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Bocca e salute: c’è il bio-dentista

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Anche per le cure dentali sono sempre di più i pazienti che scelgono odontoiatri con un approccio globale alla salute. E le possibilità non mancano: dalle tecniche più dolci e meno invasive all’utilizzo di materiali biocompatibili che non intossicano l’organismo. Ne parliamo con gli esperti.
La cura dei denti e della bocca ha a che fare con la salute globale, psico-fisica di una persona? E con l’ambiente circostante? Si può curare la dentatura di un paziente in modo olistico, risolvendo anche disturbi sistemici o complessi? Ed è possibile ridurre l’impatto sulla salute umana e sull’ambiente dei materiali utilizzati in odontoiatria? Assolutamente sì: parola degli odontoiatri (e iniziano a non essere più così pochi) che scelgono un approccio biologico, biocompatibile, olistico; che guardano la persona nella sua totalità allargando la diagnosi e cercando le correlazioni tra le varie problematiche che affliggono chi si rivolge a loro; che optano per materiali non tossici, il più possibile privi di conseguenze sulla salute e che hanno un impatto minimo sull’ambiente; che limitano l’invasività degli interventi e lavorano su una vera e corretta prevenzione.
Il cambio di direzione non è ancora abbracciato dalla maggioranza dei professionisti, ma senza dubbio cresce enormemente la richiesta in questo senso da parte dei pazienti.
«Non si può più pensare di considerare chi si rivolge a noi solo come una bocca o un dente su cui lavorare. E non si può più pensare che l’odontoiatria debba solo ripulire carie e tappare buchi, è riduttivo e riduzionista.
Così facendo, si possono commettere grossi errori»: il monito arriva dal dottor Giuseppe Massaiu, titolare di uno studio dentistico a Sassari, esperto di psicodonzia, kinesiologia, gnatologia classica e posturale, terapia miofunzionale, ortopedia intercettiva nel bambino e dentosofia, nonché co-fondatore del gruppo Augeo, che riunisce medici, odontoiatri e altri professionisti di area medica interessati a studiare e curare la persona ristabilendone il benessere globale.
«Purtroppo, nessuno insegna al dentista all’università che i problemi che sorgono in bocca, organo che svolge funzioni automatiche e volontarie, si ripercuotono su tutto il corpo e viceversa; i sintomi possono scaturire da deficit vari di funzione e forma e non vanno solo soppressi, vanno compresi e contestualizzati».
«Prendiamo per esempio i bambini » prosegue Massaiu. «In alcune delle loro più comuni deformazioni orali gioca un ruolo decisivo l’epigenetica, cioè l’impatto dell’ambiente, esterno e interno, quindi anche le emozioni e la psiche, oltre a fattori oggettivi a cui i piccoli sono esposti. In questi casi, è utilissimo applicare quella che oggi si chiama ortopedia intercettiva su base posturale1; ossia, per poter strutturare un piano di trattamento ideale, è necessario intercettare la causa primaria. Il giovane paziente viene sottoposto a un iter diagnostico in tre sedute, la prima con l’odontoiatra, la seconda con igienista, fisioterapista o logopedista e la terza nuovamente con l’odontoiatra.
Si raccoglie la storia anamnestica, si esegue l’esame obiettivo del cavo orale, si rileva il tono dei muscoli periorali, si osservano la postura e l’appoggio dei piedi. Insomma, si guarda il paziente nel suo complesso, e ciò serve per allargare le basi diagnostiche e terapeutiche, passo importantissimo per tutti e in particolare per i bambini. Se io guardo solo la bocca e lavoro solo su quella, rischio di congelare patologie che invece si potrebbero benissimo risolvere con interventi più globali».

«È arrivato il momento che la cultura odontoiatrica si evolva» aggiunge Massaiu. «È ora che gli operatori della salute lavorino insieme, in sinergia, con visioni olistiche e aperte, senza più pensare di poter brandire come uniche armi trapani, antibiotici e pillole varie. Bisogna imparare a vedere il tutto, non solo una parte di esso».

