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Come fare tesoro dell’estate

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Carlo Triarico, presidente dell’Associazione per l’Agricoltura Biodinamica, ci accompagna nella scoperta della profonda relazione tra campi ed essere umano, anche nel passaggio delle stagioni.
Come fare tesoro dell’estate
Carlo Triarico, presidente dell’Associazione per l’Agricoltura Biodinamica, ci accompagna nella scoperta della profonda relazione tra campi ed essere umano, anche nel passaggio delle stagioni.
Il suo intervento è tratto dalla rubrica “Il punto biodinamico”, che trovate sul numero di ottobre della rivista Terra Nuova.
Ecco il testo.
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COME FARE TESORO DELL’ESTATE
Al temine della stagione estiva i campi e l’essere umano devono prepararsi al periodo autunnale e non disperdere le forze e le sostanze che la stagione ha portato. Proviamo a farci un’immagine di quanto avviene con un atteggiamento meditativo. La crescita primaverile e poi la maturazione estiva hanno diffuso un’esuberanza di cibo e di forze disponibili per gli esseri viventi. Il calore ha prima espanso la vita e poi incenerito le piante. I cereali si sono seccati e dopo settembre gli alberi iniziano a perdere le foglie. Resta quindi una grande massa di sostanza vegetale che scende al suolo. Sono le ceneri del fuoco estivo. Allora l’essere umano raccoglie e conserva i semi, che hanno condensato quanto la pianta ha assimilato con luce e calore.
Allo stesso modo la terra conserva il carbonio dei resti vegetali, con un lento processo di assimilazione e umificazione. L’acqua col carbonio vegetale diviene più acida e quindi scioglie più attivamente le sostanze solubili del suolo. Scioglie il calcio. Il calcio è una sostanza avida, assorbe quanto riesce a legare e collega con sé altre sostanze in composti che possono essere molto utili alle piante, se non disperdiamo quel tesoro e se i suoli sono fertili abbastanza per darne disponibilità.
A questo punto dell’autunno, quindi, c’è una svolta: tutto può essere dilavato o interiorizzato. Se il suolo è destrutturato e morto, l’acqua porta via sali e nutrienti organici. Allo stesso modo il nostro organismo indebolito perde rapidamente il vigore estivo, se non è accompagnato da buone condizioni, tra cui quelle di una buona alimentazione con prodotti vivi, carichi di forza nutrizionale. È questo un compito della biodinamica.
L’autunno è il tempo di assimilazione e trasformazione di quello che l’estate ha espirato intorno a noi. È un momento in cui inspiriamo e ritorniamo in noi stessi. Nei campi portiamo le concimazioni organiche, che alimenteranno un lento processo di fertilità, che sarà pronto alla semina primaverile. L’immagine della concimazione, come vivificazione interiore, che lentamente prepara le condizioni per l’espansione della vita primaverile, è valida per la vita dell’essere umano. Gli agricoltori ecologici vivono nell’agire quotidiano questa esperienza. Tutti però possono sperimentarla nutrendosi consapevolmente. La nutrizione, come saggio rispetto del lavoro contadino, è una meditazione”.
Carlo Triarico, storico della scienza, presiede l’Associazione per l’Agricoltura Biodinamica. È vicepresidente di Federbio e direttore dell’Istituto APAB.
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