Api robot
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Le api muoiono? Niente paura, ci siamo già inventati le api artificiali. Perchè è più redditizio commercializzare le api-robot anziché fermare l’uso delle sostanze che fanno morire le api vere!
Non è l’ultimo esperimento del dottor Frankenstein, ma il risultato di dodici anni di ricerca della Harvard University sul progetto RoboBee, il marchingegno robotizzato che potrà servire all’impollinazione artificiale.
L’ultima (forse) frontiera di una follia mirata!
Si tratta di un progetto fortemente voluto e finanziato dalla Casa Bianca come risposta alla morìa degli impollinatori. Invece che imporre limiti e moratorie sull’uso dei neocotinoidi, il governo statunitense ha preferito calcare la strada dell’ingegneria informatica. Nei paesi in cui la manodopera è sottopagata, invece, ci si è orientati verso l’impollinazione manuale. Nelle piantagioni dello Sichuan, in Cina, gli abitanti di interi paesi lavorano all’impollinazione manuale delle piante da frutto per meno di dieci dollari al giorno.
Non è il caso del Giappone, dove il National institute of advanced industrial science and technology (Aist) ha dato vita a un piccolo impollinatore robot telecomandato dotato di quattro eliche, coperto da tre milioni di crini rivestiti con un gel caricato elettricamente che cattura il polline di un fiore prima di andare a posarlo sui pistilli di un altro. Le api artificiali, secondo i ricercatori, potranno essere impiegate attivamente tra circa dieci anni.
Restano ancora da affinare le capacità selettive dei droni, ma soprattutto permangono forti dubbi sulla sostenibilità economica dell’impollinazione artificiale su larga scala.
Non sarebbe più semplice e più economico investire denaro per fermare lo sterminio delle api?
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