Attenzione a stress e sedentarietà

Le alterazioni funzionali dell’intestino sono, oggi, la causa più frequente di tutte le patologie digestive non organiche. Ne sono affette persone di tutte le età ma prevalentemente quelle al di sotto dei 50 anni. Spesso ci troviamo di fronte ad una serie di sintomi tanto comuni quanto fastidiosi quali il gonfiore addominale, i borborigmi (quegli strani rumori a partenza gastrointestinale), le eruttazioni, piccoli o grandi dolori spastici in varie zone dell’addome, le alterazioni dell’alvo (stitichezza o diarrea) e tutto ciò è completato da un senso di pesantezza, rallentamento e malessere.

Questo quadro normalmente viene definito colon irritabile ppure dispepsia quando esiste un maggiore coinvolgimento delle funzioni digestive specifiche. Questa affezione altera la motilità intestinale e procura una modificazione della funzione di assorbimento e secrezione intestinale.

L’intestino è dotato di una muscolatura che si contrae sinergicamente per far progredire il contenuto fecale sino all’ano con movimenti attivi di propulsione (spinta) e segmentazione (divisione) del contenuto intestinale. Nel soggetto «sano» queste funzioni non sono minimamente avvertite in quanto esse sono più coordinate, mentre in altri soggetti si manifesta una dissinergia ed incoordinazione dei movimenti intestinali per cui si accumulano più facilmente gas, avvertiti dall’individuo come gonfiore e spasmi oltre che alterazioni dell’alvo.

Quali possono essere le cause? Come molteplici ed individuali sono i sintomi, spesso anche le cause sono multifattoriali. Un primo movente si può riconoscere in quella che oggi viene chiamata disbiosi intestinale, che consiste in un’alterazione della flora batterica intestinale causata, in genere, da incongrua alimentazione ricca di cibi raffinati, additivi e conservanti alimentari, assunzione di farmaci con troppa facilità ed igiene di vita sregolata.

La flora intestinale è formata da molte popolazioni batteriche che convivono in un equilibrio dinamico ed armonico. Qualunque sovvertimento di questo equilibrio porta allo svilupparsi di colonie di batteri di tipo fermentativo o putrefattivo, con aumentata produzione di gas che aumentano il gonfiore e il riassorbimento di tossine, provocando un malessere generale. Quando questa condizione perdura nel tempo si creano le premesse di infiammazioni croniche della mucosa intestinale e di uno squilibrio delle stesse difese immunitarie che nell’intestino hanno un importante fondamento.

Si deve ammettere che uno stato persistente di «pancia gonfia», con tutto il corteo di sintomi che lo accompagna, non deve essere assolutamente sottovalutato ma inquadrato e curato mediante una modificazione dello stile di vita, della condotta alimentare e di una corretta gestione dello stress.
Trascurare questi sintomi oppure cercare di tacitarli con farmaci chimici potrebbe, con il tempo, creare disequilibri che possono coinvolgere molti settori del nostro corpo.

Pertanto il primo provvedimento è quello di adottare una dieta alcalinizzante e ricca di fibre a base di frutta e verdura crude e fresche e legumi germogliati (da introdurre gradualmente in chi ritiene di non tollerare troppo le verdure crude). Si crea in tal modo un ambiente intestinale più adatto all’attecchimento dei batteri «buoni» che inizialmente possono anche essere supplementati da idonei probiotici. Questa condotta promuove una maggiore attività di disintossicazione del fegato, dei reni e di tutti gli organi emuntori del corpo, assicurando inoltre un buon introito di vitamine, minerali ed enzimi, fondamentali per una corretta digestione e funzionalità del corpo.

Molto utile e importante è una corretta gestione dello stress. Quest’ultimo, infatti, dato che il nostro intestino è ricco di fibre e terminazioni nervose, può interferire con la peristalsi, aumentandola o diminuendola, producendo in tal modo un notevole meteorismo.

Quando allo stress si associa la sedentarietà, con ore passate davanti al computer, alla tv o in automobile, ecco che il circolo perverso comincia a chiudersi e anche i nostri chili di peso iniziano a lievitare. Ciò dimostra che una buona salute è incompatibile con un’eccessiva sedentarietà e che un sano movimento fisico migliora notevolmente anche le funzioni digestive.

Spesso, inoltre, si beve poca acqua (la migliore in queste condizioni è quella bicarbonato-alcalina) a tutto vantaggio di bevande gasate, zuccherate e colorate o di caffè, tè, alcolici ed ogni genere di bibita reclamizzata.

Un altro consiglio utile è quello di sostituire il latte vaccino con qualche «latte» vegetale tipo quello di soia, di riso o di avena, poiché è molto frequente nella popolazione la diminuzione o la scomparsa dell’enzima che digerisce il lattosio, con conseguente sviluppo di meteorismo e alterazioni dell’alvo.

Infine due parole sull’aspetto psicosomatico: nell’intestino confluiscono molte difficoltà e conflitti psicoemotivi (ricordiamoci che l’intestino è chiamato il nostro cervello inferiore), pertanto questa parte cruciale dell’apparato digerente rappresenta spesso un crocevia di frustrazioni, ambizioni deluse o rimuginazioni di situazioni apparentemente senza via di uscita. Se quindi si vuole migliorare la funzionalità intestinale si deve lavorare anche sull’aspetto psicologico.

Consigli per prenderci cura del nostro secondo cervello.

La salute intestinale è cruciale per il benessere, in quanto un intestino sano e ben funzionante è garanzia di un sistema immunitario forte e stabile.

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