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Anticamente moderno: la ristrutturazione in bioedilizia

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Come affrontare una ristrutturazione edilizia in chiave ecologica? Entriamo dentro un progetto di ristrutturazione interna di un edificio storico in Toscana per capire il valore delle scelte e i prezzi di riferimento.
La ristrutturazione edilizia in Italia, più che altrove, è un tema di fondamentale importanza, sia in considerazione del valore storico, culturale e artistico del patrimonio costruito, sia per l’opportunità di migliorare le performance energetiche del comparto edilizio, che ha un forte peso nella produzione di inquinamento globale.
Invece di consumare nuovo suolo si può intervenire sull’esistente trovando buone soluzioni per migliorare il comfort abitativo e risparmiare energia, riducendo inquinamento e costi inutili.
Ristrutturare edifici esistenti, infatti, consente di intervenire su vari fronti, come la rimodulazione dei volumi e degli spazi interni, il rifacimento estetico delle finiture e degli arredi, ma può essere l’occasione anche per rendere la casa più salubre, luminosa ed efficiente da un punto di vista energetico.
Abbiamo voluto presentare un esempio di ristrutturazione piuttosto tipico nel panorama italiano, con il restyling degli ambienti interni di un appartamento posto all’ultimo piano di un complesso edilizio il cui nucleo originario risale al ’500. Nel corso degli anni sono seguiti diversi ampliamenti per costruire un insediamento colonico, per poi essere riconfigurato in epoca moderna quale complesso abitativo di più appartamenti.
La sfida era quella di garantire maggiore funzionalità e donare un nuovo linguaggio estetico agli ambienti. Sono state eseguite alcune finiture ed è stato fatto il restyling di alcune dotazioni già presenti, come la cucina in muratura e il camino, oltre a un necessario intervento di efficientamento energetico, a cui è sempre necessario guardare con attenzione, al di là degli obblighi normativi di riferimento.

Genesi del progetto

Si è trattato a tutti gli effetti di rivisitare in chiave contemporanea gli ambienti, fortemente connotati dal carattere rustico tipico degli edifici colonici, con il tetto completamente a vista, la doppia orditura di travi in castagno a tinta scura, sormontata dal manto in mezzane (dette anche pianelle, ndr) di laterizio.
Proprio dall’intervento di «decapaggio» del soffitto è scaturita l’ispirazione per la matrice cromatica delle nuove finiture, che si sono adattate all’effetto estetico prodotto dal trattamento degli elementi di copertura. E così lo schema di colori dai toni tenui, quali terra e sabbia, e l’insieme di nuove superfici dalla resa grezza e materica, come i pavimenti e i rivestimenti, sono stati affiancati alle linee moderne e minimali dei nuovi elementi di arredo.
Le velature e le patinature di vernice per il soffitto in travi e travicelli, oltre all’effetto estetico di valorizzazione dell’orditura, hanno avuto una funzione concreta: i colori chiari hanno la capacità di riflettere la luce rendendo gli ambienti molto più luminosi e quindi confortevoli.

Travi pitturate, nel solco della tradizione

Nel gusto rustico e spiccatamente retrò, che si è imposto negli ultimi due decenni, c’è sempre un qualcosa di artefatto. Contrariamente a quanto comunemente si possa pensare, nella tradizione colonica e rurale, anche nelle case umili e persino nelle stalle, le superfici lignee di soffitti e tetti a vista venivano sempre trattate almeno con calce naturale, garantendo una igienizzazione degli ambienti. Al contrario, la cosiddetta sabbiatura ovvero un intervento più invasivo e costoso che consiste nel riportare a nudo il legno e le mezzane, per lasciare in vista il loro aspetto più naturale senza l’apposizione di uno strato di «imbiancatura», è una pratica piuttosto recente.
Ecco che tutti gli elementi del soffitto, ovvero travi, travetti e mezzane, sono stati sbiancati con tinta a base di calce, successivamente spazzolati a mano e rifiniti con prodotto antispolvero a base minerale, dotato di certificato di biocompatibilità Natureplus, etichetta ambientale rilasciata da un’associazione internazionale, i cui restrittivi criteri vanno oltre i limiti emissivi delle legislazioni nazionali e richiedono analisi tossicologiche ai produttori dei materiali.

