Quanto affermato dal Ministro della transizione ecologica in merito all’agricoltura intensiva ha suscitato molte polemiche. Il resoconto di Alberto Bencistà.
Durante la «Conferenza preparatoria della strategia nazionale per lo sviluppo sostenibile», il ministro della transizione ecologica Roberto Cingolani ha affermato quanto segue: «L’agricoltura intensiva pone dei problemi: ci ha consentito di vivere più a lungo, ma ha comportato una notevole alterazione dell’ecosistema. La soluzione non è fermare il progresso, ma neppure fare quello che si vuole. Chi mangia troppa carne subisce degli impatti sulla salute e quindi si dovrebbe diminuire la quantità di proteine animali sostituendole con quelle vegetali. Inoltre, la proteina animale richiede sei volte l’acqua delle proteine vegetali e gli allevamenti intensivi producono il 20% della CO2 emessa a livello globale».
Immediata è stata la reazione negativa della «tribù dei carnivori» nella difesa della filiera zootecnica, a loro parere fiore all’occhiello del Made in Italy. Fra questi c’è stato il presidente Antonio Forlini (Unaitalia), che ha dichiarato: «Il Paese ha bisogno di unità d’intenti e non di capri espiatori. Dare colpa al settore delle carni è miope». Anche il presidente di Assocarni, Luigi Scordamaglia, ha sottolineato come «l’agricoltura e l’allevamento italiano sono tra i più sostenibili al mondo e rappresentano una soluzione e non il problema». Mentre a livello europeo è scesa in campo la potente associazione degli agricoltori, il Copa-Cogeca, che ha chiesto ai parlamentati europei di cancellare dalla strategia Farm To Fork i passaggi in cui si citano gli impatti negativi del «food system» europeo sul clima, sull’ambiente e sulla biodiversità.
Gli effetti negativi del sistema agroalimentare sono ormai però documentati negli studi scientifici promossi dalle più importanti organizzazioni a livello mondiale, a iniziare dall’Onu e poi da Ispra, Eat-Lancet, Ipcc e Ipbes, e di «food system» si parlerà al Vertice sui sistemi alimentari, che si terrà a settembre a New York in occasione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite, e nel pre-vertice che si terrà a Roma dal 19 al 21 luglio prossimi. E ancora, il tema è stato iscritto all’Odg del G20 Agricolo che si terrà a Firenze il 17 e 18 settembre.
Intanto, nelle raccomandazioni inviate al nostro Paese, proprio in vista della stesura del Piano Strategico Nazionale per la nuova Politica Agricola Comune (Pac), l’Ue ci dice, ad esempio, che in Italia le emissioni agricole di gas serra dipendono per circa due terzi dal settore zootecnico, che dal 2006 il loro trend di diminuzione è «stagnante» e che alcune componenti sono addirittura aumentate o sono sopra la media europea (da Il Salvagente).
Le tematiche legate ai sistemi agroalimentari saranno dunque al centro di vertici ai massimi livelli mondiali che decideranno il futuro dell’umanità e anche della «madre terra», e non è facile prevederne l’esito finale, anche perché la voce dei cittadini giungerà flebile nelle stanze del «potere», mentre le lobby economiche metteranno in azione tutte le loro consolidate forme di pressione, gli interessi geostrategici faranno sentire il loro peso e condizioneranno la politica.
Un esempio di quello che potrebbe accadere ci viene proprio dagli Stati Uniti, dove il presidente Biden è stato oggetto di una campagna denigratoria orchestrata dalla destra e fondata su fake news, come racconta La Repubblica: «Centinaia di migliaia di persone sono state convinte che Joe Biden vuole impedirci di mangiare più di un hamburger al mese!». Peccato che Biden non abbia mai né progettato né tantomeno detto una cosa del genere. Eppure, per giorni, i media conservatori, capeggiati dalla Fox News orfana dei complottismi alla Donald Trump, hanno non solo diffuso la notizia in questi termini ma ci hanno montato su commenti, talk show, grafici, «vox populi».
Il «burger gate» dà alcune utili indicazioni di quel che ci si può aspettare in futuro.
Alberto Bencistà è presidente di Toscana Bio e rappresentante della Toscana di Federbio.
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Articolo tratto dalla rubrica Spunti di vista
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