nascita e la morte sono punti di passaggio, porte che aprono a esperienze differenti di quella stessa vita in continua trasformazione. La morte è parte integrante dalle leggi di natura su questo piano d’esistenza terreno. Ogni cambiamento, anche quello più grande della perdita della propria identità psicofisica, è vissuto come un naturale processo dell’esistenza. Dunque è importante, per ognuno di noi, imparare a riconoscere e accogliere che la vita scorre ed è, per sua stessa natura, continuo mutamento. La morte della nostra identità psicofisica è sicuramente il più grande dei cambiamenti che come esseri umani siamo chiamati ad attraversare. Spesso non siamo preparati a questo passaggio e tanto meno a dare un senso a tale significativo evento. Aprirci a una consapevolezza più espansa della nostra natura, in tutte le molteplici dimensioni, fisica, emozionale, mentale e spirituale, può aiutarci a comprendere maggiormente noi stessi, l’esistenza terrena e il suo profondo senso».

«Come psicosofa sinergetica accompagno i “viandanti” che anelano alla conoscenza di se stessi in un viaggio di trasformazione ed espansione della consapevolezza, a integrare ogni aspetto di sé, anche lo spazio eterno e sempre giovane che è la nostra natura più autentica – spiega la dottoressa Saetti – Accompagno ad attraversare le inevitabili crisi dell’esistenza e tutti i piccoli grandi cambiamenti che ci attendono con uno sguardo nuovo, più fresco ed espanso. Nell’imparare a fare esperienza della dimensione spirituale che ci abita, l’impatto dei cambiamenti potrà essere percepito in maniera più rilassata, meno sconvolgente, meno aspra meno dolorosa e la vita terrena potrà acquisire più profondità e spaziosità.  Accompagno ad attraversare ogni tipo di trasformazione, di perdita che possiamo incontrare nella vita terrena, quelle “morti” di parti di noi con cui tendiamo a identificarci». 

Nel capitolo che la dottoressa Saetti ha scritto per il libro “Psicosofia. Un ponte tra psicologia e spiritualità” esplora il concetto di lutto, «come accoglierlo, attraversarlo e trasformarlo, anche grazie all’approfondimento della teoria delle cinque fasi della psichiatra Kubler Ross: fasi psicologiche comunemente osservate e sperimentate dalle persone che vivono situazioni di dolore, perdita, lutto. Parlo anche di pratiche semplici per acquisire maggiore consapevolezza di chi siamo, pratiche che ci possono aiutare a vivere i cambiamenti in una maniera più fluida, ad accoglierli e dare loro un senso. Acquisire una consapevolezza profonda di chi siamo veramente nella totalità di tutte le nostre dimensioni, corpo-anima-spirito, sono certa sia una buon percorso per poter cogliere la pienezza dell’esistenza terrena e ridimensionare la paura dei cambiamenti e della morte. Facendo gradualmente esperienza della propria dimensione più sottile, queste paure acquistano una nuova collocazione all’interno e il cambiamento può essere riconosciuto come l’essenza stessa della vita.  Lo psicosofo si propone di accompagnare “il viandante” ad acquisire questa più ampia consapevolezza, a riconoscere dunque la natura più autentica di se stesso e la profonda bellezza e sacralità dell’esistenza sulla terra».
Bibliografia
Boni C. (2002), Dove va l’anima dopo la morte?, Bellinzona: Ed. S.A. Elvetica
Boni C. (2009), Il libro dei misteri sublimi, Baiso(RE): Ed. Verdechiaro
Capra F. (1975), Il tao della fisica, Milano: Ed. Adelphi
Coomaraswamy A. K. (2011), La danza di Shiva, Tr. It. Milano: Ed. Feltrinelli
Freud S. (1915), Lutto e melanconia in Metapsicologia.Tr. It (1976) Opere, vol VIII. Torino: Ed. Boringhieri
Jung C.G. (1934), Anima e morte, Tr. It. (1976) Opere, vol VIII, Torino: Ed. Boringhieri
Kubler Ross e. (1969), La morte e il morire. Tr. It. Assisi: Ed. Cittadella
Pierrakos E. (1970), Il male e come trascenderlo. Lezione n. 184 –  www.bibliotecadelsentiero.org
Rimpoche S. (1994), Il libro tibetano del vivere e del morire. Tr. It. Roma: Ed. Astrolabio
Toro R. (2006), L’uomo che parla con le rose. Ed. Per una Cultura Biocentrica
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