I denti sono collegati al resto del corpo

«I nostri denti sono collegati con il resto del corpo attraverso vie umorali, neurologiche e meridiani energetici» spiega il dottor Franco Giancola, teramano con un retaggio di studi in nord Europa, odontoiatra e implantologo, esperto di omeopatia, medicina rigenerativa e medicina tradizionale cinese. «Una carie, un ascesso, un dente devitalizzato o un impianto in metallo hanno ripercussioni negative, a volte invalidanti, sull’organo, vertebra o ghiandola corrispondenti. La persistenza di tossine e batteri attorno ai denti rappresenta una “spina irritativa” che l’organismo tende a limitare attraverso un impegno del sistema immunitario.
Quando le difese del corpo non riescono a contrastare l’aggressione, compaiono patologie anche in distretti lontani. Il collegamento dente-organo è bidirezionale: la malattia del dente può avere una ripercussione sull’organo corrispondente e una patologia d’organo può evidenziarsi sul dente collegato.
È molto importante che il dentista sappia riconoscere il campo di disturbo e risolverlo».
«Purtroppo, in Italia la formazione è ancora rigida, meccanicistica, legata a materiali di cui ormai sono noti gli effetti deleteri. Prevale ancora quello che io chiamo “la cultura del fabbro” e c’è resistenza al cambiamento; eppure, i pazienti chiedono sempre di più al medico un approccio olistico e scelte più sane e sicure» prosegue Giancola.
«La bocca è parte del complesso e intricato sistema digerente, del sistema sensoriale e della comunicazione. Mantenere la bocca in perfetta omeostasi aiuta a mantenere corpo e mente sani» sottolinea la dottoressa Margherita Lencioni, contitolare di uno studio dentistico olistico a Milano che lavora puntando sulla fitoterapia, a stretto contatto con esperti naturopati. «Quindi, il dente è un organo all’interno di un organismo complesso e il nostro obiettivo è curare una malattia, non solo la sua conseguenza. Avere questa visione olistica ci porta non solo a curare, ad esempio, la carie come cavità nel dente da pulire e tappare, ma come malattia, evitando che colpisca nuovamente la persona. Occorre dunque conoscere il paziente nella sua interezza, conoscere le sue abitudini alimentari, gli stili di vita, eventuali patologie sistemiche, per poter prevenire oltre che curare le patologie orali. L’odontoiatria olistica intende la prevenzione e la cura orale come qualcosa che comprende non solo la bocca, ma tutta la persona». (…)
 

Inoltre, nell’articolo:

• Invasività ridotta al minimo
• L’approccio dentosofico
• I materiali: rischi e alternative
• Amalgama e mercurio
• Prevenzione: igiene e stili di vita
• La parodontite
• La fluoroprofilassi
• Le cure odontoiatriche nel Servizio sanitario nazionale
 

 

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Michel Montaud non poteva affatto immaginare cosa sarebbe successo alla sua vita, professionale e personale, dopo l’incontro con un semplice apparecchio in caucciù. A partire da quel momento ha rimesso tutto in discussione, se stesso e il suo modo di lavorare, e si è impegnato nella sperimentazione di una terapia dentistica che con il tempo ha dimostrato un’efficacia straordinaria.

Si tratta di un’autoterapia guidata in cui il paziente, accompagnato dal dentista, lavora di sua iniziativa e volontà per il recupero delle funzioni neurovegetative: respirazione, deglutizione, masticazione, fonazione. La modificazione della bocca e il riposizionamento dei denti sono una conseguenza di questo processo. Man mano che la bocca ritrova l’equilibrio, si osservano sorprendenti miglioramenti di ogni tipo nella bocca, nel corpo e nello stato d’animo.
Questa terapia è non solo una valida alternativa alla pratica ortodontica di estrarre denti e di modificare in modo meccanico e coatto la forma della bocca, ma propone anche una rivoluzione nelle cure dentistiche, mettendo l’accento sulle cause e le conseguenze di una bocca non equilibrata, un aspetto che non viene approfondito nelle discipline convenzionali.
È una terapia adatta a tutte le età, ma i risultati più sorprendenti si osservano nei bambini. Un bambino agitato si trasforma, ascolta. Improvvisamente scrive diritto, ordinato e senza errori. Senza dover sacrificare dei denti. Senza dover portare apparecchi metallici invasivi. Recuperando una posizione della lingua corretta e una respirazione nasale che lo accompagnerà per tutta la vita.
 

Perché una determinata malattia si sviluppa proprio in quella persona e in quel momento preciso? Michel Montaud ha inteso, a partire dalla sperimentazione su di sé, che la sfera psico-affettiva di ogni essere umano influenza il corpo e vi s’imprime, in particolare nella bocca. La correlazione tra la bocca, l’essere umano nella sua globalità e il mondo è alla base della sua pratica professionale come dentista e divulgatore della dentosofia: i denti ci parlano dell’essere umano.

Nella prima parte di questo volume sono riassunte le basi della dentosofia, indispensabili per comprendere il percorso di ricerca che il libro propone, mentre nella seconda parte l’autore esplora la natura dell’essere umano, prendendo spunto dal pensiero di Steiner e dell’antroposofia.
Si sofferma particolarmente sull’importanza di un approccio pedagogico che rispetti l’integrità della persona. Montaud caldeggia l’emergere di una nuova umanità, costruita su valori e pratiche diversi da quelli oggi predominanti.

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