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Benvenuti alla Casa del Cibo

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Un’iniziativa culturale che riscopre cibo autentico e un nuovo legame tra città e campagna a Roma. E’ il Nodo romano di Terra Nuova che vi aspetta alla Festa della Pasta Madre, 6-9 giugno.
Festa della pasta madre a Roma 
Conosci già le proprietà, la storia, i segreti della pasta madre?
Vuoi saperne di più? Vuoi diventare un panificatore coi fiocchi?

L’8 e il 9 giugno, presso la Città dell’altra economia a Roma, si celebra la prima Festa della pasta madre, per ridare dignità, sapore e virtù salutari al nostro pane quotidiano: leggi il programma completo.

Fino all’inizio del ’900, in Italia, ogni focolare aveva la sua madia piena di pasta fermentata, coltivata per secoli e consegnata
di madre in figlia a partire dal medesimo ceppo. Ma negli ultimi cinquant’anni, il lievito di birra ha stravolto gli equilibri organolettici della fermentazione, mentre l’agricoltura e la lavorazione industriale hanno mutato la qualità delle farine.
  • Sabato 8 giugno c’è la giornata conviviale di formazione della Confraternita della pasta madre, con narrazioni, infornate, seminari, inni di fedeltà alla «madre», e una serata di spettacoli dedicati al pane.
  • Domenica 9 è previsto invece il convegno Pane al pane, con la partecipazione di panificatori, contadini e fornai virtuosi, medici, studiosi e autori di Terra Nuova.

Benvenuti alla Casa del Cibo: è nato il Nodo romano di Terra Nuova

All’inizio era il pane. Anzi no, prima ancora era la pasta madre, divinità femminile, progenitrice di cibo vitale, salute e relazioni
conviviali. A diffondere il verbo oggi ci pensa la Confraternita dei panificatori urbani, che da pochi mesi ha un suo nuovo punto di riferimento nel centro di Roma, dove è nata l’associazione Casa del Cibo.
Dopo aver introdotto ben 400 famiglie alla panificazione domestica, Dafne Chanaz, insieme a due audaci collaboratrici, ha deciso di dar vita a un nuovo progetto culturale, adibendo un appartamento nel centro di Roma alla divulgazione di una cultura gastronomica popolare, condita da una buona dose di immaginario. La Casa del Cibo è un centro culturale che celebra e pratica l’ecologia a tutto tondo, a partire proprio dall’alimentazione, con la riscoperta di un cibo che si fa portatore di simbolismi e valenze rituali non solo dei singoli ingredienti, ma anche delle stagioni, dei tempi, dei gesti.
Una gastronomia matriarcale e alchemica
L’associazione, che presso la sua sede ospita anche il primo Nodo romano di Terra Nuova, ha lo scopo di diffondere un modello di gastronomia che Dafne definisce «matriarcale», lontana anni luce da quello imperante degli chef, in cui si confondono volentieri gusti e stagioni, alla ricerca di continue stravaganze propinate a un pubblico sempre più abulico e omologato.
La nuova prospettiva è una sorta di rivoluzione. «Siamo affette da una nuova forma di femminismo piuttosto contagiosa» racconta Dafne.
«Anziché tirar fuori il genere femminile dalla cucina, vogliamo riportare la cucina delle nostre nonne al centro della società». Un richiamo fuori dal consueto, che ci riporta a un modello domestico e vernacolare digastronomia, connotato di sano misticismo, ma sempre «orizzontale» e alla portata di tutti. «Ci piace sovvertire le mistificazioni del mondo degli chef» commenta Dafne con l’energia di un fiume in piena «restituendo a tutti gli strumenti necessari per praticare quest’arte magica, a partire dal rapporto con le materie prime, e quindi con la natura».
Attraverso l’arte e la cultura del cibo, la Casa del Cibo fa un lavoro di ecologia profonda, che prima ancora di arrivare in cucina ci insegna a riscoprire i cicli delle stagioni, a incontrare i coltivatori biologici e a ricercare i prodotti nei mercati contadini,
che di tanto in tanto riaccendono il colore delle nostre piazze cittadine. Dafne ama giocare sui simbolismi, racconta di un «cordone ombelicale tra città e campagna», per consentire anche agli inquilini dell’urbe di riscoprire un vero rapporto con la natura. E ci parla di una cucina alchemica, che sa trasformare al meglio i prodotti di stagione, riuscendo a dare nutrimento al corpo e allo spirito. Né più né meno quella delle nostre bisnonne, che con pochi ingredienti di stagione sapevano preparare gli alimenti giusti per affrontare le varie necessità della vita quotidiana, praticando una sorta di medicina preventiva.
I corsi e le attività
Secondo questa logica, è attorno alla tavola, vicino a un tagliere o a un cesto di verdure appena colte, che si ricelebra l’antico sodalizio tra città e campagna, al cui sigillo la modernità ha cercato di sottrarci. Una conoscenza che la Casa del Cibo cerca di ravvivare attraverso corsi di cucina, serate a tema e un centro di ricerca e documentazione, che ospita i libri e le riviste di Terra Nuova. Un focolare attorno a cui poter raccogliere tante esperienze affini e costruire nuove sinergie.
In effetti, la scuola di cucina nata all’interno della Casa del Cibo ha creato i primi partenariati con la Scuola popolare di musica di Testaccio, con la quale condivide il metodo didattico legato alle tradizioni popolari e all’improvvisazione, con il Sustainable food programme dell’Accademia americana e col Centro di educazione ambientale di Panta Rei, di Passignano sul Trasimeno (Pg). Oltre a impartire corsi di panificazione o cucina regionale, alla Casa del Cibo si sconfina volentieri nelle esperienze culinarie delle comunità migranti, si accarezza la macrobiotica e ci si inoltra in tutti i saperi concreti legati all’autoproduzione, con corsi di cesteria, costruzione di forni in terra cruda, o laboratori per la preparazione di cosmetici naturali.

IL NODO ROMANO DI TERRA NUOVA

Nella capitale è nato un luogo fisico dove finalmente è possibile coltivare i semi di quel cambiamento che con la nostra rivista cerchiamo continuamente di ispirare. Siamo contenti che il primo Nodo della rete di Terra Nuova parta proprio dall’esperienza primaria del cibo. Decisamente un buon inizio. Che la pasta madre sia sempre con noi! 

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