Fare comunità intorno al cibo e rendere il cibo sano accessibile a tutti: una rivoluzione non solo possibile ma praticabile da subito! Ve lo spieghiamo sul numero estivo della rivista Terra Nuova.
Fare comunità intorno al cibo e rendere il cibo sano accessibile a tutti: una rivoluzione non solo possibile ma praticabile da subito! Ve lo spieghiamo sul numero estivo della rivista Terra Nuova, grazie al dossier del Centro Nuovo Modello di Sviluppo.
«Dopo aver saccheggiato il Pianeta in preda all’ubriacatura del “sempre di più”, stiamo lentamente capendo che, se vogliamo garantirci un futuro, dobbiamo cambiare regime»: lo spiega appunto il Centro Nuovo Modello di Sviluppo nel suo rapporto.
«Fondamentalmente dobbiamo accettare di consumare di meno e produrre in maniera più rispettosa dei cicli naturali – scrivono dal CNMS – Due regole che valgono ancor di più in ambito agricolo, con- siderato che in questo settore gran parte del lavoro è svolto dalla natura. Ma sarebbe un errore pensare che il passaggio dall’agricoltura industriale a quella naturale richieda solo un cambiamento di tecniche produttive. Le ricadute sui livelli produttivi e sui prezzi richiedono anche cambiamenti di tipo sociale, in modo da evitare contraccolpi ai consumatori con meno soldi e ai produttori più fragili. Questo è il tema di cui ci occupiamo».
L’agricoltura industriale guidata dal profitto non produce cibo per la vita di tutti, ma merci per l’arricchimento di pochi
Nella logica del profitto a ogni costo, cosa produrre, come e per chi, conta poco
L’agricoltura industriale è figlia della nostra superbia, del mito della nostra superiorità, che ha cominciato a strutturarsi attorno al XVIo secolo, quando abbiamo esaltato la nostra intelligenza e il nostro saper fare
E nel rapporto si individuano cinque possibili soluzioni: nel modo di procurarci il cibo, nel modo di alimentarci, nei rapporti tra produttori e consumatori, nei rapporti fra gli stessi produttori, nel ruolo giocato dallo Stato.
Ce ne parla Gabriele Bindi, giornalista di Terra Nuova.
Lo sapevate che la viticoltura, e quindi il vino, se biologico o biodinamico, può avere un impatto positivo su più fronti? Quello dell’ambiente, ma anche quello della socialità e della valorizzazione dei territori. Ce ne parla Nicholas Bawtree, direttore di Terra Nuova, nel suo editoriale di febbraio.
La tecnica del «voice dialogue», ideata negli Stati Uniti e arrivata anche in Italia, aiuta a riequilibrare i nostri tanti sé, ritrovando consapevolezza, sicurezza, equilibrio e migliorando le relazioni.
Una gastronomia vegana e naturale che da oltre quindici anni resiste in uno dei quartieri più «veloci» di Milano, città della moda e degli affari. Rosmarinoè un punto di riferimento.
Da luglio 2024 il punto vendita NaturaSì di via Torino 86 a Mestre fa parte della catena di supermercati biologici e si occupa del commercio e di prodotti biologici, biodinamici e naturali per dare vita a un flusso di relazioni responsabili, virtuose, etiche e rivolte al futuro.
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