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Cento anni di biodinamica: le radici del futuro

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Chi si avvicina in modo serio all’agricoltura biodinamica si accorge che non ci si trova solo un insieme di tecniche con precisi disciplinari di produzione, ma una visione del mondo che ci richiama al ruolo di custodi della terra, ci spinge a valorizzare l’originalità dei singoli territori e la creatività delle persone, ci richiede di sviluppare un’attenzione diversa a ciò che ci circonda. L’editoriale di maggio del direttore di Terra Nuova.
Cento anni di biodinamica: le radici del futuro

Spesso si è portati a pensare che etichette e definizioni abbiano una funzione di ordine unicamente commerciale. La realtà ce lo conferma ogni giorno e in queste pagine non manchiamo di denunciarlo, andando a scoperchiare quei sepolcri imbiancati che il mercato ci spaccia come palazzi luccicanti.
Chi si avvicina in modo serio all’agricoltura biodinamica si accorge invece che in questo caso siamo di fronte a qualcosa di diverso: dietro a questa espressione c’è storia e c’è sostanza. Non vi ritroviamo solo un insieme di tecniche con precisi disciplinari di produzione, ma una visione del mondo che ci richiama al ruolo di custodi della terra, ci spinge a valorizzare l’originalità dei singoli territori e la creatività delle persone, ci richiede di sviluppare un’attenzione diversa a ciò che ci circonda.
L’agricoltura biodinamica nasceva esattamente un secolo fa, da quelle otto conferenze sull’agricoltura tenute a Koberwitz da Rudolf Steiner. Lezioni che continuano a essere uno stimolo per chi coltiva la terra e si impegna a produrre buon cibo. In quegli anni difficili, per molti versi simili a quelli odierni, sorgeva non solo un nuovo modo di fare agricoltura ma, per l’appunto, una vera e propria visione che abbraccia tutti i fenomeni della vita. Non si tratta di creare una nuova mitologia su ciò che accadde in quel lontano 1924. Al contrario, nel ricordare il centesimo compleanno della biodinamica ciò che colpisce è l’utilità pratica di questo approccio rispetto alle sfide di oggi.
Da sempre diamo spazio ai molti metodi, a volte anche diversi tra loro, che fanno parte dell’agroecologia, e siamo convinti che siano, in un modo o nell’altro, riconducibili a una comune idea di fondo. Gli impulsi che Rudolf Steiner e il movimento biodinamico seppero dare negli anni Venti del secolo scorso e possono rappresentare ancora oggi non solo la base di un efficace metodo agricolo, ma anche una visione della complessità del vivente, di cui oggi si sente estremo bisogno.
Le nozioni di fertilità del terreno, di organismo agricolo e di vitalità dei prodotti coltivati trovano oggi una sponda più solida in diversi ambiti, dall’ecologia planetaria alla microbiologia, dalla scienza alimentare agli approcci terapeutici innovativi.
Gli scritti di Steiner possono rappresentare ancora oggi una grande fonte d’ispirazione per chi ricerca una maggiore connessione con i ritmi e gli elementi del cosmo, e un rapporto tra esseri umani che non sia unicamente utilitaristico, ma che riconosca il valore del singolo all’interno di un universo complesso. Ci piace richiamare l’attenzione sul beneficio di questa «ritrovata» complessità. Sul piano colturale significa andare oltre il riduzionismo e ridare valore alle sinergie di tutti gli elementi che compongono questo enorme tessuto di cui facciamo parte insieme alle piante che coltiviamo, agli animali, agli insetti e ai miliardi di microrganismi presenti nel suolo. Un intreccio che coinvolge anche le comunità con cui entriamo, a volte troppo poco, in relazione.
Di fronte alla fragilità dei rapporti umani, ai vicoli ciechi della politica e a una società sempre più divisa, abbiamo estremo bisogno di recuperare questa complessità, per trovare risposte più efficaci e per ridare un senso compiuto alle nostre azioni. E riscoprire così una dimensione più armoniosa del vivere su questo pianeta di cui siamo ospiti.
Sul numero di maggio della rivista Terra Nuova uno speciale dedicato ai cento anni dell’agricoltura biodinamica
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IL CONVEGNO

Si tiene a Roma dal 17 al 19 maggio il convegno nazionale per i 100 dell’agricoltura biodinamica organizzato dall’Associazione per l’Agricoltura Biodinamica al Polo Didattico di Piazza Oderico da Pordenone n.3.

«Il primo incontro di agricoltori biodinamici avvenne durante i giorni di Pentecoste del 1924 con un ciclo di 8 conferenze che segnarono l’avvio di un movimento di rilevanza mondiale – spiega l’associazione promotrice del convegno – A distanza di un secolo, l’Associazione per l’Agricoltura Biodinamica invita esperti, agricoltori, ricercatori e divulgatori a un convegno per scoprire, nei giorni di Pentecoste 2024, i punti chiave delle conferenze e tracciare gli obiettivi dei secondi 100 anni. L’evento vede la collaborazione di organizzazioni della bioagricoltura e dell’ecologia. In concomitanza sarà organizzato un mercato contadino con laboratori e bio degustazioni».
La partecipazione è gratuita
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