Chi ha paura del cambiamento?
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Usavo questa frase spessissimo nelle mie conferenze. Dicevo: «Quando ci dicono che l’economia deve crescere ci prendono per il Pil». E siccome è una frase che invariabilmente genera risate tra il pubblico ho pensato che fosse valida ed efficace come titolo.
Parlo e scrivo di questi temi (e cerco di metterli in pratica) ormai da anni, e con il passare del tempo ho avuto modo di verificare come i cambiamenti effettivi nella vita delle persone siano sempre molto minori e molto più lenti rispetto alle conoscenze teoriche. Insomma, va bene parlare di decrescita e studiare la teoria, ma poi la devi anche mettere in pratica. Allora ho pensato che oltre alla parte teorica fosse anche necessaria una parte di stimolo, se così si può dire, per infondere quel coraggio necessario al cambiamento. Così ho iniziato a indirizzare i miei incontri in questo senso e per lo stesso motivo ho anche pensato a un libro piccolo, snello, tascabile, che esprimesse pochi concetti ma essenziali. Perché studiare serve, ma fino a un certo punto; poi bisogna passare all’azione, mentre nella stragrande maggioranza dei casi succede l’esatto opposto.
Perché l’essere umano ha paura. La paura è un sentimento importante, ma la maggior parte delle paure che viviamo oggi sono indotte: paura di perdere il lavoro fisso, la casa, la pensione, la macchina… Se non cambiamo non è perché non abbiamo la possibilità di farlo, ma perché abbiamo paura. Tieni anche conto che questa società, sotto la sua apparente mobilità, nasconde una staticità spaventosa, e quindi cambiare è molto più difficile di quanto possa apparire.
Scrivo qualche articolo per il vostro giornale, pubblico qualche libro che vende pochissimo – anche se questo non dovrei dirlo. Più in generale faccio quello che mi capita: traduttore, giardiniere, cameriere, bagnino… raccolgo le olive. Le cose vengono spontanee quando ti immergi nel flusso della vita senza paure. Ti racconto un altro aneddoto simpatico. Sono stato a trovare mio suocero che vive in Florida in una città per pensionati. Pare proprio di essere in una specie di Disneyland per anziani. Un giorno ho tagliato il giardino al suo vicino di casa e questi mi ha dato una mancia di 30 dollari. Per farla breve, ho passato una settimana a tagliare erba nei giardini. Mi ero fatto un nome, l’italiano simpatico in vacanza che taglia l’erba; e ho guadagnato più di 1000 dollari. Di aneddoti del genere te ne potrei raccontare a decine. Quando vivi, quando sei aperto, quando ti adatti, di cose te ne capitano un’infinità. Ma quello non è nemmeno lavorare e la questione dei soldi è riduttiva. Mi hanno invitato a cena, abbiamo creato rapporti, mi hanno preso in simpatia. Abbiamo parlato dell’imperialismo Usa in giro per il mondo e non è facile farlo in un covo di repubblicani. Ecco, per me questo è vivere. Se tu metti il lavoro al centro della tua vita, è la vita che ruota attorno al lavoro. Bisogna ribaltare la situazione. E si può fare..
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