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Protesta di solidarieta con attivisti di Green Hill

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Quando
Mercoledì 30 Maggio 2012

Dove
di fronte alla Questura di Brescia, in via Botticelli 2 (Bs)

Alcuni attivisti del ‘Coordinamento Fermare Green Hill’ sono stati
raggiunti da provvedimenti di Avviso Orale emessi dal Questore di Brescia
in merito all’occupazione del tetto di uno dei capanni del lager Green
Hill avvenuta venerdì 14 e sabato 15 ottobre 2011 e all’allucchettamento
del 20 marzo 2012 alle grate degli uffici dello stesso allevamento.
Per lo Stato siamo persone socialmente pericolose. Lo Stato ci invita a
tenere una condotta conforme alla legge, ci invita a evitare comportamenti
che possano turbare la sicurezza e la tranquillità pubblica, in altre
parole, come se fossimo dei pericolosi criminali, siamo stati esortati a
cambiare il nostro stile di vita. Di fatto lo Stato ci minaccia, perché se
la nostra condotta non dovesse cambiare, potrebbe essere proposta
un’applicazione di misura di prevenzione ben più grave, come ad esempio la
vigilanza speciale, l’obbligo di dimora, il divieto a partecipare a
cortei.
Durante entrambe le occupazioni non c’è stata da parte nostra alcuna
volontà di creare danno a persone o a cose, abbiamo agito perché mossi da
un intento politico, col solo obiettivo di far parlare ancor più
dell’allevamento di Montichiari e soprattutto di vivisezione. Non ci
stancheremo mai di sottolineare che Green Hill non è altro che il simbolo
della lotta alla sperimentazione animale, dell’abolizione totale della
schiavitù animale in tutte le sue forme dalla ricerca all’alimentazione,
dall’intrattenimento al vestiario, insomma della lotta allo specismo.
Coloro che hanno partecipato a tali azioni di disobbedienza civile sono
stati da sempre consapevoli che questo genere di comportamenti avrebbero
portato a denunce o a gravi richiami: la rabbia che abbiamo dentro, unita
alla determinazione e alla volontà di vedere chiuso questo allevamento di
cavie da laboratorio, ci ha spinto a muoverci e ad agire indipendentemente
dalle conseguenze.
Crediamo che l’azione diretta sia la migliore risposta che possiamo dare a
coloro che tuttora sono rinchiusi negli allevamenti e negli stabulari: chi
è prigioniero in questi luoghi di tortura non ha altra possibilità di
salvezza se non quella che il coraggio e il sacrificio di alcune persone
possa dargli. Questi sono gesti d’amore, non atti criminali. Sono azioni
che non fanno male a nessuno, al contrario sono atte alla salvezza di chi
è condannato a morte.
Quello che è successo il 28 aprile durante l’assalto pacifico ne è un
esempio: persone che a volto scoperto hanno liberato un numero imprecisato
di cani, consci di quale sarebbe stato il destino di quelle povere
creature. Il giorno stesso delle liberazioni sono state arrestate 12
persone. Per lo Stato hanno commesso gravissimi reati, mentre per noi, per
l’opinione pubblica, per il mondo intero si è trattato di un atto dovuto,
legittimo e non condannabile. Non siamo noi gli individui pericolosi da
allontanare e da isolare, bensì coloro che lavorano in questi campi di
concentramento, coloro che ogni giorno guardano negli occhi le vittime
destinate ad una morte atroce nei laboratori di vivisezione o negli
impianti di macellazione.
La repressione quando colpisce persone determinate non può che rafforzarne
le convinzioni, perché nel nostro caso sappiamo che stiamo agendo nel
giusto, in difesa dei più deboli, di coloro che non possono ribellarsi
alla propria prigionia.
———————–
Per denunciare ciò che sta avvenendo indiciamo una conferenza stampa con
presidio per mercoledì 30 maggio alle ore 15.00 di fronte alla Questura di
Brescia, in via Botticelli 2 a Brescia.
Comunichiamo inoltre che il ‘Coordinamento Fermare Green Hill’ farà
ricorso contro i provvedimenti di Avviso Orale (che per ora ricordiamo
essere quattro). Il ricorso costerà diverse centinaia di euro e per questo
a breve comunicheremo come sostenerci con un aiuto economico per fare
fronte alle spese legali.
Chi volesse aiutare per le spese legali può scrivere a: info@fermaregreenhill.net
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