Giochi cromatici a terra

L’evidente complessità volumetrica degli spazi, conferita sia dall’asimmetria planimetrica, sia dall’articolata conformazione del tetto a vista, è stata messa in risalto attraverso un inserto in gres porcellanato nel pavimento in legno di rovere, che oltre a fungere da protezione per le porzioni più delicate della zona giorno – quella accanto al camino e quella della zona cucina – contribuiscono a creare un gioco cromatico che suddivide idealmente gli spazi, ampliando la percezione dimensionale.

Nella zona giorno, il nuovo parquet, oliato, è costituito da legname certificato FSC, derivato cioè da foreste a gestione sostenibile e controllata. Per la sua posa, al fine di evitare l’utilizzo di colle sintetiche, è stato utilizzato il sistema flottante con tappetino in fibra di canapa naturale.

Il legno dei nuovi arredi della zona giorno è anch’esso privo di verniciature e trattato con olio di origine vegetale.
Tutti i locali sono stati tinteggiati con pitture minerali ai silicati, anch’esse certificate Natureplus.

Materiali naturali

Con il disegno degli arredi e delle superfici di rivestimento si è voluto rendere lo spazio quanto più aperto e accogliente, con un linguaggio moderno ma senza particolari connotazioni: i mobili della zona giorno, disegnati su misura, volutamente lineari e minimali, esaltano la matericità delle superfici, che rimandano alla stessa essenza usata per il pavimento.
L’uso del legno di rovere, trattato con una patinatura che ne addolcisce i toni, sia a pavimento che nelle superfici verticali, e l’aver evitato nei mobili superflue modanature e accessori al fine di non caricare ulteriormente l’impatto visivo, valorizzano la struttura architettonica.
L’involucro preesistente acquisisce così il giusto valore e l’attenzione si focalizza sulla qualità dei materiali, per creare un ambiente caldo, accogliente e con evidenti richiami alla natura.
Naturalità e benessere abitativo sono stati i principi guida del progetto. Tutti i nuovi materiali e i relativi trattamenti sono stati accuratamente scelti per garantire caratteristiche di bio-compatibilità, evitando quindi l’emissione di sostanze inquinanti all’interno degli ambienti e favorendo al contrario la diffusione di gradevoli odori legati ai prodotti naturali.
Per la zona notte, per la realizzazione del letto matrimoniale è stato scelto il legno di cirmolo, una specie legnosa dalle notevoli qualità non solo estetiche, ma anche terapeutiche, date le dimostrate capacità antibatteriche e rilassanti che lo rendono ideale per l’utilizzo negli arredi delle camere.
Tutti gli elementi sono in massello, privi di vernici e trattati con soli oli impregnanti a base vegetale, proprio allo scopo di garantire, oltre all’assenza di prodotti nocivi, la naturale traspirabilità del cirmolo, che così è libero di infondere nell’ambiente le sue benefiche proprietà.

Isolamento interno

Nell’ottica di ridurre le dispersioni energetiche è stato inoltre realizzato un intervento di coibentazione interna, in corrispondenza delle pareti perimetrali rivolte a Nord.
Il sistema è composto anch’esso da prodotti biocompatibili, ovvero pannelli isolanti in fibra di legno, certificati Natureplus, e pannelli in fibrogesso – materiale più salubre e performante del noto cartongesso – con interposto freno vapore per il controllo dell’umidità.

Che luce sia

Prima dei lavori era presente una porzione di sottotetto completamente inutilizzata, in particolare a causa dell’assenza di luce diretta che ne potesse garantire un’idonea vivibilità. Grazie all’apertura di una finestra da tetto, l’ambiente ha potuto prendere vita e diventare uno spazio con un suo carattere e una sua funzionalità.
L’opportunità di aumentare la luminosità degli ambienti e soprattutto, quando possibile, attraverso la luce naturale, è un’operazione che in un progetto di ristrutturazione deve essere sempre considerata quale via principale sia per aumentare il comfort e la vivibilità degli spazi, sia per aspetti illuminotecnici e di areazione.
Per concludere, l’intero intervento dimostra come l’uso di materiali e finiture naturali, o dotati di certificazioni ambientali, non limita le scelte architettoniche, ma al contrario consente di ristabilire un rapporto equilibrato con il passato e con l’edilizia tradizionale. È stato così possibile realizzare spazi interni salubri e accoglienti, che esaltano le cromaticità tipiche degli elementi naturali mantenendo eleganza e sobrietà.
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Articolo tratto dal mensile Terra Nuova Settembre 2019

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