In ballo c’è il futuro. Il 2016 potrebbe essere l’inizio di una nuova era per il nostro Pianeta. Lo scorso dicembre, 150 capi di stato e 10.000 delegati si sono riuniti a Parigi per la ventunesima conferenza mondiale sui cambiamenti climatici, con l’intento di contenere il riscaldamento globale sotto i 2° C rispetto all’era preindustriale.
Clima e smog: non ci resta che pedalare
Il 2015 è stato l’anno più caldo di sempre. L’unica medicina per far scendere la febbre del Pianeta è diminuire le emissioni di CO2 e azzerarle entro il 2100.
Un dato è certo: di smog si continua a morire. Secondo l’Agenzia europea sul clima, solo nel 2012 ci sono stati quasi 500.000 decessi legati all’inquinamento atmosferico e l’Italia ha il triste primato di 84.400 morti premature.
Oltre i confini europei, la situazione è ancora più drammatica: in Cina, uno dei paesi più inquinati, la visibilità delle strade è spesso inferiore ai 50 metri a causa delle polveri sottili, e le persone sono costrette a restare in casa.
Nonostante l’attenzione sui temi ambientali sia cresciuta notevolmente rispetto a diversi anni fa, gli interessi economici e le lobby delle compagnie petrolifere, purtroppo, la fanno ancora da padrone.
A livello politico ci sarebbero molte cose da fare: andrebbe maggiormente finanziato il fondo mondiale delle energie rinnovabili per la riconversione industriale dei paesi emergenti, e bisognerebbe migliorare l’efficienza energetica investendo risorse nella nuova mobilità, riducendo così il numero delle automobili in circolazione.
Tuttavia, se è vero che le disastrose conseguenze climatiche sono il frutto delle scelte sbagliate dei paesi industrializzati, una parte di responsabilità risiede anche nelle nostre azioni quotidiane, ad esempio nella scelta di muoverci utilizzando quasi esclusivamente l’automobile.
L’Italia è il paese europeo con il più alto tasso di motorizzazione e ancora troppo poco si fa per una mobilità alternativa, nuova, che risponda alle reali esigenze di spostamento e di vivibilità delle persone.
Ma singolarmente, con le nostre scelte di ogni giorno, possiamo influire concretamente e dare una mano al benessere del nostro Pianeta.
Come?
Per esempio prendendo la bici al posto dell’auto, andando di più a piedi, utilizzando i mezzi pubblici.
Si tratta cioè di ricordare che come esseri viventi siamo tutti parte del Tutto e che, se vogliamo davvero continuare a vivere sulla Terra, dobbiamo rimboccarci le maniche e iniziare a pedalare.
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