Benvenuti alla Casa del Cibo
homepage h2
L’8 e il 9 giugno, presso la Città dell’altra economia a Roma, si celebra la prima Festa della pasta madre, per ridare dignità, sapore e virtù salutari al nostro pane quotidiano: leggi il programma completo.
di madre in figlia a partire dal medesimo ceppo. Ma negli ultimi cinquant’anni, il lievito di birra ha stravolto gli equilibri organolettici della fermentazione, mentre l’agricoltura e la lavorazione industriale hanno mutato la qualità delle farine.
-
Sabato 8 giugno c’è la giornata conviviale di formazione della Confraternita della pasta madre, con narrazioni, infornate, seminari, inni di fedeltà alla «madre», e una serata di spettacoli dedicati al pane.
-
Domenica 9 è previsto invece il convegno
Pane al pane , con la partecipazione di panificatori, contadini e fornai virtuosi, medici, studiosi e autori di Terra Nuova.
Benvenuti alla Casa del Cibo: è nato il Nodo romano di Terra Nuova
conviviali. A diffondere il verbo oggi ci pensa la Confraternita dei panificatori urbani, che da pochi mesi ha un suo nuovo punto di riferimento nel centro di Roma, dove è nata l’associazione Casa del Cibo.
L’associazione, che presso la sua sede ospita anche il primo Nodo romano di Terra Nuova, ha lo scopo di diffondere un modello di gastronomia che Dafne definisce «matriarcale», lontana anni luce da quello imperante degli chef, in cui si confondono volentieri gusti e stagioni, alla ricerca di continue stravaganze propinate a un pubblico sempre più abulico e omologato.
«Anziché tirar fuori il genere femminile dalla cucina, vogliamo riportare la cucina delle nostre nonne al centro della società». Un richiamo fuori dal consueto, che ci riporta a un modello domestico e vernacolare digastronomia, connotato di sano misticismo, ma sempre «orizzontale» e alla portata di tutti. «Ci piace sovvertire le mistificazioni del mondo degli chef» commenta Dafne con l’energia di un fiume in piena «restituendo a tutti gli strumenti necessari per praticare quest’arte magica, a partire dal rapporto con le materie prime, e quindi con la natura».
che di tanto in tanto riaccendono il colore delle nostre piazze cittadine. Dafne ama giocare sui simbolismi, racconta di un «cordone ombelicale tra città e campagna», per consentire anche agli inquilini dell’urbe di riscoprire un vero rapporto con la natura. E ci parla di una cucina alchemica, che sa trasformare al meglio i prodotti di stagione, riuscendo a dare nutrimento al corpo e allo spirito. Né più né meno quella delle nostre bisnonne, che con pochi ingredienti di stagione sapevano preparare gli alimenti giusti per affrontare le varie necessità della vita quotidiana, praticando una sorta di medicina preventiva.
Secondo questa logica, è attorno alla tavola, vicino a un tagliere o a un cesto di verdure appena colte, che si ricelebra l’antico sodalizio tra città e campagna, al cui sigillo la modernità ha cercato di sottrarci. Una conoscenza che la Casa del Cibo cerca di ravvivare attraverso corsi di cucina, serate a tema e un centro di ricerca e documentazione, che ospita i libri e le riviste di Terra Nuova. Un focolare attorno a cui poter raccogliere tante esperienze affini e costruire nuove sinergie.