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Carlo Triarico: «Nel mondo digitale l’uomo rischia di diventare straniero»

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«Le tecnologie sono armi e hanno un doppio taglio, il cui verso d’uso spetta alla moralità umana. Difficile in anni in cui la tecnologia digitale, ossia la conversione in dati della vita reale, assume dimensioni invasive»: Carlo Triarico, presidente dell’Associazione per l’Agricoltura Biodinamica, interviene su un tema quanto mai attuale, quello della digitalizzazione pervasiva.
Carlo Triarico: «Nel mondo digitale l’uomo rischia di diventare straniero»
«Le tecnologie sono armi e hanno un doppio taglio, il cui verso d’uso spetta alla moralità umana. Goethe invitava a fare tre passi nella moralità per ogni passo nella conoscenza. Difficile in anni in cui la tecnologia digitale, ossia la conversione in dati della vita reale, assume dimensioni invasive – scrive Carlo Triarico, presidente dell’Associazione per l’Agricoltura Bodinamica – La società globale della sorveglianza di massa ha sostituito le democrazie classiche e si avvale di strumenti digitali per dominare i contadini e l’accesso alla nutrizione. Alla tecnologia digitale dei big data è connesso un altro fenomeno: la realtà virtuale, ossia la realtà dove il valore è sottratto ai cittadini e alla produzione, per creare un mondo parallelo artificiale che domini il mondo reale con un oligopolio senza regole. Un mondo in cui ogni vivente è straniero e che vuol sostituirsi al mondo dello spirito, di cui ogni vivente è parte. Con i futures sul cibo, scommesse della bisca finanziaria, si decidono la vita e la morte delle popolazioni più povere, o le perversioni alimentari delle più ricche. Con i brevetti e i monopoli sui semi, OGM vecchi e nuovi, si sopprime la biodiversità e si usurpano i diritti dei contadini. La burocrazia digitale priva i contadini sia dei diritti digitali, sia del diritto a non frequentare il digitale. Sudditi di un sistema che non conoscono e a cui, allo stesso tempo, non possono sottrarsi».
«Digitale e virtuale hanno una comune natura artificiale imposta per legge che oggi si prolunga nell’intelligenza artificiale – scrive ancora Triarico – Lo scorso aprile ho presentato alla Statale di Milano, con Federico Faggin, le riflessioni sull’importanza che a una scienza naturale sia affiancata una scienza dello spirito. Con una scienza spirituale è possibile scoprire che l’intelligenza artificiale è estranea alla coscienza, per quanto provi a spacciarsi come il compimento della spiritualità umana. Nel suo ultimo libro Faggin definisce la coscienza “irriducibile”. Irriducibili siano dunque i contadini liberi e la resistenza biodinamica».
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L’intervento è tratto dal numero di novembre della rivista Terra Nuova

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